capitolo 8

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Dopo aver fatto colazione vado a prepararmi per andare al mare.
Mi metto il bikini rosso e i sandali e sopra un prendi sole blu e bianco.
Prendo la borsa e scendo in strada.
Per tutta la notte ho ripensato a Marco e alle sue parole.
Una parte di me era felice che fosse tornato ma l'altra lo odiava ancora.
Sapevo che avevo faticato a riprendermi dopo che lui mi aveva ingannata  in quel modo.
Però a volte ripensavo ai momenti belli che avevamo passato insieme.
Ed erano molti.
Il suono di un clacson  mi riporta alla realtà.
"Ehi Savii sei pronta ?"
"Si si."
Sebastian era in macchina e Cecilia si era addormentata. Erano le 8 e lei ancora dormiva.
"Tutto bene?"
"Si. Si stavo pensando"
"Spero a cose belle. "
"Si."
Stavo per entrare in macchina quando vedo Marco che stava vendendo nella mia direzione.
"Ehi Savii te ne stai andando?"
"Ciao Marco, si oggi ho impegno. "
"E io che stavo venendo  per fare colazione insieme. "
E agita le buste del bar.
"Scusa. Sarà per un'altra volta. "
"Certo. Abbiamo tempo. Buona giornata."
Si avvicina e mi da un bacio a stampo sulle labbra. Io resto immobile perché non me lo aspettavo.
"Si. Ciao."
Credo che Sebastian abbia visto tutto.
Entro in macchina e partiamo.
Io resto in silenzio perché non so cosa dire e mi sento in imbarazzo.
Cecilia dopo qualche ora si sveglia ed è  l'unica tra noi ad essere allegra.
" buongiorno Savii. È  una bella giornata  per andare al mare "
"Si certo  "
"Sebastian quanto ci vuole ancora per arrivare ?"
"Ancora un po. Ma ci fermeremo ad una stazione di servizio  per fare benzina tra qualche minuto."
"Ok."
Intanto io ricado  nel mio silenzio.
Alla stazione di servizio Cecilia scende per andare in bagno e per comprare delle gomme da masticare. Sebastian fa rifornimento.
Io resto in macchina. Chiamo Tommaso.
"Ehi Tom. Dormi  ancora?"
"No Savii. Sono sveglio da ore.. è successo qualcosa.?.ti sento strana.."
"In effetti si."
Parlavo a bassa voce nella speranza che Sebastian non mi sentisse.
"Ieri ho incontrato Marco."
"Cosa ?! E che vuole?"
"Me. O meglio vuole riallacciare i rapporti  con me. Dice che si è comportato male quando è partito senza dirmi niente e..."
"Savii. Non farti intortare dalle sue parole. Lo sai che hai sofferto molto e sai quanto ci hai messo a riprenderti. Credo che tua madre ti abbia detto le stesse cose o sbaglio?"
"No. Uguali." Avevo le lacrime agli occhi.
"Senti io non posso dirti cosa devi fare. Quello solo tu e il tuo cuore lo sapete. Pensaci bene. Non farti addolcire dai ricordi perché servono solo a farti confondere. So che ti piace Sebastian. L'ho visto da come lo guardi  di nascosto. E  lo so che non gli vado a genio ma è normale. 
Però so che io per te ci sarò  sempre. Marco o Sebastian, non importa a chi dovrò darle  ma basta che tu sia felice."
Stavo piangendo già al 'pensaci bene' e ora ero  in un mare di lacrime. Tiro su con il naso e mi asciugo gli occhi con un fazzoletto.
" Ti voglio bene. Grazie."
Chiudo la chiamata e dopo qualche minuto tornano Sebastian e  Cecilia.
Ripartiamo e questa volta sono un po  più serena di come sono partita.
"Tutto bene? Hai gli occhi lucidi."
"Si si. Mi ha chiamato un amica che non sentivo da tempo e mi ha fatto ricordare cose passate. Niente di importante. "
"Ok." 
Sebastian torna a guidare e ogni tanto allungava  la mano per cambiare canzone. Cecilia era impegnata in un gioco sul suo smartphone e non ci dava retta.
Guardavo Sebastian e  cercavo di memorizzare ogni punto del suo viso.
I capelli castano chiari  , le lunghe ciglia che contornavano gli occhi verdi, la mascella leggermente pronunciata e le labbra. Con quella leggera abbronzatura le sue labbra risaltavano  di più e anche i suoi occhi. Avrei potuto passare ore a guardare quelle labbra. Per non parlare delle braccia  e delle mani. Non pensavo che esistessero delle mani così belle. Così maschili e allo stesso tempo forti. Lui gira lo sguardo verso  di me e io mi sento colpevole di averlo fissato così a lungo.
Mi metto gli occhiali da sole e torno a guardare fuori dal finestrino.

Arrivati a mare, entriamo con la macchina in una strada dove c'erano delle piccole villette a schiera . Sebastian si ferma e scendiamo.
"Quella é  la nostra casa. Ci veniamo solo quando siamo qui. I miei genitori l'avevano comprata quando ero piccolo ma poi non ci siamo più tornati dopo.. va beh portiamo dentro le cose. "
"Si. Cecilia mi aiuti?"
"Certo. Dammi questa."
Io prendo le borse e Sebastian  ne prende una grande dove c'erano le scorte di cibo. Entriamo in casa e resto a bocca aperta.
Che casa. Molto stile Malibu beach ma con un tocco italiano.
Portiamo il tutto in cucina e anche li vedo che gli elettrodomestici  sono praticamente nuovi. Per non parlare dei mobili del soggiorno.
"Questa è la cucina. Li c'è  il soggiorno e in fondo due camere da letto e un bagno. Su nel soppalco c'è  un letto matrimoniale  e un altro bagno piccolo. Se vuoi riposare prima di andare in spiaggia , fai come se fossi s casa tua ."
"Grazie.  "
"Cecilia aiutami a sistemare le scorte in frigo. "
"Ma io volevo andare in spiaggia. "
"Si ma prima dobbiamo sistemare qui è poi ti metterai  la crema e poi potrai  andare in spiaggia."
Vado in fondo e trovo le due camere da letto e il bagno.
Dopo essermi lavata il viso esco e mi dirigo verso il soggiorno. Di Sebastian  e Cecilia  non c'era traccia. Apro la porta finestra e esco in veranda. Da lì si ha accesso alla spiaggia e li trovo Cecilia che si era messa a giocare  con la sabbia. Mi volto per tornare in casa e vedo Sebastian di spalle sul soppalco mentre si toglieva la maglietta e le scarpe per mettersi le infradito. 
Resto a guardarlo mentre si sfila la maglietta e vedo comparire  le sue spalle così forti e dure. Aveva 27 anni ma non li dimostrava per niente.
Smetto  di fissarlo e vado a prendere il mi asciuga  mano e le infradito.
Scendo in spiaggia  e mi tolgo il prendi sole. Mi metto  la crema e mi stendo al sole.
Mi metto le mie cuffie e inizio la playlist. Con tutta la musica sento  Cecilia che ride e gioca a palla con il fratello. Essere figlia unica non é sempre uno spasso.  Li guardo con invidia  perché avere qualcuno con cui giocare o solamente parlare dev'essere bello.
Ad un tratto Cecilia viene da me. Era rossa in viso e tutta sudata.
"Savii vieni con noi a giocare. "
"Tra un po  vado a farmi il bagno.. voi giocate pure."
"Dai anche noi faremo il bagno."
"Ok ora vengo. "
Non mi ero vergognata  a stare qui,lontano da Sebastian ma ora l'idea di alzarmi e andare in acqua dove c'era anche lui mi imbarazzava un po.
"Savii vieni o no?"
Cecilia incalza ancora.
"Eccomi."
Devo alzarmi per forza. Non posso stare tutto  il giorno al sole.
Mi alzo e mi sciolgo i capelli.
Sebastian mi vede e mi guarda.
Io cerco di affrettarmi  ad entrare in acqua così almeno sarò  al sicuro  li.
Mi spingo un po più a largo e inizio a nuotare. Ho sempre amato il mare. Da piccola mio padre mi faceva fare le immersioni insieme per vedere i pesci e i fondali.
Torno da Cecilia e vedo che è sola.
"Tuo fratello dov'è  ?"
"È  andato un po a largo. Lui fa sempre così.. tranquilla sa nuotare bene."
"Ok."
"Vado un attimo a casa a bere. Torno subito."
"Va bene."
Resto in acqua  da sola e non vedo Sebastian  da nessuna parte.
Mi stavo iniziando a preoccupare.
Mi faccio un giro a largo e non lo vedo.  Vedo  degli scogli e decido di andare li.
Arrivo agli scogli e oltre c'era  una piccola rientranza. Percorro lungo gli scogli la distanza che c'era tra me e quell'angolo nascosto e vedo che Sebastian era  li. Stava seduto su un piccolo scoglio e lanciava pietre nell'acqua. Mi avvicino e lo chiamo.
"Finalmente ti ho trovato."
"Come hai fatto  a trovarmi?! Nessuno sa di questo posto. "
"Mi stavo preoccupando  visto che non tornavi e così ho fatto un giro a nuoto e sono arrivata davanti agli scogli. Ho visto la rientranza. E  ti ho trovato qui. Bello il posto."
"Eh sì. Ci vengo sempre quando veniamo qua. Anche per 5 minuti ma ci vengo sempre. Per pensare.
"È  veramente bello.. Ma  Ora sarà meglio andare. Cecilia si starà chiedendo dove siamo.."
"Quello di sta mattina era Marco? Il tuo non più ex ?"
"Si era lui . Ma é  ancora il mio ex . Non stiamo insieme."
"Dal bacio che ti ha dato sembrava il contrario."
"Mi ha colto di sorpresa. Non lo avrei mai baciato. Non è significato  niente."
"Non mi devi alcuna spiegazione. Sei libera di fare quello che vuoi. E con chi vuoi."
"Si è  presentato ieri sera a casa mia chiedendomi perdono per quello che mi ha fatto. Sono confusa. Una parte di me vuole perdonarlo ma l'altra mi dice di stare lontana.. Magari fosse così facile. "
"La vita non è tutta rose e fiori. Devi scegliere e quando scegli quello é per sempre."
"Com'è che quando ti ho conosciuto eri così brusco e ti atteggiavi tipo play boy e adesso sei così riflessivo e pieno di consigli?"
"Non sempre quello che mostriamo alla gente è  veramente quello che siamo. Andiamo, Cecilia si starà chiedendo dove siamo finiti. "
Ce ne andiamo e torniamo da Cecilia.
Entrati in casa troviamo Cecilia che ci aspettava sulla porta.
"Ma dove eravate finiti ?! Mi avete lasciato da sola tutti e due e non sapevo se sareste tornati. La prossima volta che volete stare "da soli" andate in una camera d'albergo. "
"Cecilia bada a come parli."
"Si Cecilia io e tuo fratello stavamo parlando. Sono andata a cercarlo e ci siamo fermati a parlare. "
"Uffa. Voi due siete proprio testardi..
Andiamo a mangiare o no ?"
"Si sarà meglio preparare il pranzo. "

Sebastian si mette ai fornelli. Io e Cecilia apparecchiamo la tavola.
Come ha potuto una ragazzina pensare che io e suo fratello ci eravamo nascosti per stare da soli a fare chissà cosa...
Mangiamo e Cecilia va a dormire un po.
Sebastian e io ci ritroviamo in veranda. 
"É stupendo qui. "
"Si.. mia madre adorava questo posto."
"Ti manca vero..?"
"A volte.  Di sicuro ti avranno raccontato tutta la storia della mia famiglia e dell'incidente..."
"Si. Me ne hanno parlato. Ma nessuno mi ha parlato di te. Ti mostri a tutti come quello che niente può ferire. Eppure anch'io all'inizio quando mi hai urlato  contro  ti credevo  così. Però quando sei con Cecilia sei diverso.  Riesco a vedere oltre la tua facciata. Perché fai così?"
"Quando io e mia madre abbiamo avuto l'incidente tutti dicevano povero Sebastian. Ho sentito quella frase per 1 anno. Nessuno ha mai detto 'come stai' ? .. tutti a dirmi che dovevo essere forte e che mia madre sarebbe stata felice e tutte quelle cavolate che si dicono ai bambini sulla morte. Il fatto è che io non ero un bambino di 5 anni.. Ma ero un ragazzino  e mi ricordo ogni cosa. Lo schianto, l'odore di benzina, l'odore del sangue misto a quello del terreno e i vetri rotti che avevo dappertutto.
Mia madre era già morta quando mi sono svegliato nel fossato.
L'ho vista  accanto a me con  il sangue dappertutto. Io la chiamavo ma non riuscivo a svegliarla. Poi sono svenuto per il trauma cranico e mi sono svegliato 2 settimane dopo in ospedale. In quell'anno ho giurato a me stesso  che niente mi avrebbe fatto soffrire.  Non voglio più soffrire per qualcuno. Solo con Cecilia sono più umano perché è una bambina. Con lei non posso fingere perché mi scopre subito. È per quello sguardo che hai che non dico mai quello che ho o mi mostro  'umano'. Quello che vedo nei tuoi occhi é  compassione. E  io odio fare pena. "
"Non mi fai pena. Anzi ti ammiro. Non dico che è giusto mostrarsi inattaccabili  con le persone perché a lungo andare resterai da solo. Ma tu hai costruito un muro attorno a te che nessuno può rompere.
Ma un giorno arriverà quel qualcuno che abbatterà quei muri e allora tornerai alla luce. Invidio la tua capacità di renderti inattaccabile  con tutti. Io ero così dopo Marco. Ma solo con mia madre e alcuni miei amici.
Quando ho iniziato a lavorare da Dora lei da subito mi ha detto che c'è  qualcosa che mi tormenta. Tenersi tutto dentro non fa bene. Io l'ho fatto per 6 mesi. Poi sono scoppiata. Tu non mi fai pena per niente. Perché eri un ragazzino che ha visto la madre morta e nessuno si  è preoccupato  di lui.
E  tuo padre dov'era?"
"Lui all'inizio ha cercato di starci vicino .. Ma il suo lavoro lo teneva fuori casa per molto tempo. Poi quando ho cominciato a capire che Cecilia aveva bisogno di qualcuno l'ho sostituito e ho cercato di farle da padre e da fratello. Ormai mio padre passa più tempo all'estero che con noi. Ma adesso basta parlare. Andiamo a riposare. "
"Si."
Entrambi entriamo in casa e andammo in camera a riposare.
Mi addormetai e cercai di metabolizzare le cose che Sebastian mi aveva detto  poco fa.

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