Cap.1

1.1K 75 2
                                    

Delle urla provenivano dalla camera        n°589, il paziente residente di quella camera aveva un'altra delle sue crisi e i dottori affidati a lui corsero velocemente per impedire qualsiasi cosa, ormai era abituata a tutto ciò, tutti erano abituati a tutto ciò, poi arrivava il turno della paziente n°012 che si lamentava sempre del fatto che i cucchiaio e le forchette fossero di plastica, anche i coltello se è per questo, per non parlare dell'unione delle pazienti n°346-347-348, si dice che siano sorelle e che hanno tutte e tre la stessa patologia, quella 'indipendente dal sesso', e cercano di sedurre, ogni volta, le guardie in modo che le facciano uscire, quella umane ovviamente, i mostri sono molto più resistenti riguardo a queste cose, vi ereno anche altri pazienti di cui non resto a parlarvi, dopotutto la storia non è incentrata su di loro, ma su di lei paziente n°910, caso amnesia temporanea e bipolarismo, ciò causa una perdita di memoria alla paziente.

(Tuo/Nome) non aveva in mente di finire in questo ospedale psichiatrico, governato soprattutto da mostri, gli umani c'erano, ma ne erano pochi, e lei, era uno di quei pochi, non ricordava il motivo del suo 'trasferimento' lì e non conosceva neanche cosa ha fatto scatenare quella paura che vedava sempre negli occhi degli altri pazienti, sapeva di esser affetta da amnesia, cosa ormai capita da molto tempo, ma, come avrete ben capito, non conosceva i motivi di tutto ciò, ciò che ricordava era solo di esser in quella strottura popolata da ragazzi in pieni ormoni e che era perseguitata, come da sempre ormai, da quel gruppo di deficienti, poi niente, il buio, l'avevano definita un 'caso pericoloso', perciò rimaneva la maggior parte nella sua stanza, ricoperta da cuscini bianchi e scritte marroncine fatte da lei, contava i giorni in modo da avere qualche obbiettivo in quel luogo, oltre a ricordare.

Quel giorno stava guardando i muri completamente ricoperti da numeri romani e disegni, quest'ultimi rappresentavano diversi suoi ricordi, da quelli che sapeva a memoria a quelli che non sapeva neanche di avere, ognuno rappresentavano il suo modo di essere, il bussare della porta di ferro la fece riprendere dai suoi pensieri, non rispose, ormai era come se avesse perso la voce, ma c'erano momenti in cui voleva urlare, più forte che mai, che lei non era pazza e che non doveva essere in quel luogo, cosa che, sicuramente, avrebbe aumentato la sua brutta reputazione, la porta venne aperta ed una chioma rossa fece capolinea all'interno della stanza, sorrise di poco, la donna-pesce, conosciuta come Undyne, era di fronte a lei, pronta a scortarla dalla sua psicologa, la Dr. Toriel, era molto gentile, poteva esser paragonata ad una mamma-capra, quella mamma che non aveva mai avuto, venne presa per il retro della camicia e alzata da terra, guardava tutti i pazienti che facevano un varco guardando le due ragazze, avevano tutte e due una reputazione da far paura, letteralmente.

Venne messa a sedere su una sedia, di fronte ad una scrivania, dove vi era la donna, salutò la guardia per poi guardare la dottoressa, aveva, come sempre, con se un block notes avente il suo nome sulla copertina, (T/N) (Tuo/Cognome), era questo il tuo vero nome ma qui eri denominata con il numero della stanza, 910, questa volta non eri sola, sul divano celeste, che era alla sinistra della scrivania, vi era uno strano scheletro, vestito con la camicia di forza, anche con il caldo che vi era all'interno della struttura, e aveva diversi cerotti sul viso, non conoscevi la sua storia, ma sapeva che vedeva lo spirito di suo fratello per i continui discorsi parlati al vento, forse, dal suo punto di vista, veramente stava parlando con suo fratello, lo vide ridere, aveva una risata contagiosa, sorrise, sembrava un bambino, guardò la donna che, anche lei, stava guardando il soggetto, iniziarono, subito dopo, le solite domande, dove non rispose a nessuna, vide il suo sguardo divenir scuro, non stava facendo progressi, la paziente continuava a non parlare e, se lo faceva, era solo ed esclusivamente con la guardia Undyne, da cui non si sono ricavate molte informazioni, informazioni riguardanti il caso.

"Mia bambina."

Iniziò col dire, con la sua voce calda e che le ricordava sua madre quando era piccola, le parlava proprio in quel modo, la vide alzarsi e avvicinarsi a lei, per poi piegarsi alla sua altezza, il tutto sotto lo sguardo attento dello scheletro, lo conosceva solo di vista ma sapeva che si chiamava Sans, Sans lo scheletro, almeno era ciò che aveva sentito quando era arrivato il quel luogo, qualche giorno dopo di lei, avevano le stanze vicine e, anche se i cuscini ricoprivano tutta la stanza, aveva sentito perfettamente ció, senti due mani calde appoggiarsi sulle sue gambe, coperte da una sola camicia, non ti piacciono le gonne e, nell'abbigliamento femminile, i pantaloni non ci sono, non vogliono darti una coppia di essi, così hai creato un tuo personale abbigliamento, proprio come lo scheletro che stà seduto sul divano.

"Ho deciso di affidarti ad un'altra dottoressa, è nuova e vedrai che se la caverà meglio di me, non sarai l'unica ad essergli affidata, ovviamente, con te ci sarà Sans, da come ho visto è l'unico, oltre la guardia di sorveglianza Undyne, a farti avere un briciolo di felicità, per te va bene?"

Ne siamo sicuri? Sul serio pensano che quello scheletro mi faccia felice? Sarò felice quando lo vedrò fatto in polvere.

Annuisce non dando ascolto a quella voce che oramai l'accompagna da quando è qui, non l'ha mai data ascolto, forse qualche volta è ceduta, ma non ricordi, questa forma di amnesia le stà dando sui nervi, non vuole dimenticare cosa fà nei momenti in cui comanda quella voce, perché si, sà che è lei a non voler farla ricordare, ella vuole esser chiamata Chara, non sà il perché e quando gliel'ha chiesto venne subito attaccata da un mal di testa atroce, aveva capito che non voleva ricordare, c'erano momenti in cui andavano d'accordo e che parlavano del più e del meno, poi c'erano quei momenti in cui lei è nel momento 'no', essi avvengono quando qualcosa le và contro, sia fisicamente sia mentalmente, quasi come la volesse proteggere, si, andavano d'accordo, ma non capiva il motivo di tanta preoccupazione, cosa aveva fatto per averla come 'scudo'? 

Oi (T/N)! Non ignorarmi, sai che è la verità.

Alzò gli occhi al cielo quando uscì dalla camera, aveva questa strana voglia di uccidere chiunque, mostri o umani che siano, ovviamente glielo impediva la maggior parte delle volte, dicendo che avevano bisogno di pietà, ma, in quei momenti di debolezza, finiva per darle corda, vide la guardia venir verso di lei e prenderla come sempre, quasi come se fosse un cucciolo preso alla collottola, iniziò a raccontarle cosa aveva fatto nel tempo passato in fuori da quella stanza, a quanto pare le tre sorelle avevano cercato di nuovo di incastrare una delle guardie ed ha dovuto intervenire lei, s'immaginava già la faccia che avevano fatto appena l'avevano vista, arrivate davanti alla camera vide una donna umana correre verso di loro e presentarsi come Dr. Frisk, affidata alle cure del numero 910 e 911, quest'ultimo, se non si fosse capito, è lo scheletro che, da alcuni pazienti, veniva chiamata Asylum, o, semplicemente, Asy.

I'm not crazy (Asylum!Sans x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora