3 La Punizione

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"Perché ti sei intromessa?!", urlò Darkdeath, mentre veniva trascinata da Darkmoon lontano dalla base Decepticon.
"Ti ho salvata la vita".
"Lasciami! Devo uccidere quel pezzo di merda!".
"Un'altra volta".
"Non ci sarà una prossima volta!".
La Dinobot perse la pazienza; si fermò ed entrò in modalità robot, afferrando l'amica per le spalle.
"Ma ti sei bevuta il cervello? La missione era liberare gli ostaggi o te la sei dimenticata?".
"Quella era la vostra missione. Io ho un conto in sospeso con...".
"...con Predaking!" la interruppe Darkmoon "so il tuo odio nei suoi confronti, ma non sto disobbedendo a Grimlock per poi vederti tornare là e farti uccidere da tuo fratello".
Darkdeath rimase del tutto spiazzata: quella rivelazione...gli occhi verdi di Darkmoon glielo dicevano forte e chiaro: quello non era il momento migliore per la vendetta.
Non seppe il perché, ma pianse: per rabbia? Per tristezza? Non lo sapeva.
Percepì un calore e un paio di braccia circondarle i fianchi, fino ad alzare lo sguardo.
Darkmoon la stava abbracciando.
Si sciolse dall'abbraccio.
"Andiamo a casa, siamo messe male", disse la Dinobot.
La Predacon annuì.

"Sei nella merda amica", commentò Darkdeath la mattina seguente, di fronte alla porta che conduceva all'ufficio di Grimlock.
"Non me lo ricordare", rispose Darkmoon.
Questa sospirò e bussò alla porta.
"Chi è?", chiese una voce.
"Sono Darkmoon signore".
"Entra".
La Dinobot prese un respiro profondo ed entrò, per poi uscire dopo mezz'ora.
"Allora?", chiese Darkdeath, ma quello che vide non le piacque.
Darkmoon aveva lo sguardo basso e gli occhi lucidi.
"Che ti ha detto?".
"Se l'è presa perché non sono tornata come da ordine...", cominciò a dire, trattenendo a stento le lacrime.
"E quindi?".
"Sono sospesa dal servizio per tempo indeterminato".
Poi cominciò a piangere.
Darkdeath non resse più.
Senza bussare, entrò nell'ufficio di Grimlock sbattendo con rabbia la porta.
"E tu che cosa vuoi?", chiese il Dinobot, infastidito.
"Taci e ascolta quello che ho da dirti ammasso di muscoli".
"Sentiamo".
Come ti permetti a parlarmi così? pensò nel frattempo.
"Riprendi Darkmoon nella tua squadra".
"Perché mai dovrei farlo?".
"Ha disobbedito a un tuo ordine per colpa mia".
"Se è vero perché non sei stata allora punita da Optimus?".
"Lascialo fuori che non c'entra. Sono disposta a subire qualsiasi punizione affinché tu possa riprendere Darkmoon".
Grimlock sbuffo', dalle cui narici fuoriuscirono due piccole nubi di fumo bianco.
"E va bene, ma la punizione la dovrai scontare affilando le armi da taglio e pulendo quelle da fuoco per un mese".
"Va benissimo".
Senza dire niente, Darkdeath uscì.
"Che cosa gli hai detto?".
"Di rimetterti nella squadra".
"E...?".
"Ha detto . Adesso dovrò scontare la mia punizione".
"E sarebbe?".
"Lucidare le armi nell'armeria".
Darkmoon sbarrò gli occhi, stupita.
"Allora prega che Slug non ti ammazzi. È molto geloso con le sue armi".
Darkdeath cominciò ad avere paura.
Senza bussare, rientrò nell'ufficio di Grimlock.
"Che cosa vuoi ancora?", chiese, sbuffando.
"Ho una piccola domanda da fare: Slug mi ucciderà se tocco le sue armi?".
Grimlock trattenne una risata, sostituendola con uno sguardo freddo e impassibile.
"No, lo informero' della cosa. Per il primo periodo sarà il tuo mentore".
"So come trattare le armi, non ho bisogno di un insegnante" si voltò ed afferrò la maniglia "ah e un'ultima cosa: hai una bella risata se non la soffoccassi".
Detto ciò, uscì.
"Chi ha una bella risata?", le chiese Darkmoon, incrociando le braccia con uno sguardo indagatore.
"Nessuno... è che...".
"Darkdeath!", urlò una voce alla sua destra.
Optimus era leggermente furibondo; se fosse stato un Dinobot, avrebbe continuato a sbuffare dalle narici.
Facendo finta di niente, la Predacon andò dal leader.
" Optimus?".
"Mi spieghi dove sei stata?".
Per spiegarlo, Darkdeath dovette raccontarlo tutto dall'inizio, dallo scontro contro Predaking fino a lì.
"Capisco...va bene. Vai all'armeria e comincia pure".
La Predacon annuì.

Appena mise piede dentro l'armeria, venne accolta da una figura mastodontica, un po' più bassa di Grimlock con l'armatura argentata e decorazioni più scure. Slug possedeva - oltre a un fisico molto più robusto di Grimlock - sulle spalle delle mascelle da triceratopo.
"Quindi saresti tu l'Autobot che ha avuto le palle nello sfidare Grimlock".
"Proprio così".
Slug si scostò di lato, mostrando a Darkdeath un banco da lavoro pieno zeppo di armi.
La Predacon rischiò lo svenimento.
C'erano tutte le armi che potevano esistere su Cybertron, suddivise accuratamente tra quelle da fuoco e da taglio.
Da una parte c'erano fucili, pistole e cannoni, mentre dall'altra c'erano spade, pugnali, lance e asce.
In un angolino c'erano addirittura tutto l'arsenale del perfetto sicario: pugnali, cerbottane con dardi avvelenati, catene per strangolare e impiccare...
"Vedi di trattarle bene le mie armi", le disse Slug alle spalle, prima di andarsene.
"Va bene. Cominciamo".

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