Vengeance

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«Allora... la passo a prendere Venerdì sera alle 20:00? Per lei va bene?»
«Certo! Dove ha intenzione di portarmi...?» domandò lei con tono suadente.
A Fanculopoli! Una città ha bisogno del proprio sindaco lurida rana in calore!!
«Mm... che ne dice se la porto al "Madison Cherry"? Lo conosce?»
«Oh sì! Adoro quel posto!» cinguettò la donna battendo le mani.

«Fantastico! Ora devo andare... mi scusi... devo incontrare una persona che mi sta sicuramente aspettando.»
«Oh si, certo! Allora a domani Mr Ackerman!» salutò la donna.
Si sentì un schiocco di labbra ed Eren sgranò gli occhi.
Si erano anche baciati??!!
Rimase lì a fissare il vuoto sentendo i passi dei due allontanarsi. Il castano assottigliò lo sguardo e guardò minaccioso il vuoto che lo circondava.

Oh... stai certo che questa te la faccio pagare amaramente... Mr Ackerman...

***

Levi sbuffò e chiuse l'acqua. Aprì le ante del box doccia e mise i piedi sul tappetino asciugandosi lentamente il corpo con l'asciugamano mentre continuava a pensare.
Dopo aver parlato con la Signorina Fernandez si era immediatamente diretto al teatro per incontrare Eren.
Doveva parlargli di un argomento importante e invece quel lurido moccioso era scappato a casa.
Non si era nemmeno degnato di mandargli un messaggio nel quale lo avvisava che se ne sarebbe andato!
«Tsk.» sbottò irritato gettando l'asciugamano sul pavimento.

Infilò le ciabatte e si diresse, nudo come un verme, in camera sua.
Aprì la cabina armadio e vi entrò dentro, squadrò attentamente tutti i suoi abiti per poi prendere una camicia bianca e un paio di pantaloni neri. S'infilò velocemente i vestiti e si guardò i bicipiti accentuati da sotto la camicia. Ghignò ed uscì dalla cabina.
Direttosi verso lo specchio si guardò attentamente abbottonandosi i polsini della camicia.
Frizionò velocemente i capelli e decise di lasciarli spettinati; infilò le scarpe, una giacca nera, ed uscì, non prima di aver preso la sua ventiquattrore.

Entrò in auto, accese il motore, e iniziò a guidare verso la scuola.
Raggiunto il parcheggio dell'edificio uscì dall'auto e camminò a passo svelto verso l'entrata.
Vide vari studenti chiacchierare fuori l'edificio, altri scendere dai soliti bus gialli, e altri entrare nell'edificio, sempre parlando, ridendo, urlando e fare tutto quello che fanno sempre.
Li squadrò tutti attentamente cercando di scorgere il castano tra tutti quei puzzolenti e arrapati mocciosi che pascolavano tra il cortile come un gruppo di vacche imbufalite.
«Wu-Huuuu!!» sentì una ragazza urlare saltando sulla schiena di una sua amica.
«Corri cavallo corri!» strillò dando una pacca sul sedere dell'amica mentre se ne stava ancora sulla sua schiena. L'amica rise anche se sembrava star per soffocare.
«Oh My Lady!! La porterò ovunque desidera!» rise l'amica iniziando a correre verso l'entrata travolgendo, e investendo, altri alunni.
«Forza Vacca, corri più veloce!!» urlò la ragazza all' amica che corse più veloce ed entrò subito nell'edificio.
«Signorina Hamil, signorina Clark! Cosa state facend- Oi, hei!! Quello è il mio cappello! Ridatemelo subito luride disgraziate! Tornate qui!!» si sentì la voce della dirigente urlare con disperazione.

Levi sospirò. Odiava trovarsi in mezzo a quel branco d'imbecilli, pazzi, e strani mocciosi.
Scrollò il capo tornando a cercare il suo di moccioso.
Sospirò quando non lo vide da nessuna parte, quindi lasciò perdere ed entrò a passo felpato nell'edificio.

Camminò sicuro tra i corridoi sotto lo sguardo terrorizzato o innamorato dei vari alunni che lo guardavano.
Anche se gli alunni lo temevano come la peste, per il suo carattere severo, era impossibile per loro, evitare di prendersi una cotta per lui.
Un ragazzo, che correva velocemente senza guardarsi intorno, quasi lo travolse e gli andò a sbattere contro.
Il ragazzo alzò il volto con sguardo scocciato ma non passò molto prima che quello sguardo divenisse terrorizzato.
«Hi!! Professore... Mi scusi! Presterò più attenzione, adesso vado subito a chiudermi in bagno a pensare ai miei errori così che possa pentirmi!!» trillò prima di correre via con la coda tra le gambe.
Sul suo volto si aprì lentamente un ghigno. Adorava indurre timore a quegli stupidi marmocchi!
Riprese a camminare ma il suo ghigno si spense lentamente e il suo corpo si bloccò in mezzo al corridoio ad un tratto. Gli studenti che passavano di lì lo superarono come se nulla fosse, magari lanciandogli occhiate confuse o stranite.

KINGS MAN ~ RirenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora