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Scott si fece largo tra la piccola folla che era venuta a crearsi, scansando malamente tutti i curiosi che si erano radunati attorno al suo migliore amico.

Quando finalmente riuscì a raggiungerlo, Lydia era inginocchiata davanti a Stiles e stava urlando qualcosa di decisamente poco lusinghiero a Derek, che guardava con gli occhi sbarrati il suo migliore amico e sembrava prestare appena attenzione alle parole della rossa.

-Toglietevi tutti!-urlò alla fine Scott, inginocchiandosi di fronte al suo migliore amico.
Stiles respirava affannosamente, come se non riuscisse ad inalare abbastanza aria, e si era appiattito contro gli armadietti portandosi le ginocchia al petto, quasi a volersi proteggere.

-Amico ehi va tutto bene.-sussurrò Scott, chinandosi su di lui e stringendogli delicatamente una mano che si era portato tra i capelli disordinati.-Va tutto bene, respira con me.-gli disse lentamente, cercando i suoi occhi.

Stiles lo guardò smarrito, cercando forse di schiarire la mente abbastanza da recepire chiaramente le parole di Scott. Vedeva le labbra del suo migliore amico muoversi in una danza quasi ipnotica ma non riusciva a cogliere il senso di ciò che diceva.
Sentiva però la presa gentile sulla sua mano e le carezze circolari sulla schiena. Era una cosa che facevano spesso, lui e Scott. Se Stiles aveva un attacco di panico, Scott gli accarezzava la schiena al ritmo con i suoi respiri. Doveva solo seguire quel ritmo, continuare a guardare Scott e seguire il ritmo. Non era difficile. Ce la poteva fare.

Inspira. Una carezza. Espira. Una seconda. Inspira. Espira. Va tutto bene, continua a respirare.

-Amico, mi hai fatto prendere un colpo.-disse Scott alcuni minuti dopo, quando Stiles sembrava essersi calmato abbastanza da recepire le sue parole.

Nel frattempo la folla che si era radunata in precedenza era stata costretta a disperdersi da un professore ed era stata chiamata anche l'infermiera della scuola.

-Ce la fai a camminare? Vuoi che chiamiamo a casa?-gli domandò quest'ultima, avvicinandosi a Stiles e chinandosi alla sua altezza.

-No. Sì...cioè, sto bene.-rispose lui a fatica, schiarendosi la voce. Non osava alzare lo sguardo per guardarsi intorno. Sapeva che Lydia era ancora lì, vicino al professore, e sperava che Derek se ne fosse andato ma non poteva averne la sicurezza.

-Perchè non ti stendi un po' in infermeria?-domandò gentilmente l'infermiera.-Scott potrà rimanere con te.-aggiunse.

-Vieni, Stiles. Ti accompagno.-lo spronò Scott, tendendogli entrambe le mani e sollevandolo senza sforzo. Gli fece passare un braccio intorno alle sue spalle e gli strinse saldamente la vita, nonostante Stiles continuasse a protestare e dire che stava bene, che ce la faceva da solo.

-Mi dispiace.-disse soltanto Lydia quando gli passarono accanto, guardandolo mortificata. Stiles abbozzò un sorriso e si decise finalmente a guardarla negli occhi, scuotendo piano la testa.

-Non hai fatto nulla di male. Scusami tu per averti spaventata. Mi capita spesso, non è nulla.-disse, cercando di suonare disinvolto.

Scott rafforzò la presa sulla sua vita e rivolse un breve sorriso a Lydia prima di iniziare a trascinarlo verso l'infermeria, sordo a tutte le sue lievi proteste.

-Allora?-gli chiese quando Stiles si fu steso.

-Allora cosa?-

-Cosa è successo? Era da tanto che non ne avevi uno.-

-Non lo so.-mentì Stiles.

-In che senso?-arricciò le labbra il suo migliore amico.

-È successo e basta Scott. Non lo so.-ripetè Stiles leggermente esasperato. Si sentiva privato di tutte le forze e avrebbe solo voluto rimanere da solo.-Vorrei riposare un po' Scottie bello, ti dispiace?-disse alla fine, cercando di suonare allegro come sempre.

-Mi trovi qui all'uscita.-annuì Scott.

-Nemmeno per sogno. Hai un allenamento o sbaglio?-

-Non moriranno se per oggi salto.-fece spallucce Scott.-Tu sei più importante.-

-Allora facciamo così. Io rimango qui a riposare fino alla fine del tuo allenamento e poi torniamo a casa insieme. Così siamo felici tutti no?-replicò Stiles, anche se lui felice non lo era proprio per niente. Ma Scott aveva un campionato da vincere e una borsa di studio da ottenere e lui era il suo migliore amico. Non si sarebbe fatto buttare giù. Lui era forte, vero? Glielo avevano detto tutti dopo il funerale di sua madre. Glielo avevano detto anche quando suo padre aveva iniziato a bere ed era stato sospeso dal servizio. Glielo avevano detto tutti, quindi doveva essere così, giusto?

                              *****

Stiles cercò davvero di dormire, una volta che Scott se ne fu andato. Ci provò seriamente, ma non faceva che pensare a ciò che Lydia gli aveva detto. Non avrebbe dovuto farsi del male così, lo sapeva, eppure era un chiodo fisso da ore. Davvero non riusciva a pensare ad altro. Per la prima volta si chiedeva davvero chi fosse la persona che aveva amato per tutti quegli anni. Una persona in grado di giocare in quel modo con i sentimenti, una persona che non aveva esitato a trattarlo come uno stupido oggetto, un mezzo per ottenere un fine.
Alla fine decise di alzarsi e dirigersi verso il campo di lacrosse. Non aveva alcuna voglia di vedere nessuno dei membri della squadra, ma voleva quantomento avvertire Scott che si sentiva meglio e che avrebbe chiamato suo padre per farsi venire a prendere. Non che ne avesse davvero intenzione, ma almeno il suo migliore amico non si sarebbe preoccupato e lui avrebbe potuto fare una lunga camminata che forse gli avrebbe schiarito le idee.

Era quasi arrivato al campo quando si sentì spintonare e si ritrovò a terra. Alzò lo sguardo, confuso, e desiderò ardentemente non aver mai lasciato quell'infermeria quando vide Jackson che lo guardava dall'alto. E il suo sguardo non prometteva nulla di buono.


Lacrosse Team ~ SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora