19.Continua a parlare

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(JASON'S POV)

(DUE MESI DOPO)

Mi svegliai, erano le due del mattino. Andai a vedere Katrina che stava ancora dormendo. La tirai fuori dal suo letto e la portai nella mia stanza. Ultimamente faceva degli incubi, quindi la portavo nella mia camera in modo da evitare che si svegliasse piangendo.

Accesi la mia tv e misi dei cartoni, il mio bambino interiore stava venendo fuori.

Sentii dei piccoli piagnucolii. Abbassai lo sguardo su Katrina, il suo labbro stava vibrando leggermente e i suoi occhi erano chiusi in modo stretto. Decisi di ignorarla.

Un po' di minuti dopo, la sentii di nuovo. Aveva lacrime che scorrevano giù lungo le sue guance e stava tirando su con il naso. Storsi la bocca. Non mi piaceva vedere la mia piccolina piangere così attorcigliai le mie braccia in modo sicuro attorno a lei. Si accoccolò e misi le coperte su di lei. Sentii ancora più piagnucolii fino a quando lei non cominciò a piangere del tutto. La presi e la cullai sul mio fianco.

"Shh, shh. Va tutto bene, gattina. Drew è qui"sussurrai.Il suo labbro stava tremando di nuovo.Mi sentii male.Lentamente la dondolai avanti e indietro.

"E' tutto ok, piccola"le baciai la testa.
Non funzionava, adesso stava singhiozzando.

Provai a cullarla e a svegliarla ma niente. Continuò a singhiozzare. Mormorava ancora qualcosa, ma non riuscivo a capire cosa stesse dicendo.

"Piccola per favore, basta piangere"mi alzai e la scossi.Non so perché,ma la fece piangere ancora di più.Ero ovviamente stanco e non sapevo cosa fare!

Aspetta!

Afferrai il mio telefono, scesi lungo i miei contatti e cliccai su 'piccolina'. La chiamai e lasciai che suonasse fino a quando, finalmente, mi rispose.

"Ciao?" La sua voce era disorientata. "Hey piccola, sono Jason." dissi.

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"Lo so.. ho il tuo numero Jay." Risi un pò. "Che succede?" Sembrava stanca.

"Beh, Katrina piange nel sonno. Non so cosa fare." ammisi.

"Hai provato a svegliarla?" chiese.

"Si, non l'ha fatto. Ho provato a dondolarla e a parlare. Dovrei dirlo all'infermiera ?" domandai.

"No, non le piace." Sentì Katrina piagnucolare di nuovo.

"Piccola, che devo fare ?" mi lamentai.

"Vuoi che venga lì?"

"Se vuoi, ho solo bisogno che tu mi dica cosa fare." Non volevo che lei guidasse a quest'ora. "Avvolgila in una coperta."

"Ho provato" sospirò quando sentì Katrina piangere ancora. "Ok, sto venendo."

"Piccola, no." dissi.

"Tesoro, sta piangendo. Non voglio che lo faccia." disse.

Sentì camminare. "Ryan." sussurrò. "Mmmh." sentì. "Sto andando all'ospedale, Katrina non riesce a dormire. Verrò domani, okay ?" "Starai con Jason?" farfugliò. "Si." "Ok, stai attenta." rispose.

Sentì ancora dei passi e delle chiavi. "Bene, sarò lì tra poco. Aspettami davanti l'ospedale, per favore." chiese. "Okay, ci vediamo tra poco." dissi prima di attaccare.

Raccolsi Katrina mettendola tra le mie braccia con la coperta. Stava ancora piangendo e odiavo questa situazione. Non mi piaceva vederla piangere, in quel momento mi sentivo come un padre per lei e non sapevo nemmeno il motivo..

La portai con me giù con l'ascensore e mi diressi verso l'entrata. Vidi parcheggiare una macchina, Bella uscì con il suo pigiama ed uno zaino. I suoi capelli erano un po' in disordine e aveva messo una giacca. Aprì le porte per lei.

"Hey, bellissima." dissi. Lei si sporse e mi diede un bacio a stampo. "Continua a piangere la maggior parte della notte." assunsi un'espressione accigliata. "Sta ancora parlando." aggrottai le mie sopracciglia.

"Ti odio perché mi hai svegliata. Sto scherzando. Cosa dice ?" chiese e io mi strinsi nelle spalle. "Dimmi quando la senti." Annuì. Posizionai Katrina sul mio fianco e afferrai la mano di Bella, intrecciando le nostre dita.

Salimmo di nuovo in camera mia. Io mi sedetti con Katrina e Bella si mise accanto a me. Rabbrividì.

"Perché la tua stanza è sempre così fredda quando sono qui ?" strofinò le sue braccia e portò le sue ginocchia al petto. Ridacchiai.

"Mi piace fredda." sorrise.

"Anche a me, ma non così tanto! Mi sento un ghiacciolo!" sussurrò urlando. Misi Katrina accanto a me e allungai il mio braccio.

"Aw! Vieni qui, piccola." dissi. Scivolò più vicino a me e circondai le sue spalle con il mio braccio. Lei portò le coperte su noi. "Ah, più caldo." si accoccolò contro di me. Sentì dei piccoli sospiri e più borbottii.

"Bella, sta parlando di nuovo." sussurrai. Bella si chinò vicino la testa di Katrina, ascoltando attentamente. Io corrugai le sopracciglia. "Cosa ?" chiesi.

"Sono i suoi genitori." continuò. "Sta mormorando 'no papà, no mamma.'" mi accigliai.

"No piccola, Bella e Jason sono qui." lentamente tolsi via le lacrime dalle sue guance. Bella si alzò e afferrò la sua borsa. "Cosa stai prendendo?" chiesi. Uscì fuori qualcosa di viola. Assunsi un'espressione confusa quando realizzai che si trattava di una coperta.

"Lei ama la mia coperta." distese le braccia in avanti e tolse Katrina da me. Avvolse la coperta attorno a le e la cullò. Mi sdraiai.

"Ha un buon profumo." dissi.

"Ecco perché la ama." rise leggermente.

"Shh Katie." diede dei colpetti leggeri sulla sua schiena. Io le guardavo mentre Katrina lentamente alzava le sue sopracciglia e dopo si rilassò un pò.

"Woah, sei davvero brava in questo." dissi. Bella sorrise. "Sei come una mamma per lei." ridacchiai.

"E tu sei come il suo papà." disse e io sorrisi. Misi il mio braccio attorno a lei e le baciai la testa.

" Siamo come una piccola ed inesistente famiglia, con una bambina che non è realmente nostra figlia ma che agisce come se lo fosse." Lei accennò una risatina. Katrina smise di piangere e Bella si stese di nuovo con lei. La bambina si accoccolò ancora di più nella coperta di Bella. Io rimisi il mio braccio attorno a lei.

"Sei carina così." Le indicai lei che dondolava Katrina. Ridacchiò. "Ti ho mai detto quanto ti amo?" chiesi. Lei arrossì di più e abbassò lo sguardo. "No, meraviglia, guardami. Sei tenera quando diventi timida." risi e presi la sua faccia in modo da guardarla. Le sue guance bruciarono ancora di più.

"Sai.. mi uccide il fatto che tu non mi dirai mai di amarmi. Ma se non lo fai.. I-Io capisco. Mi dispiace farti sentire a disagio." corrugai le sopracciglia. La sua testa scattò.

"No. Non dirlo. Ho le mie ragioni per non dirtelo." la sua voce era rotta e borbottò l'ultima parte.

"Quali sono queste motivazioni ?" chiesi.

Out of my mindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora