HOSPITAL Parte 3 (Segreti allo scoperto)

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-Ehm...ci sarebbe un piccolo problema...- borbottò stranito guardando ancora all'interno del borsone.
Deglutii rumorosamente al suono delle sue parole sentendo l'agitazione assalirmi.

- Q-Quale problema ?- balbettai sperando in una risposta positiva.

-Ecco...qui non ci sono abiti da infermiere ma solo da... infermiera-
Sussurrò voltandosi verso me.

Forse... sarebbe stato meglio se si fossero dimenticati i miei abiti...

***

Levi

«LEVI! Levi dannazione calmati!»

«Calmarmi?! Calmarmi?! Come diavolo faccio a calmarmi?!»
Sbraito arrabbiato più che mai.
Niente di tutto questo sarebbe successo se avesse prestato più attenzione ai contenuti del borsone.

«Ok ora basta! Ti ho detto di calmarti! L'unico che in questo caso avrebbe il diritto di sbraitare è Eren!» sentenziò Erwin -adesso- sveglio più che mai, dall'altro capo del telefono.

«Oh credimi! lui è il primo che avrebbe bisogno di una camomilla in questa stanza!» dissi voltandomi verso il moccioso al momento impegnato a correre una maratona avanti e indietro per il piccolo stanzino. Le mani erano tra i capelli e stringevano quasi a strapparli, tremava come una foglia per la preoccupazione e farfugliava parole senza senso mostrando  sguardo che sembrava posseduto per quanto velocemente vagava da un punto del pavimento a un altro.

«Si si, va bene. Ma sei pur sempre tu il dissennato che mi sta urlando contro alle 8 e 40 del mattino. Quindi cerca di darti una calmata» sbottò mal celando
uno sbadiglio.
Oh si caro! Tu dormi pure mentre io me ne sto qui a sfragellarmi il cervello per i casini che tu e l'agenzia combinate!

«Io sono calmo! Anzi Calmissimo se vogliamo proprio entrare nel dettaglio» sbottai acido cercando di nascondere la rabbia.

« ...Si si, certo... Comunque sia, se ti fa sentire più rilassato, adesso chiamo subito la mia assistente per chiederle informazioni, dato che lei ha sistemato i borsoni»

«Oh beh! Grazie mille del suo aiuto!»
Ironizzai sempre con tono acido.

« Si si, ciao. Ti richiamo appena ne so qualcosa» disse aggacciando.
Tsk stronzo di un parrucchino.
Mi voltai verso il moccioso che stava continuando la sua maratona facendomi girare le pupille.

«Oi, moccioso.» attirai la sua attenzione, anche se continuò comunque a camminare avanti e indietro.
«se non ti stai fermo, ti stupro su questo stesso pavimento che stai martoriando.» il moccioso si fermò, si girò nelle mia direzione guardandomi sbalordito con le guance che cambiavano colore. Dovetti ammettere che fu un vero peccato averlo pietrificato, perché se avesse continuato a camminare lo avrei stuprato veramente.

Il moccioso aprì più volte la bocca ma la richiuse quasi subito senza saper cosa dire, così posò il suo sguardo dietro di me guardando il bianco nauseante della parete, con sguardo vuoto.
«proviamo a calmarci, il panico adesso è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno.» sospirai cercando di convincermi anch'io delle mie stesse parole.
Il moccioso annuì ma ovviamente non riuscì a calmarsi completamente ma apprezzai comunque lo sforzo.
Beh! È la sua prima missione dopotutto.

Mi avvicinai alla parete di sinistra, completamente vuota, trascinandomi dietro il camice sul quale ero seduto per evitare di contaminarmi con eventuali germi della sporcizia.
Appoggiai la testa alla parete e con la mano di destra battei qualche colpetto al mio fianco guardando il moccioso.
Quest'ultimo mi guardò arcuando un sopracciglio e io sbuffai.
Possibile che devo spiegargli sempre tutto?
«siediti vicino a me»

KINGS MAN ~ RirenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora