Prologo

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Mi sveglio di soppiatto a causa del rumore assordante della sveglia. Il display rosso indica le quattro di notte. Merda. Mi alzo ancora assonnata e barcollante dal mio morbido letto,  e mi rendo conto che ho dormito solo tre ore. Ho passato l'intera serata a riguardare tutti i film drammatici presenti nella mia lista Netfilx con in aggiunta una bella ciotola di patatine fritte e in compagnia dei biscotti al cioccolato che mamma ha preso nel supermercato qua vicino. Diciamo che la maniera che ho per deprimermi è divertente finché i pensieri non mi assalgono la mente. Di solito uso questo metodo quando  litigo con mamma per aver sbagliato a fare il bucato o quando Shelley insite a farmi uscire di casa andando ad odiose feste, non di certo per un ragazzo. La colpa di tutto questo è James Carter, l'unica persona che io abbia mai amato e odiato in tutta la mia vita. Avevamo fatto undici mesi quando, il mese scorso mi ha lasciato in cinque minuti davanti la soglia del Luke's food per motivi banalissimi. Secondo lui ero troppo gelosa e opprensiva nei suoi confronti, arrogante e antipatica durante i litigi e permalosa quando diceva di avere ragione, però penso che non sia quello il vero motivo. Era già da un po' di tempo che quando mi avvicinavo a lui per coccolarlo o abbracciarlo, mi scansava in malo modo dicendo che era stanco e che quella sera non aveva voglia di affetto. È sempre stato un tipo strano sia con me che con gli altri: era chiuso e distaccato quando voleva stare un po' da solo, quando ero con i suoi amici era un po' stronzo con me ma pensavo che lo facesse solo per farsi vedere, anche se le cose poi non sono cambiate. Non so il motivo per cui io mi sia innamorata di lui; forse per i suoi capelli biondi che al sole sembrano dorati o per le sue mani così curate e morbide. Non di sicuro per il suo modo di vestire o per la sua dipendenza per le feste, il fumo e l'alcool. Quando a scuola era sparsa la voce che il ragazzo più fico e popolare del college si era innamorato di me, mi sono sentita morire dentro perché nessuno, prima di allora, aveva provato qualcosa per me. Shelley che ci era stata insieme per quasi tre mesi, un record per lei, aveva detto che l'unica cosa che a lui importava non era di certo le serate passate a casa davanti un bel film, ma farsi più tipe dei suoi compagni al venerdì sera e poi chi sa, anche portarsele a letto. Dovevo ascoltare le sue avvertenze e i suoi consigli, invece eccomi qua a piangere come una stupida, per un ragazzo stupido, di una scuola stupida. Per consolarmi Cara e Shelley hanno deciso di portarmi in vacanza con loro, in modo tale che mi distragga un po' e mi diverta. In effetti passare un po' di tempo con loro e staccare da tutti, non sarebbe male come cosa. Devo solo non pensarci e andrà tutto per il meglio. Mi dirigo in bagno per rinfrescarmi il viso e mi viene in mente che ho dimenticato di fare la valigia. Corro in camera facendo attenzione a non far cadere tutto e la appoggio sopra il letto. Comincio a tirare fuori quello che potrebbe servirmi in vacanza e alla fine opto per delle canottiere colorate, pantaloncini corti, costumi e alcune felpe in caso dovesse piovere. Vado a fare una veloce doccia per poi vestirmi comoda e finire di preparare le ultime cose. Controllo l'ora sulla sveglia: sono già le cinque. Apro la finestra per far arieggiare la stanza fino a quando non sento una presenza alle mie spalle.

"spiegami per quale motivo stai facendo così tanto rumore alle cinque di mattino. Ti ricordo che, anche se è estate io lavoro e non dormo come te fino alle undici della mattina" mi giro e vedo mia mamma farsi il nodo sulla vestaglia di seta blu che gli ho regalato per il suo compleanno. Il suo viso è stanco e i suoi capelli scompigliati. Deve essere proprio difficile lavorare come infermiera al centro ospedaliero di Riverside.

"scusami mamma non volevo, solo che mi ero dimenticata di fare la valigia" dico mentre sistemo le ultime cose. Con la coda dell'occhio vedo un sorriso perplesso sul suo viso, prima di vederla sparire in corridoio.

🌊🌊🌊
L'aria fresca di prima mattina è la cosa più bella in estate. Durante il tragitto, mamma mi fa il solito discorso che fanno le madri alle proprie figlie da quando si è piccoli fino a quando non avrai trent'anni e con una famiglia da gestire.

"mi raccomando non fumare, non drogarti, resta sempre con le tue amiche, non nuotare troppo al largo perché potresti annegare, non bere, non fare cazzate, non perderti, non dare retta agli sconosciuti, non uscire quando è troppo tardi sai non si sa mai, e soprattutto chiamami quando arrivi" dice tutto ad un fiato prima di cambiare canzone. Annuisco con la testa prima di capire di che cosa stanno parlando le mie due amiche.

"allora pronta per partire?" mi chiede Shelley avvicinadosi di più al mio sedile.

"si perché non dovrei, sono felice"

"bene mi fa piacere che tu stia meglio"

"signora Jackson fra 50 metri giri a destra per l'aeroporto" dice Cara guardando la freccettina blu indicata sul navigatore. La vecchia jeep di mia mamma non ha tutto questo lusso all'interno.

Arrivate in aeroporto, saluto abbracciando forte mia mamma per poi dirigerci a fare il check-in. Mi dispiace lasciarla da sola, in fondo l'unica persona che li è rimasta sono io. Mentre aspettiamo il nostro delizioso cappuccino, sentiamo una voce provenire dall'auto parlante.
"Le signorine Cara Turner, Shelley Patel e Alice Jackson sono pregate di recarsi all'imbarco per il volo 426AJ316 diretto a Santa Monica in California"

Se qualcuno ci avrebbe ripreso in quel momento, saremo state perfette per interpretare la Famiglia Addams. Non so con che logica o con quale velocità sopranaturale abbiamo avuto in quel istante, ma siamo arrivate in tempo. Ci accomodammo nei posti da tre e sistemiamo i nostri bagagli a mano nei scompartimenti sopra di noi.

"non ho mai sopportato gli aerei" dice Shelley sistemandosi al mio fianco. "troppo confusionari per i miei gusti, ma se devo farlo per te lo faccio più che volentieri."

Mi limito a sorridere mentre mi allaccio la cintura.

"come stai?" mi chiede Cara cercando di non apparire nervosa per quella domanda.

"come una che è stata lasciata però pian piano mi sta passando"

"beh se hai bisogno sai che ci sono" dice sorridendomi. Noto solo adesso le sue bellissime lentiggini color rame sul viso, però mi limito a ricambiare il sorriso.

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Primo capitolo della storia! Spero vi piaccia. Fatemi sapere com'è così posso continuare e commentate. Buona lettura!💖

Un errore quasi perfettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora