8

7.7K 569 66
                                    

Derek parcheggiò davanti casa dopo circa quindici minuti alla guida. Gettò uno sguardo al ragazzino al suo fianco e lo trovò beatamente addormentato sul sedile, con anche un rivolo di bava che gli colava lungo il mento.
Trattenne a stento il sorrisino che minacciava di comparirgli sul volto e distolse lo sguardo il tempo necessario per slacciare la cintura ad entrambi.
Poggiò una mano sulla fronte di Stiles e lo vide rabbrividire al suo tocco.

-Stiles.-sussurrò, scuotendo leggermente la sua spalla. Quello borbottò qualcosa che Derek non riuscì a capire ed emise uno sbuffo infastidito, a cui il più grande rispose con un buffetto su una guancia e un nuovo richiamo che venne bellamente ignorato.

-Andiamo ragazzino.-sbuffò Derek, ma dovette ammettere anche a sè stesso di non starci mettendo troppo impegno nel cercare di svegliarlo. In fondo era buffo mentre dormiva in quella posizione strana, tanto che sentì quasi l'impulso di scattargli una fotografia. Quasi.

-Derek?-si sentì chiamare. Si girò e sua sorella Laura stava picchiettando al finestrino con uno sguardo incuriosito.
Lui aprì lo sportello e scese dall'auto, chiudendo nuovamente la portiera per evitare che Stiles prendesse freddo.

Laura si limitò ad inarcare un sopracciglio in quel modo così tipico degli Hale che subito si sentì a casa. Cosa volesse dire con quel semplice gesto era piuttosto ovvio.

Derek sbuffò, alzando gli occhi al cielo.-È un mio compagno di scuola. È rimasto chiuso fuori casa.-spiegò, cercando di sintetizzare tutta la faccenda.
Laura inarcò anche l'altro sopracciglio e Derek la guardò male.-Si è sentito male a scuola e gli ho dato un passaggio. Ha la febbre, non potevo mica lasciarlo fuori di casa.-

Lo sguardo di Laura passò da curioso a lievemente preoccupato.-Portalo dentro. Ti recupero un'aspirina o qualcosa di simile.-disse, precedendolo in casa.

Derek aggirò la macchina ed aprì lo sportello dal lato di Stiles, chinandosi alla sua altezza e facendogli passare un braccio intorno alle spalle e uno sotto le ginocchia e sollevandolo senza sforzo. Lo sentiva scottare attraverso la fronte poggiata sul suo collo e si preoccupò un po' che la febbre fosse salita ancora, affrettandosi ad entrare in casa e chiudersi la porta alle spalle.
Laura arrivò dalla cucina con un bicchere pieno d'acqua e una scatola di pillole e quando posò lo sguardo sul ragazzino accoccolato tra le sue braccia si lasciò sfuggire un sorrisino a metà tra il malizioso e l'intenerito.
Derek alzò gli occhi al cielo ma si sentì arrossire leggermente, maledicendo il suo corpo per quella reazione inusuale.

-Li porto in camera tua.-disse Laura, ammicando verso ciò che teneva in mano.-Ho trovato una tachipirina.-annunciò mentre saliva le scale.

-Cora e Peter non ci sono?-domandò Derek, salendo le scale subito dietro sua sorella. La vide scuotere la testa.
-Cora è al corso di teatro e Peter aveva un'impegno. Ovviamente non ha specificato quale.-

-Bene.-sospirò Derek, vagamente sollevato dalla notizia.
Sicuramente Stiles avrebbe avuto modo di riposare meglio in tal modo.

Entrò nella sua stanza ed aspettò che Laura fosse uscita e avesse chiuso la porta dietro di sè prima di adagiare Stiles sul suo letto, sul quale il più piccolo si accoccolò subito.
Aprì l'armadio e ne tirò fuori una coperta piuttosto pesante, adagiandola poi sul ragazzino steso sul suo letto. Dopo aver finito di coprirlo si incantò un attimo a fissare il vuoto, pensando alla situazione in cui era andato a cacciarsi.
La stupida idea di Jackson stava dando frutti inspettati.

Derek lanciò un ultimo sguardo al buffo ragazzino acciambellato sul suo letto e scosse la testa, ancora vagamente incredulo. Poi andò a recuperare gli zaini di entrambi dalla macchina e dal suo estrasse il libro di matematica, ritenendo lo studio per il compito del giorno dopo più produttivo del fissare Stiles. C'era qualcosa in quel ragazzino che sembrava attirarlo, ma non era nulla su cui volesse soffermarsi. Del resto le equazioni non si facevano da sole.

                             *****

-Derek?-mugugnò una voce leggermente roca, facendolo rabbrividire e voltare di scatto nella direzione da cui veniva.

Dalla coperta sbucavano gli occhi assonnati di Stiles e le sue guance arrossate. 
-Che ore sono?-mormorò, e Derek si ritrovò impreparato. Non si era reso conto del tempo che passava, chino sui libri. Afferrò il cellulare e gli gettò un'occhiata.
-Sono le cinque.-borbottò stupito, rivolto più a sè stesso che all'altro.-Come ti senti?-aggiunse poi, alzandosi dalla sedia davanti alla scrivania e raggiungendo il letto.
Si chinò sul più giovane e gli poggiò una mano sulla fronte, al che Stiles arricciò le labbra e si sentì arrossire.

-Pesante.-borbottò in risposta il più piccolo, aggrottando la fronte.

-Mia sorella ti ha procurato una tachipirina. Hai mangiato qualcosa a pranzo?-

Stiles ci pensò un attimo, poi scosse la testa, movimento che gli accentuò soltanto il mal di testa.

-Va bene. Ti porto qualcosa da mettere sotto i denti e poi puoi prendere la tachipirina. Vuoi chiamare tuo padre?-

-No, si preoccuperebbe e basta.-mormorò Stiles. Derek annuì incerto, alzandosi e dirigendosi verso la porta.

-Derek?-si sentì chiamare.

-Dimmi.-disse, voltandosi appena in direzione del più piccolo.

-Grazie di tutto.-disse Stiles, le labbra arricciate in un enorme sorriso e le guance arrossate che facevano pendant con gli occhioni lucidi. Derek pensò per un momento che fosse bellissimo, ma scacciò immediatamente il pensiero, limitandosi a dirigersi in cucina dopo aver borbottato un "non c'è di che".

Lacrosse Team ~ SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora