Capitolo 19

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Una luce riflessa metteva in penombra decine di gatti che abitavano in scuderia.
Pensai che mai mio padre avrebbe permesso un solo animale avvicinarsi ad un cavallo da gara.
Tutto però sembrava tranquillo, il silenzio venne interrotto dal nitrire di un cavallo che non aveva nessuna intenzione di entrare nel box.

" Eccolo,ti presento Castaway, il cavallo che sarà presto nella vostra scuderia", mi disse con sorriso ironico l'allevatore.

"Avrei dovuto aspettarmelo! È un classico! Mio padre ha il fiuto per i problemi " , risposi.

Il cavallo che non volle entrare nel box e che cercò di scalciarmi quando cercai di aiutare il ragazzo che lo conduceva, era Castaway.
Purosangue Inglese, 3 anni, manto baio scuro, altissimo, elegante, muscolatura che toglieva il respiro.
Lo guardai come un bambino guarda il suo giocattolo preferito, che meraviglia.
Improvvisa fu la voglia di cavalcarlo.

"Posso montarlo ,adesso, a pelo?" chiesi

"A pelo? " sconvolto, mi rispose l'allevatore.

Lo guardai infastidita ma divertita e pensai che solo un uomo potesse fare ad una donna una domanda così da idiota.

" No, ha lavorato tutto il giorno, ora deve mangiare e riposare " mi rispose

Annuii e gli risposi: " Alle 6 domani mattina mi occuperò io personalmente di lui e penserò io ad allenarlo montandolo a pelo"
La mia voce non volle replica.

Il cavallo era della scuderia di famiglia, non ero un' incompetente e quindi decisi io.
L' allevatore non poté controbattere se non dire:
" La testardaggine vi accomuna, è tutto suo"

Castaway entrò alla fine nel box, volli dargli io da mangiare e decisi di rimanere con lui in stalla.
Mentre mangiava, cercai di osservare i suoi movimenti, di sentire il respiro, di guardargli gli  occhi.
Passarono due ore e mezza, rimasi con lui più del dovuto.
Tranquillità, silenzio, pace, a tratti calmo, a tratti agitato.
Nel suo comportamento leggevo le mie stesse emozioni, avevo momenti tranquilli e momenti dove avrei voluto urlare.

"Castaway parteciperai a gare, ci saranno attimi di tensione ma sarai amato e coccolato, verrai accudito, curato, lavato, allenato , correrai liberamente in prati immensi, avrai compagni, starai magnificamente bene ed io verrò a salutarti tutti i giorni e se vorrai potremmo fare lunghe e tranquille passeggiate..."

Castaway sembrava ascoltarmi, mi guardò, lo accarezzai a lungo e lui sembrò gioirne.
In quel momento così particolare pensai quanto fossi fortunata ma mi mancò  qualcosa, non sentii la completezza.
Salutai Castway baciandolo, spensi la luce e mi avviai verso la mia camera da letto.
Ci fu una leggera brezza quella sera, la sentii tutta e mentre con le mani cercai di riscaldarmi le braccia, alzai il viso e mi accorsi che la Luna era di una luce abbagliante, bellissima ma fredda.

Feci una doccia, indossai il pigiama e scesi in cucina a cercare un bicchiere di latte caldo.
La cucina sembrava appartenere ad una vecchia fattoria, ne fui meravigliata, mi piaceva il colore del legno sfumato in alcune parti, il suo profumo, oggetti di cucina in rame anticato, il cigolio del pavimento in legno...tutto sembrava essersi fermato nel tempo.

Non feci suonare la sveglia,quella notte  non riuscii a dormire se non a tratti.
La giornata a venire non sarebbe stata un gioco ma non fui stanca, andavo incontro al lavoro più bello, alle mie passioni, a tutto quello che mio padre mi aveva trasmesso, a tutto quello che i miei nonni , con sacrifici, seppero creare, costruire.

Entrai nelle stalle, vidi Castaway sporgere la testa, sentì sicuramente il mio profumo o meglio lo riconobbe.
Gli andai incontro sorridendo e chiamandolo, avvolsi le mie braccia al suo possente collo, fu un attimo, mi sollevò da terra con una forza incredibile.
Risi come mai non riuscì da tempo.
Perché avrei mai dovuto fare lavorare quello splendido animale, gli diedi da mangiare, lo spazzolai, due coccole..

" Castaway ricordi la passeggiata tranquilla? Ho cambiato idea, la faremo oggi!"

Un colpo di reni e in due secondi ero sulla sua schiena, sembravamo impazziti entrambi.

Vidi l'allenatore venirci incontro.
Mi sorrise e mi disse semplicemente:
" Buona giornata! Hai lasciato il cellulare in cucina"
Me lo porse
Lo presi, guardai i messaggi
Marco
Marco
Marco
Marco
Marco
Messaggi su messaggi , nessuna chiamata.
Non rispondevo ai messaggi e lui non si preoccupava nemmeno di sapere...mai una chiamata, anzi, sì, solo ed esclusivamente per programmare bene la serata con i suoi amici!
La tristezza e la delusione iniziarono ad impadronirsi del mio stato d'animo.
Porsi il cellulare all'allevatore, gli chiesi se potesse riportarlo in casa perché in quelle due ore non mi sarebbe servito.

" Certo, non preoccuparti, lo riporto dentro " , mi rispose.

Il mio umore stava nuovamente migliorando e Castaway non riusciva più a stare fermo.
Mi buttai in un galoppo senza precedenti.
Castaway rispondeva benissimo. Eravamo una cosa sola.
L'amazzone ed il suo cavallo nella loro corsa avvolgevano l'aria, respirando il profumo della campagna.
Libertà.
Fu così bello sentire quell' emozione.

Se solo potessimo essere di nuovo estranei. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora