Capitolo 17

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Finalmente arrivò il giorno dell' inaugurazione della nuova scuderia.
Era l' 8 Dicembre 2013
Organizzai tutto nei minimi dettagli, lavorai così tanto che se non fosse andato tutto bene mi sarei presa a schiaffi.
Mio padre mi diede il compito di occuparmi di tutto, tutto.

Non volle sapere come lo avessi organizzato o chi avessi invitato.

Tutta la mia famiglia si riunì a cena e subito dopo andammo nelle nuove stalle, mio padre con un sorriso ed una mano sulla spalla mi disse:

" Oggi è il 21 novembre, voglio l'inaugurazione l' 8 Dicembre, pensaci tu, mi fido di te....ah, qualsiasi cosa tu abbia bisogno chiedila al tuo babbo o cercala da sola."

Mi fece l'occhiolino e subito dopo pochi secondi si perse nei suoi ricordi.
Avrei voluto dirgli di no, che sicuramente non sarei riuscita ma pensai che gli avrei recato delusione e non lo meritava.

" Bene Elisa, babbo conta su di te, datti da fare e non essere sempre scontrosa o polemica"
Questo quello che mi dissi per darmi forza e coraggio.

Gli inviti ovviamente li curai con mio padre; le autorità, i clienti , i dipendenti, gli amici,  il resto della famiglia.
Decisi però a sorpresa di lasciare le porte aperte a tutto il paese.
Un ricco buffet per chi si presentasse e per gli invitati un cavallino in legno intagliato a mano da un amico artigiano.
Dalle pareti scendevano rami di edera con piccoli bouquet di roselline bianche, i dieci box costruiti avevano all'ingresso ognuno una ghirlanda di alloro con inciso su di una targhetta in bronzo il nome del cavallo che lo avrebbe abitato, la ghirlanda come simbolo di vittoria e di buon auspicio.
Sistemato tutto ,con l'aiuto della fiorista e di un maitre di sala , corsi velocemente a fare una doccia e a cambiarmi, mancava un' ora alle 10, l'apertura del giorno dell'inaugurazione .
Il mio cellulare tra messaggi e chiamate continuò a suonare, non gli diedi retta , tutto era perfetto e all'ingresso avevo lasciato i camerieri, i miei figli erano già in scuderia e quindi non avevo nessun motivo di preoccupazione.

Era arrivato il momento di indossare l'abito scelto, un tubino rosa shock con décolleté tacco 12 dello stesso colore, sopra una blusa sancrata ,in seta ,color argento.
Guardai il mio corpo allo specchio, riflessa dietro di me l'ombra di un uomo, Marco era arrivato, si fece aprire dai miei zii, era Lui che continuava a chiamarmi e al quale non risposi nemmeno una volta.

" Il telefono non esiste per te in questi giorni "

Mi disse contrariato ma nello stesso tempo estasiato dalla mia eleganza.

Gli chiesi scusa balbettando, quell ' uomo mi dava le stesse emozioni della prima volta che lo incontrai.

" Che bella che sei amore , mi piaci, mi piacciono i tuoi gusti nel scegliere i vestiti, hai classe, tu saresti attraente anche con uno straccio addosso " e mi diede un bacio.

" Andiamo, manca pochissimo, non voglio che mio padre non mi trovi in scuderia all'arrivo degli ospiti " , gli dissi mentre prendevo la pochette.

"Si" , mi rispose mentre mi avvolse il braccio intorno alla vita.

Le 10.00.

Aprii il cancello, pochi minuti arrivò il Sindaco e l' Assessore allo sport , il tempo di qualche convenevole e un fiume di persone entrò  nella nostra nuova realtà.
Saluti, sorrisi, risposte; la nostra inaugurazione   funzionava a meraviglia.
Marco fu sempre al fianco di mio padre, sembrava un vero padrone di casa.
Tra tutta quella gente i nostri sguardi si cercavano continuamente e quando si incontravano la complicità era unica.
Fui soddisfatta di questo.

Arrivarono anche i miei cuccioli, i bimbi ai quali davo lezione di equitazione.

" Maestra, Maestra vogliamo vedere i cavalli , quelli che corrono forte!"
Filippo , uno di loro, si fece ambasciatore.

Li radunai e li portai nelle stalle.
Presentai loro ad uno ad uno i dieci purosangue e ad uno ad uno li feci accarezzare.

" Ora , una sorpresa per voi! Vi fidate di me?"
Chiesi loro

" Siiiiiiiiii" mi risposero urlando , tutti meravigliati

Feci riscaldare il paddock e feci portare il mio puro Twothousandeleven.
 
"Bene, cuccioli! Lui è il mio purosangue, in Italiano si chiama 2011 , con lui faccio salti meravigliosi e galoppate incredibili.
Oggi uno alla volta salirete con me a cavallo e faremo subito una galoppatina ed un piccolo salto...lo volete fare?" Domandai loro.

"Siiiiii! Prima io, prima io Maestra!"
Erano entusiasti, non riuscivano a contenersi, li riportai all'ordine e finalmente uno alla volta riuscimmo a galoppare e a saltare.

I bambini vennero poi presi dai genitori e portati in scuderia, ero stanchissima ma felice.
Scesi da cavallo , impugnai la lunghina per riportare Twothousandeleven alla doccia.
Mani calde si posarono sui miei fianchi, sobbalzai.

" Elisa...mi manchi, ho voglia di te" , Marco mi sussurrò all' orecchio.

" Prosegue tutto bene, vedo volti sorridenti"
Gli dissi per cambiare discorso.

" C'erano più papà qui a guardare te che a pensare al buffet o a visitare le stalle, non ti mollano più quelli, vedrai quanti messaggi, così mi escluderete!"

" Smettila, avevano i bambini qui con me e sono venuti a vederli e se poi qualcuno guardava me, amen, finisce tutto lì!" , risposi abbastanza contrariata.

Non fa altro che sognare scambi, donne, uomini, sesso e viene ad insinuare a me che i papà dei bimbi mi guardavano...o forse vorrebbe veramente che io per un motivo o per l'altro rimanessi in contatto con loro?
Ero infastidita, non mi fidavo di Marco, ero stufa dei suoi giochini e del suo " provarci " ad apparire geloso.
Mi incamminai verso la doccia.
Decisi di non farmi rovinare la giornata e così iniziai tutta sorridente a raccontargli delle piccole " cazzate" che feci nei giorni precedenti per provare e ri provare la giornata che stavamo passando.
Rise ed iniziò anche lui a pensare ad altro.

Ci presentammo nuovamente ai nostri ospiti e fummo dei veri padroni di casa.

Erano le 18 ed avevo organizzato la visita, degli ospiti presenti , a presenziare al cibo ed alla pulizia dei box prima di chiudere per la notte.
Mi cambiai e feci da cavallante e scudiera.
Feci vedere come si doveva pulire un cavallo, come e cosa dargli da mangiare e come si puliva un box.

Fu una giornata incredibilmente fantastica ma non vedevo l' ora di fare una doccia, di chiudere il cancello e di andare a dormire.

" Rimani con me stanotte " mi disse Marco.

" No Marco, non posso, ho la mia famiglia, dormiremo tutti qui nella casa dei nonni, domani ci aspetta un nuovo giorno " gli risposi.

" Va bene, notte amore, cerca di riposare...
Elisa...oggi sei stata fantastica, sei unica" mi disse abbracciandomi.

" Grazie meravigliosa creatura, notte!" Gli sorrisi

L' 8 Dicembre passò e fu un successo per tutta la nostra famiglia.

Se solo potessimo essere di nuovo estranei. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora