Questioning

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ALEXANDRA

«Alex» sentii sussurrare ripetutamente.

Mugugnai qualcosa simile ad un "vaffanculo, oggi non mi alzo", avevo troppa voglia di stare a letto e dormire.

«Alex, dobbiamo andare alla base» continuò Justin scuotendomi.

Aprii finalmente gli occhi e non potei desiderare risveglio migliore. Justin era a petto nudo seduto accanto a me sul letto. Mi alzai sui gomiti e annuii, continuando a guardare le sue braccia muscolose che avrei tastato con molto piacere.

«buongiorno» sussurrò sorridente. Avvicinò il busto e portò una mano sulla mia guancia, poi le labbra sulla mia fronte. Mi diede una buona veduta dei suoi pettorali ben scolpiti. Diamine, avrei passato le giornate a fissarlo se avessi potuto.

«buongiorno» sorrisi.

Lui si alzò e uscì dalla stanza, subito mi alzai anche io prendendo il borsone e tirando fuori un semplice jeans, una felpa rosa e l'intimo. Mi diressi in bagno, dove feci una doccia veloce e mi vestii. Pettinai bene i capelli, poi uscii e raggiunsi ancora la mia stanza.
Sistemai in modo disordinato il letto, infilai le mie solite scarpe da tennis e raggiunsi Justin in salotto.

«il solito cappuccino» mormorò porgendomi un bicchiere.

Lo ringraziai e subito andammo via. Bevvi il mio cappuccino durante il tragitto da casa alla base, le strade erano trafficate perciò non arrivammo subito.
Ancora una volta l'edificio imponente si rivelò davanti ai miei occhi. Iniziai a pensare che probabilmente negli ultimi tempi passai più ore lì dentro che a casa mia. Scesi dalla macchina insieme al biondino, che si affrettò ad entrare.
Lo seguii anche io a passo svelto, come mai tanta fretta?

«okay, uhm» esordì Justin. «devo fare una cosa di lavoro, puoi per favore aspettarmi qui e avvertirmi nel caso in cui dovessi spostarti?» chiese gentilmente, in realtà era un ordine.

Alzai gli occhi al cielo divertita e annuii. Mi sedetti su una delle solite poltroncine al di fuori dell'ufficio di mia madre, mentre vidi Justin raggiungere il fondo del piano e prendere l'ascensore.
Dopo qualche minuto però, annoiata, mi alzai e iniziai a girovagare per quel piano. Non ascoltai la richiesta di Justin ancora volta ma alla fine lì dentro nessuno poteva farmi del male, e stare seduta senza fare niente per tutta la mattina era snervante. Durante la breve passeggiata incontrai Madalina.

«ciao» disse felice.

Sorrisi anche io. «ciao»

«allora? Come stai? Ti vedo meglio da quando..» si fermò, lasciandomi intendere ciò che volesse dire. Era così brutto dire "da quando ti hanno salvata"?

«sto bene» mormorai sorridendole, anche se un po' titubante. «grazie» continuai.

Lei annuì. «sei nervosa?» chiese ancora, prendendo dei documenti da uno scaffale e iniziare a camminare.

«per cosa?» alzai un sopracciglio.

«per tuo padre.. Tra poco l'interrogatorio avrà inizio» disse quasi ovvia, poi guardò l'orologio che portava al polso. «oh no, in realtà deve essere già iniziato da qualche minuto» rifletté.

«n-non lo sapevo» quasi sussurrai. «in realtà non sapevo nemmeno che mio padre fosse uscito dall'ospedale» riflettei sbuffando. Maledii mentalmente Justin per non avermelo detto.

𝘾𝙄𝘼 - 𝘾𝙚𝙣𝙩𝙧𝙖𝙡 𝙄𝙣𝙩𝙚𝙡𝙡𝙞𝙜𝙚𝙣𝙘𝙚 𝘼𝙜𝙚𝙣𝙘𝙮 ➳ 𝙟𝙗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora