Bad Day

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Sapete quando è finita la scuola e non riuscite a distinguere i giorni per quanto sono monotoni? Perfetto, mi sentivo proprio così, non riuscivo proprio ad elaborare in che giorno della settimana ero. Mi sentivo così stupida che mi feci scappare una lieve risata, sbloccai il cellulare il quale mi riportò la data: venerdì 23.
Decisi che quel giorno sarei uscita, che restare a casa per disperarmi non serviva a nulla, e che necessitavo di aria pulita.

Mi vestii molto velocemente, mettendo poi le scarpe alla meglio che potevo. Raccolsi il giacchetto dal pavimento della mia camera ed uscii, diretta verso casa del mio migliore amico.

Io, non ero di certo la persona più adatta per camminare. Mi stancavo dopo pochi mentri, e mi fermavo improvvisamente al centro della strada solo per distrazione. Trovavo scorciatoie ovunque, e ne avevo trovata una anche per la casa di Derek, che pur non essendo molto lontana dalla mia, mi portava via circa 20 minuti di camminata.

Svoltai l'angolo, e raggiunsi velocemente il tratto di strada che in pochi minuti mi avrebbe portata davanti casa del mio migliore amico, quando venni afferrata per il polso. Il volume alto delle cuffie non mi aveva fatta accorgere del fatto che non ero sola.

-buona sera, principessa- un ragazzo poco più alto di me mi si presentò davanti. Aveva un piercing nero al labbro inferiore, sulla parte sinistra e portava i capelli tirati in una cresta.

-uhm ehi- cercai di non balbettare, il che risultò impossibile, mi trovavo in una situazione abbastanza ridicola.

-come ti chiami dolcezza?- strinse la presa sul mio polso, e pensai che sicuramente mi avrebbe lasciato i segni.

-Jade. Uhm potresti.. Si, uhm potresti lasciare il mio polso?- quasi balbettai, e la vocina nella mia mente mi rimproverò per quanto fui stupida a mostrarmi cosí debole.

-si, certo.- mi lasciò il braccio e poi con le dita della mano destra prese a tracciarmi il viso. Con un gesto veloce, mi cinse i fianchi e strinse la presa, tirandomi poi verso di lui.
La scena era alquanto divertente, se vista da fuori. Lui che mi trascinava ed io che lasciavo consumare le suole delle mie scarpe per quanto i miei piedi fossero puntati a terra. Mi divincolai, più e più volte scatenando nel ragazzo solo reazioni divertite, mentre a volte si lasciava sfuggire qualche commento cattivo.

Venni trascinata per dieci minuti abbondanti, fin quando mi ritrovai davanti ad una villa bianca, ben tenuta.
Avevo provato anche ad urlare ma la voce mi moriva in gola, e la mia mente aveva un blocco totale.

Venni spintonata all'interno dell'abitazione una volta che la porta fu aperta.
Caddi, proprio tra l'attaccapanni e il divano e nessuno dei cinque ragazzi che mi si presentarono davanti ebbe la brillante idea di aiutarmi.

-una nuova preda?- azzardò a dire il biondo sicuramente tinto che si trovava nella parte della cucina, appoggiato con la schiena al lavandino.

Il ragazzo che mi aveva portato li rise, di gusto, come se rapire le persone fosse stata la cosa più normale del mondo. Mi alzai e furtivamente cercai di raggiungere l'entrata, ma venni subito fermata da due ragazzi: uno, identico a quello che mi aveva portata li, e l'altro era più alto ed aveva un piercing nella guancia.
Il biondino chiuse a chiave la porta e si portò la chiave in tasca, poi dal nulla trovai la forza di urlare.

-voi siete pazzi! Pazzi! Lasciatemi andare- urlavo e mi dimenavo come poche persone avevano mai fatto, ma un corpo piccolo come il mio non poteva battere quello di due ragazzi il doppio di me.
-
Mi dissero di raggiungere una delle camere al piano di sopra, e che se non l'avessi fatto, di me sarebbe rimasta solo la polvere. Ero terrorizzata, le gambe mi tremavano e non riuscivo a credere alla situazione di merda in cui mi ero ritrovata. Presi il cellulare dalla tesca e digitai il numero di mio padre, il quale dopo pochi squilli fece attivare la segreteria telefonica, e li bestemmiai.
Misi il telefono nuovamente in tasca e mi sedetti sull'angolo del letto, ero frustata. Muovevo le mani nei capelli come se volessi strapparli a momenti, e mi ricordo il modo in cui battevo freneticamente il piede sinistro sul pavimento.
Dopo poco, la porta si aprí, alzai il viso di scatto e guardai il ragazzo con il piercing nella guancia sentenziare, chiudere la porta e poi mettersi in piei proprio di fronte a me.

-starai qui per un pò- disse con calma, come se io non avessi avuto nessun tipo di problema.

-non voglio stare qui, non vi conosco. Voglio andare via- dissi mentre tenevo lo sguardo puntato al pavimento e cercavo disperatamente di distrarmi.

-sono James- lo guardai confusa -bhe ora mi conosci- disse poi sorridendo

-non è divertente James- lo ammonii subito, poi sorrisi perchè dopotutto la battuta era carina.

Sostituí il sorriso con un'espressione dura e disse -non provare a scappare, Luke ha mira con le armi da fuoco-

ig- angelica.vt

tw- seasidejustin

Escape|| JanoskiansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora