2 Prima riunione di famiglia

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"Darkdeath!", urlò Darkmoon, raggiungendo l'amica mentre si dirigeva alla palestra.
"?".
"Mi dispiace per prima".
"Tranquilla, ci sono un sacco di uomini come lui".
"Non è lui così, ma per rendere il lavoro più semplice deve sapere in tempo reale dove sono".
"Non è mica uno stalker!".
Darkmoon fece per aprire bocca quando udì un qualcosa suonare. Una telefonata, da parte del suo auricolare.
Questa l'accettò.
"Sono Darkmoon. Cosa?" esclamò "dici sul serio? Va bene, sto arrivando".
Annullò la chiamata.
"Qualcosa non va?", chiese Darkdeath, preoccupata.
"I Decepticon hanno fatto dei prigionieri fra voi Autobot. Hanno chiamato il mio team per interferire".
"Cavolo. Chiamo Optimus".
"Non ci pensare nemmeno! Questa è la nostra missione, e poi, non voglio che tu rischi troppo".
"Ho un conto in sospeso con il mio caro fratello. Farò a pezzi la base".
"Puoi dirlo forte. La voglio sporca di Energon da cima a fondo".
Rise, mettendo in mostra le zanne da predatrice.

Il luogo dell'incontro era un colle illuminato dalla luna, a un centinaio di metri dalla base Decepticon.
Quando vennero gli Autobot, Optimus venne investito dagli sguardi duri e severi del team di Grimlock in modalità dinosauro, composto da Scorn - uno spinosauro - Slug - un triceratopo - Strafe - un pteranodonte a due teste e due code - e Darkmoon - un dilofosauro.
"Prime" attaccò Grimlock "non dovresti impicciarti nelle missioni di noi Dinobot".
"Gli ostaggi sono Autobot, quindi , m'impiccio nelle vostre missioni", rispose il leader.
Grimlock sospirò mentre gli si avvicinava Darkmoon.
"Ho disattivato tutti gli allarmi e le videocamere".
"Molto bene" il leader guardò gli Autobot "allora faremo così: noi andiamo a liberare gli ostaggi, voi copriteci".
Optimus annuì, voltandosi verso Darkdeath.
"A te l'onore".
Questa annuì.

Mentre i Dinobot aspettavano il segnale - nascosti poco lontani dalla base - Darkdeath si avvicinò a una parete della base ed entrò in modalità Predacon, voltandosi verso Optimus. Il leader annuì.
La ragazza sorrise mentre con un colpo di coda abbatté il muro.
Poi scoppiò l'inferno.
I Decepticon erano da tutte le parti, concentrati perlopiù all'esterno dell'edificio; i Dinobot ne approfittarono per entrare.
L'interno era completamente sgombro; non c'era anima viva lì, ma in compenso si potevano udire da fuori i colpi dei fucili e le urla dei Decepticon.
"Sparpagliatevi", ordinò Grimlock.
Gli altri annuirono.
Si separarono: ognuno andò in una sala diversa, indagando manco degli investigatori.
Finché, Darkmoon, non li trovò.

Da una nube infuocata comparve il diavolo di Darkdeath, colui che l'aveva marchiata con l'odio e la vendetta.
Predaking.
Era mastodontico, alto quasi quanto Grimlock con le braccia e le gambe possenti; l'armatura era corvina con qualche decorazione dorata e bianca. Sulle spalle aveva delle strane corna rivolte all'esterno e piegate verso l'alto, di un bianco scintillante.
La testa era coperta da un elmo equipaggiato di quattro corna su ogni lato della testa.
Appena lo vide, Darkdeath si caricò di un'energia nuova ma allo stesso tempo familiare: l'odio.
Sguainò la spada e corse verso di lui, mettendosi di fronte in posizione di combattimento.
"Perché sei contro di me? Torna dalla tua famiglia".
"Tu non sei la mia famiglia!".
Lo scontro ebbe inizio.

I Dinobot uscirono dall'edificio in quel momento, coprendo gli ostaggi liberati da possibili mine vaganti.
Completata la missione, stavano cominciando a ritirarsi assieme agli Autobot quando Darkmoon si accorse della mancanza di Darkdeath.
Dove diamine è finita?, pensò guardandosi attorno.
Poi la vide.

Fendente, parata, parata, fendente. Una sequenza infinita di colpi che Darkdeath eseguiva con eleganza ma allo stesso tempo fredda e rigida, come se la spada fosse sempre stata una sua parte vitale.
Mirava soltanto una cosa: uccidere.
In quel momento Predaking le diede un calcio sul ventre facendola sbilanciare, poi un cazzotto in faccia, facendola cadere all'indietro.
Il nemico fece per sparare ma appena alzò lo sguardo rimase quasi pietrificato: Darkmoon gli era davanti - sotto forma di dilofosauro - con attorno alla base della testa uno strano collare metallico che sembrava rendere la testa più grande di quanto non lo fosse in realtà.
Il ruggito si era fatto più acuto e assordante, mostrando il palato nero in contrasto con le zanne bianchissime; dalla bocca sputò un qualcosa di verde sul mento di Predaking, facendolo corrodere.
Il Predacon urlò mentre Darkmoon ne approfittò per portare via Darkdeath, trascinandola per un braccio.
Lo voglio uccidere...pensò la Predacon.

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