Raccoon

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<Sono innamorato di te.>

Eren tossì pesantemente a quelle parole e si diede qualche colpetto al petto attirando l'attenzione di alcune persone sedute ai tavoli vicini.

Levi osservò attentamente il castano poggiare la tazzina di caffè che stava bevendo sul tavolino che li separava e cercare di riprendere fiato, mentre con una delle sue mani cercò di dire alla cameriera che si stava avvicinando a loro preoccupata che era tutto ok e che stava bene.

Pochi secondi dopo il silenzio calò tombale tra i due e Levi sospirò spostando il suo sguardo fuori la vetrata accanto a lui, scrutando attentamente le foglie ingiallite o rossastre cadere lentamente verso il suolo, per poi essere calpestate dai passi della gente che passava di lì stringendosi tra sciarpe o cappotti in quella fresca aria autunnale di novembre.

Il castano non riusciva a credere alle sue orecchie.
Ormai erano passati più di due mesi da quando avevano iniziato quella strana relazione, ma il corvino riusciva a sorprenderlo ogni giorno sempre di più. In quei due mesi Eren aveva avuto modo di capire i sentimenti che l'altro provava nei suoi confronti, ma non aveva immaginato a cosa fare se un giorno si sarebbe confessato.

Sospirò osservando con le goti arrostite il liquido caldo della sua tazzina senza sapere come rispondere.

Eren non poteva negare a se stesso ciò che provava per il corvino. In quegli ultimi due mesi avevano trascorso di tutto, si erano divertiti, avevano riso, avevano litigato, avevano svolto nuove missioni e avevano continuato le ricerche nella scuola, anche se ancora dovevano trovare la pista giusta. E in questo periodo i sentimenti di entrambi erano cresciuti sempre di più, rinforzandosi e diventando più intensi.
Tuttavia, nonostante entrambi avessero intuito ciò che provavano l'uno per l'altro, Eren non si sentiva ancora pronto ad iniziare una relazione con qualcuno, e Levi non voleva porre troppe pressioni su di lui.
Voleva che il castano fosse pronto ad amarlo e ad essere amato, e nonostante il desiderio di custodirlo e definirlo come suo fidanzato divenisse ogni giorno sempre più grande, vedere il sorriso dell'altro quando stavano insieme gli bastava a dargli le forze per aspettare.

<Non ho bisogno di una risposta. So bene che non sei pronto e ho intenzione di aspettarti. Avevo solo bisogno di dirti ciò che provo, non riuscivo più a tenerlo dentro.> rispose il corvino sincero, per poi alzarsi e dirigersi verso il bancone per pagare.

Eren restò qualche altro secondo in silenzio per poi bere tutto d'un sorso il suo caffè. Si alzò di scatto e infilò velocemente il suo cappotto marrone, avvolgendo subito dopo la sua calda sciarpa bianca attorno al collo.
Uscì dal bar stringendosi nelle spalle per il cambio improvviso di calore e aspettò il corvino accanto alla porta, appoggiandosi alla vetrata del locale.
Osservò attentamente il paesaggio autunnale che si stagliava davanti ai suoi occhi e iniziò a rimuginare su quanto fosse accaduto.

<Andiamo ti riaccompagno a casa.> gli sussurrò Levi nell'orecchio facendolo sobbalzare.
Si era talmente immerso nei suoi pensieri che non si era accorto che l'altro fosse uscito.
<Hai intenzione di farmi prendere un infarto?!> gli urlò Eren poggiandosi una mano sul cuore arrossendo violentemente.
Levi ghignò e si avvicinò all'altro che prontamente fece un passo indietro scontrandosi con la vetrata. Levi fece un'ulteriore passo e lo incastrò alla parete, incatenando i suoi occhi a quelli verdi dell'altro.

<Due mesi di puro sesso e ancora t'imbarazzi così?> sorrise sornione ricevendo uno schiocco di lingua stizzato in risposta.
<Non sto arrossendo sento solo caldo.> mentì sviando il suo sguardo altrove e neanche qualche secondo dopo rabbrividì di freddo a causa di una folata di vento improvvisa.

Levi rise di gusto a quella scena.
<Ti accompagno a casa così ti scaldo per bene.> mormorò all'orecchio dell'altro che rabbrividì nuovamente. Stavolta non per colpa del freddo.
Eren non rispose e poco dopo lasciò che l'altro lo baciasse, in modo anche troppo lascivo per essere all'aperto e in pieno giorno, ma cercò di non curarsi degli sguardi dei passanti troppo preso dal bacio dell'altro che con maestrezza gli stava esplorando la cavità orale tenendolo stresso a sé per i fianchi.

KINGS MAN ~ RirenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora