Mi farai impazzire

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Quella mattina mi svegliai prima del solito. In casa c'era un silenzio rilassante, stavano ancora tutti dormendo.
Scesi giù per fare colazione. Mi versai un po' di latte e tagliai una festa di torta al cioccolato che aveva sicuramente preparato Lola la sera prima.
Andai poi in bagno per lavarmi e cambiarmi con tutta la tranquillità possibile. Mi feci una doccia veloce e avvolsi il mio corpo con un lungo asciugamano. Andai in camera e infilai l'intimo e un jeans accompagnato con una felpa bordeaux. Era solo ottobre ma l'aria cominciava già a rinfrescarsi sopratutto di mattina.

Scrissi velocemente un post-it per avvisarli che fossi uscita prima del previsto e sarei andata a scuola da sola.
Lo lasciai sul cartone del latte e uscii di casa.
Fui investita da un venticello fresco ma piacevole e dall'odore dell'erba tagliata del vicino.
Infilai le cuffiette nelle orecchie e feci partire Personal di HRVY a tutto volume.
Era ancora presto quindi feci una passeggiata veloce nel parco di fronte la scuola. Osservai dei signori anziani scambiarsi segni di affetto tra di loro e sorrisi.

Mancavano 10 minuti all'inizio delle lezioni e mi incamminai verso scuola. Cercai tra la folla di gente in cortile la testa bionda di Victoria ma non riuscivo a trovarla con tutta quella gente.

"Cerchi qualcuno, bambina?" sentii due mani poggiarsi sulle mie spalle e sussultai. Mi girai verso il mio fratellastro. "Mi hai spaventato." sussurrai.

"Perché sei uscita da sola oggi?"

"Che importa?"

"Quante volte ti devo ripetere che non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, bambina?" mi ripeté per la ventottesima volta da quando ci conoscevamo ed erano passate appena due settimane.

"Lo hai appena fatto." gli feci notare e alzò gli occhi al cielo.

"Ci vediamo a casa, bambina." concluse la conversazione sparendo tra la folla.

Mi incamminai verso il mio armadietto e trovai Victoria accanto ad esso. "Finalmente." esclamai vedendola.

"Non volevo interrompere la tua chiacchierata con quel gran figo di Parker." mi fece l'occhiolino e le diedi uno schiaffo leggero sulla spalla. "Ma è vero!" continuò lei. "Vorresti dire il contrario?" scossi la testa divertita e la trascinai in classe. Alla prima ora avremmo avuto Letteratura. Il professore ci spiegò "I promessi sposi" e stetti abbastanza attenta alla spiegazione.
Le altre ore di lezione le passai o con Peter o con Carter e a mensa raggiunsi il gruppo proprio con quest'ultimo.
Prendemmo i vassoi e raggiungemmo gli altri al tavolo.

"Harper aspettavo proprio te!" esclamò Vicky appena mi sedetti accanto a lei. "Oggi volevo restare a guardare gli allenamenti di basket ma queste due non vogliono." disse indicando sua sorella e la sua migliore amica. "Ci resti tu con me vero?" mi fece gli occhi dolci e non potei dire di no. Annuii e mi soffocò in un abbraccio. "Si ma se mi uccidi ora agli allenamenti non ci arrivo." le dissi e si staccò subito mettendosi a ridere.

Soltanto quando nel pomeriggio mi sedetti accanto a Victoria sugli spalti della palestra della nostra scuola mi resi conto che agli allenamenti ci sarebbe stato anche Alex. Lei aveva occhi solo per Thomas infatti ogni tanto le diedi qualche gomitata.
I ragazzi si muovevano da una parte all'altra del campo e Alex fece parecchi canestri. Ad un certo punto per mia sfortuna decise di spostare lo sguardo sugli spalti e i suoi profondi occhi azzurri incontrarono i miei. Accennò un sorriso e poi riprese a seguire gli ordini del coach.

Gli allenamenti terminarono verso le cinque. Victoria accettò ovviamente un passaggio da Thomas e io la maledissi in tutte lingue perché sicuramente sarei tornata da sola con Alex.
Aspettai con Vicky fuori dagli spogliatoi e il primo ad uscire fu il mio fratellastro. "Bambina andiamo."

Scoccai un bacio sulla guancia alla mia amica e seguii Alex dirigersi verso una moto. È venuto in moto a scuola?
Oh no.

"Si sono venuto in moto oggi." rispose alla mia domanda implicita passandomi un casco.

"Credo di voler andare a piedi." dissi appoggiando il casco sulla sella della moto.

"Bambina ci metteremo un secondo." disse ripassandomelo.

"Prometti di non arrivare a velocità mortali?" gli chiesi.

"Solo se tu prometti di stringerti a me." sul suo volto apparve un ghigno e io annuii alzando gli occhi al cielo. Infilai il casco e salii su dietro di lui. Cinsi la sua vita con le mie braccia e mi strinsi a lui. Come promesso non andò molto veloce.
Superammo casa da parecchio tempo e io continuai ad essere sempre più confusa di dove mi stesse portando.
Arrivammo ad un cimitero e tutto ciò era abbastanza inquietante. Tra l'altro odiavo i cimiteri da quando avevo perso mia madre.
Non mi ero neanche presentata al funerale, sapevo che sarei stata ancora peggio.

"Aspettami qui, bambina." mi disse Alex riportandomi alla realtà tirando fuori una rosa e incamminandosi all'interno del cimitero. A chi la starà portando?
Cominciai a seguirlo lentamente in modo tale che lui non si accorgesse di me.
Lo guardai da lontano poggiare la rosa sopra una tomba: "Travis Parker." poi rivolsi lo sguardo su una scritta al di sotto del nome: "sempre nei cuori della tua famiglia".
Era suo padre. Quello nella tomba era suo padre. In fin dei conti io e quel ragazzo avevamo molte cose in comune.

"Harper ti avevo detto di restare alla moto." mi ringhiò contro e io non seppi cosa dire. "Impara a farti un po' di più i cazzi tuoi."
sbottò ritornando verso la moto e io lo seguii.

"Se avessi voluto che mi facessi i cazzi miei non avresti dovuto portarmi con te!" gli urlai contro.

"Sali in moto." sussurrò lui con uno sguardo serio in volto e io scossi la testa. "Harper ti ho detto di salire su questa cazzo di moto."

"Io con te non vengo da nessuna parte." precisai e cominciai ad allontanarmi dalla moto.

"Meglio così." sussurrò lui prima di sparire nelle strade di quella dannatissima città.

Ti odio sempre di più Alexander Parker.


SPAZIO AUTRICE:
altro capitolo, molto probabilmente dopo ne posterò un altro!
-R

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora