Tutto perfetto

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Quella mattina mi svegliai con unico pensiero.
Era il mio compleanno.
La maggior parte delle persone il giorno del loro compleanno dovrebbero essere felici.
È il loro giorno, un giorno dedicato interamente a loro.
Ma per me ovviamente non era così.
Fino ai 10 anni saltellavo dalla gioia quando al mattino mi svegliavo prestissimo per precipitare nella stanza di mia sorella e dei miei genitori per svegliarli e condividere con loro un po' della mia felicità.
Il mio undicesimo compleanno invece la mia felicità fu spezzata dall'addio di mio padre qualche mese prima. Il mio cuore era in frantumi e di festeggiare non se ne poteva proprio sapere in quella casa.
Ogni mattina del mio compleanno mio padre mi portava le mie amate caramelle a forma di unicorno. Erano le mie preferite, ma non osai più toccarle da quando ci aveva lasciate.

Mi alzai svogliatamente dal letto con la luce che penetrava dalla finestra e che minacciava di accecarmi gli occhi.
Infilai le mie pantofole mentre raccoglievo i miei capelli in due piccole trecce.
L'unica gioia di quella giornata è che era sabato e quindi non sarei dovuta andare a scuola.

Scesi giù in cucina. La porta era stranamente chiusa. La aprii cautamente e quella mattina oltre a quasi esser stata accecata dalla luce stavo anche per perdere le orecchie.
Mia sorella insieme ai miei fratellastri, persino i piccoli gemelli, urlarono in coro un "buon compleanno", ma all'appello mancava solo lui.
Erano abbracciati tutti dietro al tavolo con una torta al cioccolato davanti a loro e una bustina rosa al suo fianco.

"Non vi uccido solo perché mi avete preparato la mia torta preferita." regalai loro un sorriso e presi un coltello dal cassetto per tagliare la torta.

"Finalmente." esclamò Carter appena li passai il piatto con il suo pezzo di torta. "Non vedevo l'ora di mangiarla da quando Abby ha iniziato a versare gli ingredienti nella ciotola." continuò tagliando un gran pezzo con il suo cucchiaino e portandoselo alle labbra. Emise un verso di piacere e ridacchiai mentre mia sorella continuava a vantarsi di quanto fosse brava con i dolci.
Cominciai a mangiare anch'io il mio pezzo assaporando il pan di spagna e facendo sciogliere il cioccolato in bocca godendomi ogni attimo di quel paradiso. "Dovresti cucinare più spesso." le feci l'occhiolino.

"Sono d'accordo." si intromise Carter e i bambini annuirono in nostro favore.

"Cosa c'è qui dentro?" chiesi poi curiosa indicando il sacchettino rosa appoggiato sul tavolo in legno.
Alzarono tutti le spalle. "Lo aprirò più tardi." presi il pacchetto e lo portai in camera. Lo appoggiai sul letto e decisi che era finalmente l'ora di cambiarmi.
Chissà dov'era finito Alex.

Mi feci una doccia lunga e calda. Volevo godermi ogni attimo di quella giornata e riempirla di piccoli piaceri.
Avvolsi il mio corpo con un asciugamano e andai velocemente in camera cercando di bagnare il meno possibile il pavimento del corridoio essendomi dimenticata le ciabatte in camera.
Infilai un jeans e una felpa bordeaux e asciugai velocemente i capelli.
Sentii bussare alla porta della mia stanza e urlai un 'avanti' mentre spegnevo il phone e staccavo la presa.

Alex si avvicinò a me e mi lasciò un lungo bacio sulla fronte prima che potessi dire qualsiasi cosa. "Auguri bambina." sussurrò al mio orecchio lasciandomi una scatoletta sulle mani.
La guardai per svariati minuti fino a quando decisi di aprirla.
C'era un collana con un ciondolo a cuore. Una metà era bianca mentre l'altra era nera. Era a dir poco stupenda.

"Puoi mettermela?" gli chiesi e lui annuì. Si spostò dietro di me e spostai i capelli su un lato. Rabbrividii al tocco delle sue mani sul mio collo.

"Le sorprese non sono finite." avvisò e lo guardai confusa. "Ho saputo da un certo uccellino che ami i cavalli." spalancai gli occhi. Dove voleva arrivare?

"Mia nonna fuori città ha una piccola fattoria e per questo pomeriggio l'ha lasciata interamente a noi due."
Cominciai ad urlare per la gioia circondando il suo collo con le mie braccia. Alex mi strinse a se stringendomi i fianchi. "Spero di averti fatta felice, bambina."

"Centrato in pieno!" battei le mani saltellando come una bambina di 3 anni.

"Andiamo." mi prese per mano e uscimmo di casa. Tirò fuori dalla tasca le chiavi della moto e sbuffai alla sua vista. "Potevi evitare però di uccidermi il giorno del mio compleanno." commentai indicando quella sottospecie di veicolo con cui il mio fratellastro andava a velocità mortali facendomi trattenere il respiro per tutto il tragitto.

"Prometto di andare piano a condizione che.." li tappai la bocca. "Io mi stringa a te." terminai la frase al suo posto facendolo ridacchiare.

"Impari in fretta, bambina." esclamò infilandosi il casco mentre io facevo lo stesso e saltavo sopra la moto. Mi attaccai a lui come promesso e partì mantenendo sempre il limite di velocità.
Arrivammo a una piccola fattoria nel giro di 45 minuti essendo fuori città.
Il cancello rosso era già aperto e Alex parcheggiò la sua moto davanti alla abitazione in legno. Sulla destra c'era una grande campagna con qualche albero sparso qua e là. Accanto alla abitazione ce n'erano molte altre per i vari animali che ospitava e potevo sentire ogni loro verso. Mucche, maiali, galline e ovviamente, cavalli.

Alex mi prese di nuovo per mano e mi portò verso una struttura in legno che presupposi fosse la stalla dove si trovavano i cavalli.
Ce n'erano 4 ed erano tutti bellissimi. Il primo era Atos, bianco con qualche chiazza nera sparsa per tutto il corpo. La secondo era Akira, era castana chiara. Il terzo Hansel, era completamente nero e l'ultimo ma non meno importante era Autumn. Era castano scuro con una macchia bianca sul muso. Era al dir poco adorabile.

"Okay prendiamo Autumn." aveva capito tutto da come lo guardavo. Me ne ero innamorata.
"Prendiamo?" lo guardai confusa.

"Useremo lo stesso." rispose e decisi di non oppormi, avrebbe insistito e vinto in ogni caso.
Fece uscire Autumn e lo sistemò pronto per la sua passeggiata. Salii prima io e lui si mise dietro di me facendo aderire perfettamente il suo petto alla mia schiena. Prese le redini e cominciammo a passeggiare per quel tratto di campagna intorno alla fattoria. Era piena di alberi da frutto.
Respirai quell'aria pura di campagna e chiusi gli occhi per godermi quei pochi momenti di tranquillità che mi concedevo ogni tanto nella vita.

"Appoggiati a me, rilassati completamente ." mi sussurrò all'orecchio e feci come mi disse. Mi accoccolai su di lui mentre continuavamo a passeggiare lentamente. Mi beai del suono degli uccellini, del profumo di campagna e del suono dei tacchetti del cavallo a contatto con il terreno.

Tornammo in fattoria dopo 1 ora circa. Riportammo il cavallo nella stalla e Alex mi portò ad una grande fontana al centro dello spiazzo dietro alla fattoria.
Ci sedemmo sul bordo senza dire nulla.
"È tutto così perfetto." sussurrai.

"Mi piace renderti felice." esclamò.

"Alexander Parker così dolce!"

"Non chiamarmi con il mio nome per intero!" sbuffò lanciandomi un po' d'acqua sul viso. Ricambiai prendendone un po' troppa d'acqua e bagnandoli la maglietta. La osservò attentamente rivolgendomi poi sguardi omicida. "Che guerra sia."
Cominciammo a lanciarci a vicenda una marea d'acqua e alla fine eravamo zuppi dalla testa ai piedi. Corremmo dentro la casetta ad asciugarci e scoppiai a ridere al suono dei nostri piedi sguazzare dente le nostre scarpe.

Alex procurò due asciugamani. Mi avvolsi nel mio e sentii lui abbracciarmi da dietro appoggiando la sua testa sulla mia spalla. Sorrisi sperando che non potesse vedermi.
Cosa stavamo facendo Alexander Parker?


SPAZIO AUTRICE:
ecco a voi l'altro capitolo internante dedicato ad Harper e Alex, gli #Halex.
Spero vi piaccia! Buona cena,
-R

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora