Stupid friends

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«Ora che sappiamo che questo Ackerman andrà comunque a quel ballo le cose si fanno più complicate.» sospirò l'uomo picchiettando un po' con i mocassini e attirando completamente l'attenzione dell'altro.
«Cosa dovremmo fare? Attacchermo lo stesso o rimanderemo a un'altra volta?» domandò Isez.
«Non lo so, vedremo. Ora che so che lui è qui in città i tempi si fanno più ristretti.» mormorò tranquillo per poi allontanarsi e dirigersi lentamente verso la porta per andarsene.

«Ma non bisogna mai avere troppa fretta.» mormorò calmo senza voltarsi per poi canticchiare lievemente una canzone sotto il bagliore della luna costretta a dover guardare le cose più inimmaginabili ogni notte.
Che fosse un cuore che batteva confuso o che fosse un cuore vuoto e crudele che di battiti ne aveva tolti tanti, doveva osservarli tutti, in egual modo uno ad uno.

***

«Non sono lì dentro da troppo tempo?? Sono lì da molto, non trovi anche tu? Forse dovrei entrare a dare un'occhiata, no? Non credi? Già, dovrei proprio entrare! Giusto per accertarmi che stia andando tutto liscio!» rise nervosamente Eren filando dritto verso la porta dell'infermeria dove Hanji stava curando Levi.
«Eren, sono lì dentro da cinque minuti.» lo bloccò Erwin tirandolo per il braccio e facendolo sedere sulla sedia.

Eren sbuffò e iniziò a tamburellare il piede al suolo piegandosi in avanti con i gomiti sulle gambe e la testa tra le mani.
«Si può sapere che cos'hai? È da quando è entrato lì dentro che sei tutto agitato.» sospirò il biondo sedendosi accanto a lui.
Lo guardò con occhi preoccupati e iniziò ad accarezzarlo sulla schiena per consolarlo.
«Non c'è bisogno di stare così, non è una ferita molto seria. Ti comporti quasi come se a spararlo fossi stato tu.» ridacchiò il biondo sarcastico.
Eren girò lievemente il capo guardandolo colpevole.
Quasi come se volesse chiedere scusa con lo sguardo.
Erwin si accigliò allontanando lievemente la mano confuso.
Cosa voleva dire con quello sguardo?
«Non-... non mi starai dicendo che a spararlo sei stato tu...?» domandò teso facendolo sospirare.

«No no, per carità, non avrei mai potuto. È solo che...» si bloccò senza sapere come spiegarsi.
Erwin si rilassò lievemente e riprese a massaggiargli la schiena con dolcezza, quasi con fare paterno.
«È solo che?» domandò con tono dolce invitandolo a continuare.
«Mi sento in colpa. Se non avessi finito tutte le mie pallottole... e se Levi non mi fosse saltato addosso per farmi abbassare riparandomi con il suo corpo... io... lui... lui non si sarebbe fatto male e-»
«Eren.» lo bloccò Erwin con tono serio. «Se Levi non ti avesse aiutato, tu adesso saresti morto.» puntualizzò il biondo con tono fermo.

«Pensaci, non è meglio così? In fondo non è una ferita grave e lui ne ha passate di peggiori. Quindi sta calmo e non preoccuparti.» continuò il biondo spostando la mano dalla schiena alla nuca per scompigliargli i cappelli.
«Sì ma- se avessi calcolato il numero di colpi da sparare e se le pallottole non fossero finite... tutto questo non sarebbe proprio successo- io... dovevo calcolare di più il numero di colpi che avrei sparato e le munizioni che avrei usato.» borbottò il castano rialzandosi con la schiena per mettersi seduto in posizione eretta.

«Eren sul serio, non stare così. Era la tua prima sparatoria, no? Te la sei cavata anche piuttosto bene. Io alla mia prima volta ho sparato nel piede del mio capo squadra per sbaglio!» ridacchiò il biondo coinvolgendo anche l'altro. «È stato tremendo... mi sentivo così in colpa... tralasciando che per tre mesi mi fece fare tre ore in più di allenamento rispetto agli altri... ah fu doloroso-» rabbrividì al ricordo facendolo ridacchiare nuovamente.
«E guarda, ha funzionato. Dopo quel giorno non ho mai fatto più un errore del genere! È stato un avvenimento importante per la mia carriera, proprio perché si tratta di uno dei mattoni della mia esperienza, che mi ha portato dove sono ora.» gli spiegò con tono dolce.
«Quindi non preoccuparti. Sarai anche il secondo agente più forte, ma rimani comunque un novellino, e come tale, ci sono ancora molte prime volte che devi ancora affrontare. Non buttarti giù di morale, usa tutto come esperienza e pensa in positivo.» sorrise il biondo dandogli una pacca incoraggiante sulla spalla.

KINGS MAN ~ RirenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora