Capitolo 20.

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Tutto quello che successe precedentemente, non le cancellò la fame, che, anzi, si era fatta sentire a gran voce. Camminò lentamente verso la cucina, portandosi addosso l'odore di chi non s'era lavato per giorni. Avvicinatasi alla porta semichiusa, udì delle voci famigliari. D'un tratto, quella, le si spalancò davanti ed Hanji sobbalzò dallo spavento, facendo cadere gli occhiali a terra e provocando un suono sordo, che risvegliò l'ambiente. Petra fece un passo verso di lei, inizialmente stupita, poi protese le braccia e la strinse forte a sé, in un caloroso abbraccio. «Come stai?» furono le prime parole che Petra riuscì a dire, dopo aver notato un'insolita preoccupazione negli occhi della donna. La ragazza indossava una camicia bianca di cotone: quella che di solito metteva per far colpo su qualcuno, poiché, a detta sua, le risaltava le forme. L'altra sorrise soltanto, guardando oltre le sue spalle, dove un'ulteriore figura, più minuta della prima, sembrava sorseggiare qualcosa cui odore le stava danneggiando il naso. Al ché, Petra si sorprese nel vedere, sul viso di Hanji, un'espressione disgustata. «C'è qualcosa che ti turba, Hanji?» chiese istintivamente, Petra, che aveva cominciato ad accarezzarle il braccio, come una vecchia amica. Dall'altra stanza, si udirono colpi di tosse e la ragazza, che tentava di tenere una conversazione con la mora, si precipitò in cucina, lasciandola completamente a sé stessa. Ma, curiosa, Hanji non aspettò il suo ritorno e la seguì, per vedere cosa fosse successo. Un uomo, con lo sguardo rivolto al pavimento, si lasciava sostenere da Petra, mentre Hanji lo fissava intensamente e le lacrime risalirono di colpo.

Ci sono momenti della vita, dove le emozioni si alternano in modo impetuoso, tanto da non riuscire a controllarle. Ed Hanji venne immersa in quel vortice di sensazioni, tanto grande che le sembrò di muoversi in un mare in burrasca da cui stentava a riemergere. Questo, quando gli occhi di Levi incrociarono i suoi. Non poté ignorare il fatto che sembrasse più cupo del solito. Che fosse colpa della sua presenza? Vacillò, mentre tentava di tornare indietro, senza schiodare lo sguardo vincolato dal volto del corvino, il quale sembrò mostrare una smorfia, preceduta dalla sorpresa di vederla così improvvisamente. Petra fu lesta ad accorgersi dell'atmosfera che si era venuta a creare. Volse l'attenzione su Hanji, che mostrava la sua bocca semiaperta, durante il tempo in cui cercava di sfuggirgli, per evitare di essere tormentata dalle emozioni che aveva trascurato per tanto tempo. «Han-» cercò di richiamarla, Petra, prima che potesse scappare ancora. Ma lei non lo fece. Piantò i piedi a terra e continuò a guardarlo, nel suo vano tentativo di raggiungerla. «Possiamo parlare?» domandò lui, sfiorandole la mano e trattenendosi dal stringerla fra le sue.
La donna rimase impietrita di fronte a lui, con gli occhi sbarrati e il capriccio di ribattere con rabbia, come mai aveva fatto finora. Ciò nonostante, poté solo restare lì, ad ascoltare quelle che sarebbero state, secondo lei, solo bugie. Ancora una volta, soltanto bugie. Sebbene, fosse ormai convinta di voler ascoltare quello che Levi aveva da dire, la situazione non fu dalla loro parte, che Moblit s'intromise nella conversazione, circondando le spalle della donna, con il suo braccio. Hanji, in quella posizione, non riuscì a nascondere il disagio e fece scivolare lo sguardo altrove, lontano da quella situazione tanto imbarazzante... «Buongiorno, caporale.» disse, con un sorriso sincero, il ragazzo, che strinse ancor più a sé Hanji. Non riuscì a far a meno di notare che Moblit lasciava intravedere il nudo petto, oltre la camicia sbottonata. E a Levi bastò quella scenetta, per mettere su una scusa e andarsene, così com'era entrato in scena. E la mora non fece nulla, per trattenerlo, ancora una volta. 

"I Love Her" | levihanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora