"Che succede?" chiesi quando l'ascensore restò fermo.
"Credo si sia bloccato l'ascensore..."
"E ora che facciamo?"
"Aspettiamo che lo riparino. È pur sempre un ospedale, se si blocca l'ascensore è la fine."
"E se fossi claustrofobica?!" chiesi cominciando ad entrare nel pallone tanto che non lo avevo neanche ascoltato.
"Credo che lo sapresti..." esclamò Blaison accennando una risata.
"No! No, che non lo so. Non sono mai rimasta chiusa in un ascensore! E se non riuscissero ad aggiustarlo? Se finissimo l'aria? Se l'ascensore precipita e noi finiamo per schiantarci al suolo come succede nei film? Se ti uccidessi dato che non ho più il controllo delle mie azioni? E se..."
Ma alla fine la mia voce uscì come un mugolio perché Blaison mi coprì la bocca con la sua mano.
Lo guardai con espressione contrariata ed esclamai un 'Lasciami!' che non si capì molto bene.
"Se ti calmi la tolgo."
Io annuì, lui lentamente sfilò la sua mano per vedere se avrei cominciato ad impazzire ma non lo feci, o almeno fino a quando non allontanò completamente la sua mano.
"Ma che ti passa per la testa?!"
"Scusami ma stavi dicendo cose senza senso e questo era l'unico modo che ho trovato per farti stare zitta."
"Guarda che esistono altri modi per far calmare una persona..." protestai contrariata del suo modus operandi.
"Va bene, allora la prossima volta ti bacio."
La cosa mi lasciò interdetta. Pensare a Darcy Blaison, le sue labbra sulle mie e...
"No! Continua ad usare questo metodo, è efficace!" dissi con tono nervoso.
"Ora calmati Ferres, guardami e respira." disse e le sue mani sulle mie braccia diffondevano tranquillità.
Feci come mi disse ma mi risultava difficile respirare mentre guardavo quegli occhi pericolosamente troppo verdi.
Che mi prendeva? Io non ero il tipo di persona che si faceva prendere dal panico in momenti difficili ma anzi manteneva la calma e cercava di ragionare per trovare la soluzione più logica.
"Bene. Vedrai che tutto andrà bene... Ci sono io."
"È proprio per questo che mi preoccupo."
Lui rise credendo che la mia fosse una battuta ma io in realtà ero seria.
Forse era dovuto proprio a questo il mio attacco di poco prima. Non ero preoccupata de essere lì bloccata in quell'ascensore ma di esserlo con Darcy Blaison senza alcuna possibilità di via di fuga.
"Sei più calma ora?"
Annuì con le testa. Ora che avevo compreso la causa lo ero.
"Bene. Che facciamo mentre aspettiamo?" domandò Darcy poggiandosi a terra.
"Non ne ho idea. Dici che ci vorrà molto?"
"Se invece di farti prendere dal panico avresti ascoltato ciò che ti dicevo sapresti che non ci vorrà molto."
"Speriamo..." sussurrai tra me e me.
"Ho qui la tua lista." Mi disse tirandola fuori. Ma era possibile che la portasse sempre con sé? "Ma davvero funziona?" mi chiese.
"Non lo so." Dissi sollevando le spalle. "Dovrebbe funzionare."
"Come fai a non saperlo? I ragazzi prima di me ci sono riusciti facendo questi punti?"
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Mr. Player and I
Teen FictionLei, Leonora Ferres, secchiona e perfezionista, sogna il ragazzo ideale ma le piace uno che di ideale non ha proprio nulla. Lui, Darcy Blaison, idiota e imprevedibile, due occhi pericolosamente troppo verdi, un sorriso smagliante, carino... o almen...