Mozzarelle non in carrozza

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Sono appena stato testimone di una scena così struggente, così dolce, così romantica, così tatina, così dolcina, così teneralla, così pucci pucci che tanto dallo zucchero accumulato ho rischiato un ricovero immediato per attacco diabetico acuto.

Prendo posto sul treno (eh si queste cose accadono solo sui treni) intento come al solito a farmi i CAZZI MIEI. Mi devo sorbire 5 ore di viaggio, già mi viene la depressione post rientro da casa di mammà perchè al NORDE troverò il solito frigo vuoto e non il chilo e mezzo di mozzarella fresco sul piatto di casa, che entrano LORO DUE.

Sono carini, sono giovani lui ha una barba improbabile stile Camillo Benso Conte di Cavour. Si salutano tenendosi abbracciati per 25 minuti esatti. Sono talmente attaccati e immobili che la gente che passa accanto a loro crede che siano artisti di strada e LASCIA LORO L'ELEMOSINA.

Ad un certo punto si separano e qui nasce il dramma, l'epopea amorosa, il nuovo VIA COL VENTO.

Lei ha gli occhi lucidi (che topolina!) e comincia a guardarlo attraverso la finestra del treno con l'espressione stile GATTO DEGLI STIVALI DI SHREK. Lui sembra Romeo un attimo prima di prendere il veleno.

Si guardano intensi e romantici.
Lei piange, lui cerca di consolarla mandandole i bacini attraverso la finestra.

Il mio stomaco comincia a manifestare i primi segni di scompenso.

Lui mette la manina sulla finestra e invita lei a fare altrettanto. Lei si vergogna un pò (perchè mai io mi chiedo!!?), ma alla fine lo imita.

Ne viene fuori un istante in cui si ferma il tempo, quel secondo in cui le loro manine quasi si toccano, potrebbero riuscivi se non separate dal CRUDELE VETRO.

Nel frattempo assumo io un'espressione incredula, indubbiamente condizionata dai conati di vomito che inevitabilmente si fanno strada, ma cerco di mascherare il dissenso ficcando gli occhi sul pc.

Lui continua con gesti patetici in cui COMINCIA A FARE LE FOTO AL VOLTO DELLA SUA AMATA RIGATO DALLE LACRIME.

Quasi come fosse un soldato che parte per il fronte di una guerra che si combatte ad Urano, questa scena va avanti fino a quando il treno PER MIA PIETA' comincia a muoversi.

Lui si affloscia sullo schienale della sedia distrutto da tanto sforzo emotivo e ovviamente la prima cosa che fa è chiamare la sua amata, per scambiarsi impressioni su quel momento eterno che li ha separati.

Lei piange per telefono così forte che la sento anche io nonchè tutti quelli nella carrozza.

Sottolineo la scena con uno sguardo pietrificato di dissenso, dopo aver messo a tacere a fatica i miei scompensi digestivi (colpa tua Tristano dei miei stivali, che tu sia maledetto!)

Il treno si muove, i tatini mi hanno riportato per un secondo alla mia giovinezza quando anche io rischiavo l'embolo e il diabete per cose così.

Ripenso al mio presente alle certezze di oggi e all'uomo che sono diventato ....

FIERO DI DEDICARE LE MIE LACRIME SOLO ALLA TRECCIA DI MOZZARELLA DI UN CHILO E MEZZO CHE A TORINO NON TROVERO'

Fuego ai bacini perugina, questi si che so drammi per cui piangere!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 27, 2018 ⏰

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