Ti vengo a prendere

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Alex's pov

"Oggi il coach è stato più duro del solito." sbuffò Logan passandosi l'asciugamano sul viso.

"È sempre stato uno stronzo." commentai io riponendo la mia roba nel borsone. "Ci vediamo amico." gli diedi una pacca sulla spalla e mi diressi fuori verso la mia auto.
Lasciai il borsone nel bagaglio e mi sedetti al posto del guidatore tornando verso casa.

Parcheggiai l'auto in garage e usai le scale interne per salire su a casa. "C'è qualcuno?" urlai. Silenzio. Bene.
Di solito trovavo Harper qui a casa dopo gli allenamenti ad aspettarmi. Veniva da me e si fiondava tra le mie braccia come se non ci vedessimo da una vita. Adesso la casa però era completamente vuota senza di lei.

Andai in cucina per prepararmi qualcosa da mangiare. Mi feci un sandwich al volo e tirai fuori dal frigo una birra. Finii tutto in un paio di secondi.
Corsi al piano di sopra per darmi una risciacquata. Ho sempre odiato i bagni degli spogliatoi della palestra, per questo ho sempre optato per farmi la doccia qui a casa.

Lasciai scrosciare il getto d'acqua finché non divenne bollente. Mi infilai sotto la doccia passandomi la spugna insaponata sul mio corpo, come per levarmi tutti i problemi di dosso. Ma purtroppo non era così facile deviarli. Erano ancora impressi dentro di me. È il problema maggiore era che sentivo fottutamente la mancanza della mia bambina.

Uscii dalla doccia legandomi in vita un asciugamano e passandomene un altro tra i capelli.
Tornai in camera per cambiarmi e mi infilai velocemente una tuta, la prima cosa che trovai sul letto.

Stavo per uscire dalla camera quando il mio sguardo cadde sulla mia scrivania.
Un biglietto strappato in due. Afferrai i due pezzi e gli unii. Merda. È partita. Da sola. Senza di me.
Cazzo.Cazzo.Cazzo.

Tirai fuori dalla custodia velocemente il mio computer e cercai i primi biglietti disponibili per Los Angeles.
Scorsi tra le varie offerte e ne trovai uno per stanotte alle 3. Perfetto. Arrivo bambina.

Presi uno zaino dall'armadio e infilai vestiti a caso. Non mi importava di nulla. Dovevo riprendermi Harper. Dovevo riuscire a spiegarle. La amavo e non l'avrei persa così facilmente.

******

"Gentili passeggeri, stiamo per atterrare a Los Angeles. Grazie per aver scelto la nostra compagnia, arrivederci!" la voce insopportabile dell'hostess riecheggiò nell'aereo.

Non ce ne frega un cazzo di quello che dite, fatemi scendere il prima possibile da questo aereo.

Finalmente atterrammo dopo una quindicina di minuti e corsi fuori dall'aeroporto in cerca di un taxi.
"Dove la porto ragazzo?" mi chiese il signore anziano del taxi.

Dove mi porta? Bella domanda. Devo rintracciarla.
Tirai fuori il telefono dalla tasca e digitai il suo numero. Ormai l'avevo imparato a memoria per tutte le volte che avevo cercato di parlarle in questi 10 giorni.

Stranamente mi rispose. "Harper, dove cazzo sei?" okay forse avrei dovuto essere più dolce.

"Il più lontano possibile da te."

"Harper?" niente mi aveva chiuso. Sicuramente dovevo essere più dolce.
Digitai il numero di Logan che mi rispose dopo lunghi 5 squilli.

"Alex che cazzo vuoi alle 9.30 di sabato mattina?" molto probabilmente lo avevo svegliato.

"È urgente, devo rintracciare una persona." mi tirai la punta di un capello.

"Chi devi rintracciare?"

"Harper, l'ho chiamata."

"Okay, benissimo." cominciò a spiegarmi come rintracciarla e non ci misi molto a sapere dove fosse. Stuart Hotel.
Nominai il luogo al taxista il quale mi portò dopo circa un'ora a destinazione. Un po' più veloce no?

Mi precipitai fuori al taxi lanciando i soldi al signore non preoccupandomi del resto.
Corsi verso la reception e mi fermai un secondo a causa dell'affanno.
"Le serve qualcosa?" mi domandò la receptionist osservandosi le unghie.

"Harper Wilson si trova in questo hotel?"

"Sa che non posso darle informazioni di questo genere." mi rispose con la sua voce stridula preoccupandosi solo ed esclusivamente delle sue unghie. Gliele spezzo una ad una, giuro.

"Sono suo fratello. Mi ha chiesto di raggiungerla ma si è dimenticata di dirmi il numero della sua camera e purtroppo non risponde al telefono." mi dovrò complimentare con me stesso per questa scusa super geniale.

Sospirò. "320, le serve pure la chiave?"

"Secondo lei?" sbottai acido e finalmente mi porse la card della stanza di Harper.

Andai verso l'ascensore ma lo trovai occupato. Cominciai a camminare da una parte all'altra in attesa che arrivasse ma ci stava mettendo troppo tempo. Decisi di prendere le scale, tanto tre piani che sarà mai. Corsi per tutti gli scalini e quando arrivai al piano cominciai a vagare per i corridoi in cerca della sua camera.

320. Finalmente.
Sospirai passando la card per entrare nella camera.
"Harper." la richiamai ma trovai la camera completamente vuota. Mi affacciai al bagno. "Sei qui?" anche questa stanza vuota.

"Merda!" mi misi le mani nei capelli. Dove cazzo sei finita bambina?

Ritornai nella stanza da letto dove trovai tutta la sua roba. Sulla sedia trovai una felpa bianca. Si era portata una mia felpa....

Mi stesi sul letto colpendo qualcosa con la testa. Mi massaggiai il punto colpito e mi girai per vedere cosa fosse. Un cellulare. Il suo cellulare.

Lo presi. C'era un codice cazzo. 0000. Niente. 2580. Niente ancora.
1234. Sbloccato!

Osservai tra i messaggi ma non c'era nulla. Andai sui contatti. Ce n'era uno nuovo. Logan Anderson. E chi cazzo era questo?
Provai a chiamarlo e mi rispose dopo due squilli.
"Harper?"

"No Alex." lo corressi.

"Chi sei? Perché hai il telefono di Harper?" ma chi sei tu.

"Sono il suo.... sono suo fratello. È con te?"

"L'ho lasciata 10 minuti fa."

"Puoi dirle che la cerco?"

"A quanto pare non ha il suo telefono. Ma se la cerchi vieni questa sera al Dark. Lei ci sarà."

"Okay perfetto, grazie mille." chiusi la chiamata.
Ci vediamo stasera bambina.




SPAZIO AUTRICE:
capitolo interamente dal punto di vista di Alex. Vi era mancato nello scorso?
-Reb

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora