Compagni di stanza

1K 78 58
                                    

E così, dopo cena, ci troviamo in camera mia...posso sentire i due adulti fare cose che non voglio immaginare

Frank è steso sul letto di Mikey, ancora che smanetta sul cellulare ed io gli do le spalle seduto alla scrivania: sto cercando di disegnare ma il rumore del cellulare che sta usando il nano, si, Frank è bassissimo, mi distrae

-è così difficile per il tuo cervellino usare delle cuffie o abbassare il volume?-  gli dico acidamente e sbuffando

-no, ma sai...Spero di darti fastidio- risponde con strafottenza, mi giro il poco che basta per vederlo ghignare, quanto è infantile?

-mi dispiace per te, stronzo, ma le tue speranze sono sbagliate-  e per dimostrarglielo mi rimetto a disegnare ignorandolo definitivamente

Passiamo circa dieci minuti con solo il rumore della mia matita che gratta contro il foglio

-Gerard, mi odi?- questa domanda mi spiazza completamente. Non lo odio, cioè, non credo...alla fine non mi ha fatto nulla. Odio sua madre, non lui...Ma non posso nemmeno dire che se fosse per me non lo farei soffrire

-no frank, non ti odio-

-peccato, perché io lo faccio con te-  per un attimo sento male al cuore, come un vuoto, ma dura nemmeno il tempo di un respiro, non mi preoccupo mica

-allora non ti sprecare a parlarmi, fratellino-  so di averlo infastidito con il nomignolo.
Infatti si alza e viene verso di me, gira verso di se la sedia girevole su cui sono seduto e noto che siamo quasi alla stessa altezza, solo che lui è leggermente chinato in avanti, mi scappa una risatina: Frank è il ragazzo più basso che io abbia mai visto.

Mi guarda malissimo -senti Gerard, io non sono e mai sarò tuo fratello.  Quando, anzi, se verrò a vivere qui sarà finché mia madre non si stanca di scoparsi tuo padre-  riconosce che sua madre è una troia, forse ha un cervello...forse -e poi andremo via, quindi non affezionarti o cazzate simili...Non saremo mai nulla- 

-oh, povero Frankie, vuoi fare il duro eh? Ti senti solo, di vede e si, non saremo mai nulla perché sei uno stronzo-  alle mie parole reagisce diversamente da come pensavo: delle lacrime  cominciano a scendere dalle sue guance ed io mi sento in colpa, anche se non dovrei. A me non interessa di lui

Mi faccio un po' di coraggio e lo tiro sulle mie gambe in modo da abbracciarlo e lui, sorprendentemente, me lo lascia fare, anzi, si accoccola sul mio petto e trema leggermente...Non volevo stesse così per colpa mia

Dopo qualche minuto sembra calmarsi, mi guarda serio e mi dice: -non farti strane idee, continuo ad odiarti-

Okay, spero che il capitolo non faccia troppo schifo e boh, domani non credo che avrò il tempo di aggiornare e Lunedì penso che non sarò nelle condizioni mentali per mettermi a scrivere, ripp
Spero di aggiornare presto bye

Non riesco a dormire [Frerard] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora