Cap.4

649 47 9
                                    

La ragazza stesse ferma mentre guardava la figura davanti a lei, maledicendo la voce che, per la prima, non aveva posseduto completamente la sua mente e il suo corpo, lasciandola libera di vedere cosa stesse facendo inconsciamente, il tutto per una voce che gira per l'ospedale e, detto da quella prostituta, le sembrava veramente crudele da dire, perciò perse, non completamente, la testa, accecata dalla rabbia, la figura la guardava serio e stanco, ormai abituato ad averla nel suo ufficio, però, ciò che la lasciava un pochino confusa, è la figura che vi era al suo fianco, illuminata solo dai giochi raggi che entravano dalla finestra, chiusa da delle tapparelle, gli ricordava vagamente lo scheletro, data la somigliavanza credeva pure che fosse un suo parente, impossibile, pensò divertita, se si assomigliano non vuol dire che siano parenti, continuò, il mostro, seduto dietro la scrivania, incrociò le mani, poggiando i gomiti sulla superficie legnosa del mobile, egli era ricoperto da diversi fogli.

La figura al suo fianco era vestito dal solito camicie dei dottori, lunghi facendo vedere solo una piccola parte delle gambe, che erano ricoperte da dei pantaloni neri, e i piedi, anch'essi ricoperti, ma questa volta da delle scarpe di pelle, aveva le braccia incrociate dietro la schiena e la guardava con uno sguardo di superiorità, ciò la infastidí, solo perché era una panziente non voleva dire che non fosse come lui, sperava solo che la Dr. Frisk non si stancasse di lei talmente in fretta da doverla affidare a costui che aveva davanti a lei.

"Dunque, (T/N), per cosa sei venuta questa volta? Sicuramente non per prendere un tè."

Simpatico anche lui ci dicono, si diceva che la Dr. Toriel e Asgore fossero sposati, non si sà per quale motivo, forse per i metodi di usanza qui dentro, la donna lo lasciò, facendolo diventare freddo e autoritario, un pò troppo, pensò, guardò il vaso che è al suo fianco, dove vi era un fiore parlante, Flowey si chiama, è lui che le ha spiegato le cose qui quando suo padre non c'era, era impegnato altrove, sorrise di poco per salutarlo, era gentile con lei, non poteva mica, per colpa dell'atmosfera, diventare maleducata nei suoi confronti, alquanto pare anche Chara trova simpatico il fiorellino, riguardò l'uomo-capra davanti a lei per poi abbasare il capo sotto il suo sguardo arrabbiato, lo sentì sospirare per poi sussurrare qualcosa come 'Cosa devo fare con te?', come se stesse parlando com una bambina.

Sentì dei bisbigli, alzò il capo, lo scheletro stava dicendo qualcosa all'orecchio dell'uomo mentra la guardava, non gli stava a genio alquanto pare, quando si staccò e si rimise al suo posto lo sentì di nuovo sospirare, anche se sapeva il motivo, iniziò a scrivere sopra al piccolo quaderno regalato dalla psicologa, 'Delle voci mi davano fastidio', e glielo fece vedere, lo vide annuire per poi alzarsi, vide della luce entrare nella stanza, si alzò e si diresse verso l'uomo, ormai capendo le sue intenzioni, si fermò al suo fianco mentre guardava il muro grigio davanti a lei, la concedò e lì poté uscire dalla stanza per poi dirigersi verso la sua.

--- --- ---

L'uomo, stanco, si sedette sulla poltrano dietro la scrivania, quella ragazza era proprio difficile da capire, sapeva che soffriva di un grande disturbo della personalità e che doveva scontare la sua pena in questo luogo, dato che nessuno delle prigioni umane non la voleva con sé, fin troppo pericolosa, dicevano, ma sapeva che c'erano dei peggiori dietro a quelle sbarre, solo non volevano fare da balia a una ragazza, oltrettutto affetta da questo disturbo psicologico, come se gli umani dietro quelle sbarre non ce l'avessero, si tocco le tempie per poi aprire gli occhi, notando, solo adesso, che li aveva chiusi per pensare a quella ragazza e, inconsciamente, anche a lei, la vedeva ogni giorno e non poteva fare nulla, strinse i denti, anche se non voleva doveva convivere con le nuove regole, benevoli o no non gli importava.

"Asgore."

Sentì alle sue spalle, oh, pensò, si era completamente dimenticato del suo fidato compagno, come poteva, dopotutto si conoscevano da molto, da quando aveva avuto il suo primo r unico figlio, fino a quando non arrivò quell'umana nelle mura e cambiò tutto, guardò il fiore, suo figlio era diventato un fiore, anzi, si era reincarnato in un fiore, doveva tutto ad Alphys, si girò verso lo scheletro, era rimasto stupito quando lo vide entrare nella stanza e porgergli quel foglio d'iscrizione, che ora non riusciva a trovare, maledetto me e la mia sbandatagine, pensò lui, annuì per fargli capire che lo avrebbe ascoltato, era rimasto ancora di più stupito quando gli fece vedere, attraverso il foglio, che non aveva figli, che stupidaggine, pensò, suo figlio era a pochi metri da lui e faceva finta di niente, non conosceva i motivi familiari della famiglia Skeleton e Gaster non gli ha mai raccontato nulla perciò non insistí.

"Sei sicuro di volerla lasciar andare?"

L'uomo annuì sicuro, conosceva il problema di quella ragazza, conosceva chi prendeva il controllo del suo corpo e conosceva la natura di quell'essere che era dentro di lei, doveva solo trovare un modo di non farle ostacolare da qualcuno, ricordava perfettamente ciò che disse alle due molto tempo fà, quasi i primi giorni del suo arrivo.
' Stava guardando la ragazza che era davanti a lui, era ben diversa da come se l'immaginava ma non poteva mentire che il concerto era quello, era la prima volta che la incontrava, dato che, al suo arrivo, non ha avuto modo di fare la sua conoscenza, la vide salutare il fiore affianco a lui, posto sulla scrivania, già, aveva dato il compito a Flowey di spiegarle come procedevano le cose lì, sicuramente conosceva più pazienti quest'ultimo che lui che era il fondatore di questa struttura, troppo impegnato con le assemblee con i piani alti, quanto fastidio gli recavano, era tutti umani e, conoscete la natura umana, erano così razzisti verso di lui, sicuramente non si sarebbe messo in un angolino a piangere, oh, lui non era un debole umano, incrociò le mani sulla scrivania mentre rimaneva in silenzio, secondo i pazienti che avevano assistito la scena la ragazza aveva perso completamente la ragione, cosa alquanto strana e che non sembrava neanche lei, ma qualcun'altro, come se, parole dette da uno dei pazienti, ci fosse una sua 'gemella' che prendeva il possesso del suo corpo appena era in 'pericolo' o messa in discussione.

Questo si che è un bel problema, pensò lui, sospirò, quel parlare con gli occhi lo aveva stancato, si strofinò la radice del naso, dove vi era appoggiati degli occhiali per la stanchezza, si tolse quest'ultimi continuando a 'accarezzare' quel punto preciso, aprì gli occhi, che aveva chiuso senza neanche accorgessene, e riscontrò i suoi, che avevano un non so ché di familiare, 'Chara', sussurrò semplicemente senza dare conto alle conseguenze che aveva causato, vide la ragazza sgranare gli occhi per poi agitarsi sul posto, vide un'occhio diventare rosso mentre l'altro era rimasto uguale, oh, adesso capiva, era veramente lei colei che aveva 'preso in possesso del suo corpo', l'occhio dalla tonalità rossa si sgranó, cosa alquanto inquietante guardando dal suo punto di vista, dato che l'altro era rimasto uguale, cioè indifferente, poi lo vide guardalo male e sentì un 'Asgore' detto a bassa voce, proprio come aveva fatto lui, niente era cambiato, era rimasta la stessa nel suo punto psicologico, immischiando anche la ragazza che, sicuramente, prima che si risvegliasse, aveva un pizzico di sanità mentale, sospirò di nuovo, gli era appena venuto in mente qualcosa che poteva risultare abbastanza pericoloso ma, ripensando a chi aveva davanti, non poteva risultare tale, il vero pericolo era davanti a lui, quella ragazza non voleva altro che uccidere, come aveva fatto con quel povero ragazzo, il fatto che lo lasciò di stucco è che attaccò solo quest'ultimo e non tutta la scuola, dato che potevano fare da testimone, l'avrà fatto per proteggerla, pensò la prima volta, ma era alquanto impossibile per un demone come lei, lei... non... può... AMARE!

"Sentite ragazze, avrei una proposta per voi."

Vide gli occhi guardarsi, storse il naso, potevano che evitare di fare certe cose, già trovava strano trovare una persona divisa in due, figuriamoci che questa persona si comportava come se fosse veramente divisa in due, che cosa inquietante, pensò, vide il capo annuire, come se le due si fossero messe a pensare i pro e i contro sulla sua fiducia, sicuramente potevano parlare attraverso la mente, oh, doveva esser abituato ai casi di doppio personalità, ma questo era un caso alquanto particolare, non aveva mai visto due personalità prendere il possesso contemporaneamente, era interessante, un'altra cosa da aggiungere sulle sue conoscenze psicologiche.

"Che ne dite di... " '

"Asgore!"

Sentì una voce femminile chiamarlo e vide la porta aprirsi facendo vedere la sua portatrice, assottigliò gli occhi, Toriel, pensò, aveva un respiro affannoso e gli occhi velati dalla paura e meraviglia, sicuramente per ciò che era successo da lì a poco.

"Il numero 911 e 910 sono scomparsi."

Si alzò velocemente dalla sedia urlando un 'Cosa?' abbastanza arrabbiato, la ragazza gli aveva detto che non sarebbe fuggita, non aveva una famiglia, dato che l'aveva lasciata lì felicemente, allora perché scappare? Soprattutto con quello scheletro.
Oh, (T/N), non era giunto ancora il momento di porre fine alla missione da me data, pensò prima di seguire la donna per poi dire a tutte le guardie di setacciare qualunque angolo e posto della struttura, poi avrebbero dato inizio alla 'caccia la paziente'.

I'm not crazy (Asylum!Sans x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora