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Stiles sentiva lo stomaco improvvisamente chiuso e la voglia di sottrarsi a quella situazione farsi sempre più pressante.

Isaac e Scott discutevano piuttosto animatamente di schemi di gioco e Jackson continuava a lanciargli sguardi inquietanti.

-Come ti stai trovando con il nuovo argomento?-gli chiese improvvisamente Lydia mentre condiva la sua insalata.

-Mmh, non penso di averlo compreso pienamente. Ma non mi va di chiedere qualcosa ad Harris sinceramente.-storse le labbra Stiles, sentendosi ancora una volta grato verso Lydia che lo aveva salvato dall'imbarazzo di passare tutto il pranzo nel silenzio più totale.

-A casa ho un manuale in cui è spiegato piuttosto bene. Possiamo approfondirlo insieme da lì.-propose con nonchalance la rossa, come se non avesse appena proposto a Stiles-testicolo destro sfigato-Stilinski di vedersi dopo le lezioni per studiare. Il tutto davanti al suo ragazzo (che era anche l'autore del lusinghiero nomignolo sopracitato).

Stiles le sorrise e annuì un po' impacciatamente, cercando di non incontrare lo sguardo di Jackson.

Il pranzo procedette senza ulteriori momenti di tensione, se non vogliamo contare il fatto che Derek non si voltò neppure una volta verso di lui e che Jackson continuò a guardarlo come se fosse in procinto di ucciderlo.

Quando sentì la campanella che segnava l'inizio delle lezioni pomeridiane Stiles si sentì improvvisamente meglio. Si alzò dal tavolo quasi di scatto, attirando l'attenzione del suo migliore amico e di Allison, che lo guardarono confusi. Riuscì a balbettare qualcosa circa il fatto di dover correre a lezione per parlare con il professore e si dileguò senza degnare Derek di una seconda occhiata.

-Stiles!-lo richiamò Lydia mentre attraversava di corsa il corridoio, facendolo rallentare fino a fermarsi. Si voltò e le rivolse un sorriso un po' mesto.

-Penso che Jackson mi ucciderà presto.-borbottò con una mezza risata, aspettando che la ragazza lo raggiungesse prima di ricominciare a camminare.

-Non dire stupidaggini, Jackson non ti torcerà un capello.-lo rassicurò Lydia con uno sbuffo divertito.-E poi non vedo cosa ci sia di male a trascorrere del tempo con te. Sei interessante. E gay, quindi non può nemmeno accusarmi di starlo tradendo.-

Stiles sbuffò una risatina.-Questo non sembra interessargli. Pensavo che mi avrebbe ucciso oggi a pranzo.-

-Forse dovresti parlarne con Scott.-suggerì la rossa, scrollando le spalle. Non si capacitava di come fosse possibile che quel tonto del suo migliore amico non si fosse accorto dell'atmosfera che si era creata al loro tavolo quando era apparso Stiles.

Il ragazzo scosse la testa.-Lascerebbe immediatamente la squadra di lacrosse e non otterebbe la borsa di studio.-

-Ma...-

-È meglio così, davvero. La prossima volta inventerò una scusa.-

-Inventerai scuse per tutto l'anno?-sbuffò la rossa, scuotendo la testa.

-Può darsi.-

-E che mi dici di Derek?-sussurrò Lydia, conscia di star toccando un tasto dolente. Stiles infatti le rivolse un sguardo afflitto e si fermò improvvisamente in mezzo al corridoio, facendo fermare anche lei.

-Voglio che tu sia sincera con me.-le disse, mortalmente serio.-Derek si è avvicinato a me per arrivare a Scott, vero?-chiese, mandando giù a fatica il groppo in gola che sentiva. Gli sembrava quasi di non riuscire più a respirare correttamente e l'espressione mortificata di Lydia gli fece capire che la risposta che avrebbe ricevuto non gli sarebbe piaciuta.

-Stiles...-disse infatti lei, allungando una mano per accarezzargli un braccio.
Lui scosse la testa, trattenendo le lacrime con tutte le sue forze.-Voglio saperlo, Lydia.-affermò con quanto più decisione possibile, anche se sentiva la sua voce tremare leggermente e il respiro venire meno.

-Sì.-rispose infine la ragazza, abbassando la testa.

-E sapeva dei...sapeva dei miei sentimenti?-domandò allora Stiles, sentendo che anche le mani cominciavano a tremargli.

Lydia esitò un attimo, ma poi annuì.

Stiles annuì a sua volta, iniziando a sentire la testa che girava. Il corridoio sembrava restringersi e l'aria iniziava a mancare. Anche la voce di Lydia, che gli diceva di non averlo saputo fino al giorno della festa, gli arrivava sempre più attutita. Quando il suo respiro cominciò a farsi affannoso e la ricerca di aria divenne un bisogno pressante, si accasciò a terra, scivolando con la schiena contro gli armadietti, e poi tutto intorno a sè non ci fu altro che buio, un buio terrificante e asfissiante in cui non penetrava più la voce preoccupata di Lydia, quella lontana del suo migliore amico o quelle degli studenti che gli si erano radunati intorno.

In cui non penetrava nemmeno la voce di Derek, accorso insieme agli altri.

Lacrosse Team ~ SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora