Capirolo 3

176 2 2
                                    

Lei si alzò, scoprendo metà della sua nudità e trascinandomi, completamente vestito, con se dentro quel laghetto, molto molto caldo.

«Questo è assurdo, perché hai fatto un gesto simile?» Le chiesi, infuriato.

«Per divertirci e per conoscerci »  disse sorridendo e mostrando i suoi denti pulitissimi. Anche da questo dettaglio si poteva capire la sua classe di provenienza, non tutti potevano permettersi di curarsi così tanto.

La guardai con circospezione.
Il suo comportamento infantile mi stava infastidendo.
Non so come si comportano qua le ragazze, ma non posso tollerare una cosa simile, primo perché non si da mai confidenza ad uno schiavo, secondo posso finire nei guai con il mio padrone.

«Sei solamente una bambina infantile, non comportarti più così. Io non voglio conoscerti.» dissi stringendo le mani per la frustrazione.

Al suono delle mie parole i suoi occhi si abbassarono.
Sembrava una bambina intimidita e indifesa, era rimasta male alla mia reazione, le si leggeva in faccia.
Il suo era un comportamento ingenuo, sicuramente non per malizia e se fossi stato libero, senza nessun vincolo, magari avrei anche approfittato della sua infantilità, come solo un giovane ragazzo sa fare.

Confesso che mi trovavo davvero bene in quel laghetto caldo e accogliente, ma il mio padrone si aspettava sicuramente tantissime medicine e ogni oggetto utile per il mio lavoro.
Una volta usciti non mi voltai a guardarla nemmeno una volta, primo perché non potevo guardare il suo corpicino grazioso e molto invitante, secondo perché ero ancora arrabbiato, doveva capire che con me non poteva mai avere nessun tipo di rapporto.

Arrivati a casa presentai ogni tipo di erba medica al mio padrone, gli spiegai le loro funzioni e la loro utilità.
Inoltre gli mostrai alcuni oggetti, comprati al ritorno, pratici per ogni tipo di ferita.
Compiaciuto e soddisfatto mi fece cenare insieme a lui e sua figlia, la quale non proferì una sola parola, si limitò a guardare il suo piatto ed annuire a suo padre.
Certo che le donne Romane sono davvero diverse, molto sensibili e suscettibili.
Da noi invece sono molto più razionali e meno impulsive, non si offendono facilmente e non trapelano emozioni.

Il giorno seguente, accompagnato dal mio padrone andai alla riunione con altri medici Romani, erano davvero curiosi di conoscere i miei segreti e le mie tecniche, ma in questo campo avevano davvero molte più conoscenze delle mie.
Loro usavano poche erbe mediche e questo fu un punto a mio favore, in quanto più avevo qualcosa da insegnare e più la mia persona assumeva importanza.
Invece io volevo imparare tutte le loro tecniche, poiché ero sbalordito: riuscivano a togliere le frecce dai corpi e con un filo chiudevano la ferita, pulendo prima e dopo ogni oggetto utilizzato per il loro lavoro.
Mi spiegarono che la ferita chiusa così riusciva a guarire più in fretta, inoltre bisognava lavare bene tutti gli oggetti utilizzati per il compimento del proprio lavoro, perché potevano diventare velenosi per l'uomo.
Fui davvero soddisfatto, infatti imparare da loro fu una cosa su cui essere davvero felice, anche se ero pur sempre uno schiavo.

Per tutta la settimana, la figlia del mio padrone non si fece vedere.
Mi ignorava a tavola e quando la incrociavo mentre andavo in camera mia. Non riuscivo a capire se era ancora offesa o il suo era solo un dispetto, ma quest'ultima ipotesi era da escludere, perché non ho mai mostrato alcuna importanza per lei a tal punto da farle credere che io potessi stare male per i suoi capricci.

Ogni sera prima di coricarmi, visitavo il mio padrone, gli consigliai di mangiare più sano poiché la sua grossa pancia poteva essere un problema con i suoi anni, se voleva essere in forma e sano doveva iniziare con l'alimentazione.
Continuai inoltre le mie visite dai medici illustri Romani, volevo imparare ogni tecnica possibile, così quando sarei tornato dalla mia gente avrei portato qualcosa di nuovo per loro.

Stavo tornando come sempre nella mia camera, era tardi e avevo molto sonno, ma qualcosa attirava la mia attenzione: tante piccole goccioline rosse andavano in una direzione precisa, la sua camera.
Sembrava sangue.
Sicuramente nemmeno se ne sarà accorta, infatti chiamai una donna, la serva più anziana, a pulire il pavimento prima che lo vedesse il padrone.
Cosa avrà combinato questa volta?

The Slave Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora