Capitolo 12

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Il mio istinto mi diceva di andare da lui, anche se Adele mi teneva per un braccio.
I soldati si stavano allontanando velocemente, sembravano diverse chiazze che pian piano si rimpicciolivano.

«Devo andare ad aiutarlo, è contro la mia morale, contro me stesso, non posso non salvarlo.»

«Ermes è pericoloso, sono troppi e noi siamo solo in due.» Gridò Adele.
Era preoccupata, lo capivo dall'intonazione della sua voce, sembrava tremare.

«Devi stare sveglia e lucida, io vado da solo, tu resta qua. Se qualcuno ti attacca dovrai difenderti da sola.» Le dissi guardandola negli occhi, non le sarebbe successo niente se fosse rimasta, nessuno l'avrebbe attaccata ma glielo dissi solo per non sminuirla, perché infondo fu brava ad usare le armi.
I soldati erano scomparsi davanti  ai nostri occhi, qua era più tranquillo e mi fidavo di più a lasciarla da sola.

Adele si guardava intorno, le punte dei suoi capelli castani fluttuavano in direzione del vento.
Stringeva con tutte le sue forze la bretella marrone della sua sacca, posizionata sulla spalla sinistra, mentre l'altra restava a penzoloni dietro di lei.
Sembrava turbata e spaventata allo stesso tempo, dopo quello che era successo la notte precedente magari si aspettava di più da me, ma proprio per questo non potevo portarla da quei soldati, erano troppi e l'avrebbero uccisa nel mentre che avrei cercato di liberarmi di alcuni di loro.

«Ermes io non voglio stare da sola, voglio venire con te! Sono più utile così, poi ho paura.» Mi disse venendomi incontro con un passo svelto.

«Finiscila di comportarti come una bambina, quando sei scappata non avevi paura, quindi ora non dovrai averne. Non seguirmi Adele e non farmi arrabbiare. Ti raggiungerò presto.» Uscirono tante parole spregevoli dalla mia bocca come un fiume in piena, non era mia intenzione offenderla e tantomeno essere così aggressivo, ma dovevo proteggerla.

Cavalcavo il mio cavallo con molta agilità, dovevo muovermi velocemente per poter trovare subito le guardie.
Ero affamato e assettato, le ultime scorte le aveva lei, quindi dovevo fermarmi a cercare qualcosa da mettere sotto i denti.
Dopo pochi passi da Adele gli alberi erano diminuiti sempre di più, la terra era più umida, le impronte degli zoccoli diventavano sempre più profonde e questo ci rallentava.
Ci trovavamo in prossimità di un fiume molto grande, circondato da terra e alberi, solo che la mia riva era costituita da molta più terra umida rispetto a quella opposta.

Avevo lasciato il cavallo vicino ad un albero circondato da tanti germoglietti verdi, così poteva mangiare anche lui.
Volevo pescare diversi pesci e metterne alcuni dentro la sacca delle scorte, rimasta vuota da qualche giorno, così se fossi riuscito ad andare da Adele entro questa giornata, avremmo mangiato finalmente qualcosa di più squisito.

«Ottimo quel pesce, avevo giusto molta fame.» Mi disse una voce femminile, non sembrava assolutamente la sua, ma quella di un'altra ragazza.

Una bellissima donna si era avvicinata, non capivo se per il pesce o per me.
Indossava una mantella marrone che le scopriva delle lunghe e bellissime gambe, le quali erano messe in evidenzia da degli stivali particolari: si intrecciavano lasciando i piedi, le caviglie e le gambe fino alle ginocchia scoperte in alcuni punti.

«Perché vuoi del mio pesce?» le chiesi con circospezione.

I suoi occhi a mandorla celesti divennero sempre più vicini, così come la sua bocca carnosa, le cui labbra erano più allungate rispetto a quelle di Adele.

«Perché so dove si trova il tuo amico, posso aiutarti, ma tu prima offrimi da mangiare.» mi disse in un sussurro su un orecchio.

La sua voce mi aveva fatto tremare, avevo tutti i peli drizzati e la mia parte maschile si era irrigidita.
Le avevo offerto uno dei pesci che avevo pescato, glielo avevo tagliato e pulito, incantato dalla sua particolare bellezza.
Sentivo qualcosa dentro, qualcosa che mi spingeva a comportarmi nella maniera più sbagliata possibile, ero confuso, come non lo sono mai stato.

«Come fai a sapere chi sto cercando e cosa sto facendo in questo luogo?»

«Me lo hanno rivelato gli Dei, mi hanno predetto che ti avrei incontrato qua.» Mi disse accompagnando la frase con un sorriso smagliante.
La sua voce arrivava alle mie orecchie come un soffio di vento.

«Sai, dove siamo ora la terra è più fertile e più umida, è nuova.» mi disse in un sorriso.

Qualcosa dentro di me ribolliva, sentivo un formicolio in tutto il corpo.
Che razza di donna è mai questa?

«Come è più nuova?» Le chiesi incuriosito.

«Si dice Alluvio e si ha quando il fiume aggiunge terra al fondo rivierasco, per questo è ancora molto umida.» disse in un sorriso.

Alluvio.. sicuramente anche Adele me lo avrebbe detto..

«Dobbiamo andare, devo tornare da Adele prima che faccia buio.» mi ricordai di lei, era sola e io dovevo fare in fretta.

«Non puoi, abbiamo perso molto tempo stando qua, ci metteremo almeno un giorno a raggiungerli. Sono diretti dall'imperatore, se vai da lei non riverirai più il tuo amico.» Mi disse in un sorriso.

Non sapevo cosa fare: se fossi andato con questa donna avrei sicuramente perso Adele.
Poteva succederle qualsiasi cosa in questo giorno, magari potevo metterci anche molto più tempo con quelle guardie e lei sarebbe rimasta sola per chissà quanti giorni.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 08, 2018 ⏰

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