Sonya

113 10 2
                                    


Ciao Newt,

Non so bene cosa scriverti, in realtà.
Sei mio fratello e non su nulla di te. So solo che eri nel Labirinto nel gruppo A e che ti chiamavano Newt.
Non so nemmeno perché io ti stia scrivendo, francamente, non ricordo nulla, faccio persino fatica a pensare a come mi sono ricordata di te. Non so che faccia hai. Ti ho visto una volta e riesco a malapena a dire che sei biondo. Che eri biondo.
Perché dovrei scriverti? Per dirti che ti voglio bene? Non so praticamente chi sei. Non prendermi per una persona cattiva, ma non ti posso voler bene. Vorrei ma non ci riesco. Spero tu mi possa capire.
Thomas e Minho, li trovo molto simpatici, mi hanno raccontato qualcosa di te, mi hanno detto che eri una persona fantastica, buona, dolce e un ottimo capo e che hai sofferto tanto, ma non ti sei mai arreso. Hai combattuto fino alla fine contro quel virus. Fino a che non è diventato troppo forte per te.
Credo di ricordare di aver sentito il tuo nome, quando Janson ha fatto la lista dei non Immuni. Non avevo fatto caso a te, non sapevo chi fossi infondo. Sono contenta però che i tuoi amici ti descrivano così. Perché se tu fossi stato un bastardo, avrei scoperto di avere un fratello, che non ho mai visto e mai vedrò e che era un stronzo odiato da tutti.
Invece ho scoperto che eri una persona buona. Meglio, no?
Allora perché ti scrivo?
Non lo so.
Forse perché ho bisogno di sentirmi in contatto con qualcuno. Ho le mie amiche, ragazze a cui voglio bene che mi hanno accompagnato dal Labirinto fino alla "salvezza", se così questo buco si possa chiamare, ma credo di dovermi accontentare perché non posso avere nulla di meglio. Però sento un vuoto, credo lo sentissi anche tu, credo lo sentano tutti.
Mi manca la mia famiglia. Non ho idea di faccia avessero i nostri genitori. Nella mia testa ci sono solo piccole macchiette di colore da cui non posso tirare fuori dei ricordi. Chissà magari li hai incontrati.
Chissà come ci chiamavamo prima.
Mi piace immaginarmi bambina, abbracciata ad un bambino poco più grande di me, biondo, con un visino dolce e lo sguardo calmo. Mi piace immaginarmi a correre e giocare insieme, io e te soli, a dividerci un barattolo di, beh, di qualsiasi cosa mangiassimo.
Due piccoli bimbi felici, per quanto quella malattia facesse paura e il mondo facesse schifo.
Vorrei avere la memoria solo per potermi ricordare di te.
Biondo.
Alto.
Sono le uniche cose che so.
Vorrei averti qui solo per sapere di avere al mio fianco qualcuno che mi conosceva prima. Prima del Labirinto, della Zona Bruciata, prima di tutto questo schifo.
Quindi la domanda torna: perché ti scrivo?
Non lo so ancora.
Penso sia un meccanismo di difesa, l'avere un qualcosa di immaginario a cui aggrapparsi, nel mio caso si tratta di te, del nostro rapporto. Una specie di posto felice dove andare nei momenti difficili. Tutte le volte che sono triste, che fatico tanto, che mi sento inutile per questa società, penso a te, a quello che eravamo e a quello che saremo potuti essere senza la C.A.T.T.I.V.O.
Questa lettera mi sembra più che altro un flusso di coscienza, una marea di pensieri che in realtà con te hanno ben poco a che fare, però mi è utile. Riesco a capire alcune cose su di me, quindi penso continuerò a farlo, anche se so che non puoi leggere queste lettere.
Non ti conosco, però nel mio mondo ideale sei il fratello migliore che una persona possa desiderare. Magari lo saresti stato veramente.
Se solo potessi averne la prova certa.
Però te lo posso dire comunque, se ti affianco al Newt della mia immaginazione. Forse so cosa voglio dirti:

Ti voglio bene fratellone.

Sonya

I veri eroi non muoiono mai - Maze RunnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora