9 Darkdeath e Grimlock...

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Darkdeath si svegliò di soprassalto.
Non riusciva a capire dove si trovasse: era in un letto, lo percepiva, ma la stanza non le apparteneva. Era piccola con le pareti bianche, priva di immobilia.
Si voltò alla sua destra: Bumblebee la stava osservando con uno sguardo duro e severo, imperscrutabile.
"Ciao Bee. Stai bene?".
"Sì. Tu?".
Nel suo tono di voce c'era rabbia, ma Darkdeath non capì il motivo.
"Qualcosa non va?".
Bumblebee scoppiò.
"Qualcosa non va?! Ricordi quel che è successo ieri?!".
Al solo ricordare, la Predacon capì.
"Darkmoon...", mormorò.
"Già. Mentre stava agonizzando in una pozza di Energon, tu non l'hai nemmeno cagata e ti sei buttata addosso a Predaking".
"Non so cosa mi sia preso...".
"Non lo sai?! La tua migliore amica stava morendo e tu che fai? La lasci lì e vai a combattere?".
Bumblebee stava respirando con affanno, ma poi si calmò.
Senza dire altro, si alzò ed uscì.
Darkdeath rimase sola con i propri pensieri. Cosa aveva fatto?
Bee aveva ragione: se si fosse preoccupata di Darkmoon...
L'aveva abbandonata; aveva abbandonato la sua migliore amica, l'unica che l'avesse mai capita e apprezzata. E se fosse morta?
Non se lo sarebbe mai perdonato.
L'aveva coperta, l'aveva protetta da quando si conoscevano, fino a ieri!
Si era presa quel pugnale nel fianco per lei, e stava addirittura rischiando la vita per lei. Come l'aveva ripagata?
Con un bel niente.
Darkdeath non ci vide più.
Scoppiò in lacrime, ma non stava piangendo solo per tristezza, ma per rabbia; mentre Darkmoon stava morendo non aveva fatto niente per impedire quel che eta accaduto.
Urlò al cielo, piangendo come mai in vita sua. Le lacrime le solcavano con pacifica lentezza le guance nere e metalliche, precipitando poi nel lettino ospedaliero.
Un pugno alla porta la fece sobbalzare.
"Chiunque tu sia sparisci".
Un altro pugno.
"Ti ho detto di sparire!".
Un altro pugno ancora.
Frustrata, Darkdeath si alzò e aprì di botto la porta.
"Mi hai sentito...?".
Appena vide chi era, non osò andare avanti con la frase. Grimlock la stava osservando con un leggero sorriso e gli occhi lucidi. Aveva pianto.
"Posso entrare?".
La Predacon annuì, quindi si scostò di lato, permettendo al Dinobot di entrare.
"Stai bene?".
", tu?".
"Anch'io. Tutti stanno bene, tranne Darkmoon".
Sospirò.
"Ne ho parlato con Scorn. È messa male, ma è fortunata ad essere ancora viva".
"Ma non grazie a me".
"Sì, ho sentito quel che ti ha detto Bumblebee. La rabbia che ti ha scaricato addosso è soltanto una forma di paura e preoccupazione.
Sai che non è così".
"Ma ha ragione. Se fossi intervenuta...".
"Non avresti potuto fare niente. Solo portarla da Scorn".
Darkdeath sospirò.
"So che stai male. Non sembra, ma io sto da schifo. Lasciati andare", si pentì immediatamente dell'ultima cosa che disse, ma era troppo tardi.
"Non posso...".
"Sì che puoi", le disse alzandole leggermente il mento, guardandola negli occhi.
Darkdeath non resse più.
Scoppiò di nuovo in lacrime - abbassando lo sguardo - sentendosi poi due braccia possenti che la cingevano attorno alla vita.
"Ecco, sfogati".
Il tono di Grimlock si fece più dolce, mentre Darkdeath alzava lo sguardo.
"Vuoi venire a dormire da me? Sempre se vuoi, non sei obbligato".
"No no non mi sento obbligato, anzi, voglio aiutarti a sconfiggere i tuoi demoni".
"Chi te l'ha detto?", chiese lei, allarmata.
"Darkmoon".
Sospirò.
"Davvero non ti disturbo?", chiese lui.
"Niente affatto, anzi, mi faresti un piacere. Ti avviso già che non riuscirò a dormire, quindi cercherò di andare in palestra senza svegliarti".
"Non mi disturberai, anche se credo che neanche io riuscirò a dormire" sospirò "vuoi vedere Darkmoon?".
Darkdeath annuì.

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