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mia mamma mi saluta ancora con la mano, i suoi occhi sono lucidi e le sue mani sembrano tremare. io le sorrido dal finestrino, il treno è in partenza, ma accorgendomi che ormai l'ho persa di vista, mi rimetto a sedere. il vagone è vuoto, sinceramente spero arrivi qualcuno, vorrei entrare ad hogwarts con almeno qualche conoscenza.
mia mamma mi ha tanto parlato di hogwarts, raccontandomi delle grandi aule dal soffitto alto, dell'ingresso padroneggiante, delle sale comuni, o almeno, della sala comune di corvonero, la sua. sinceramente anche io spero di entrare in corvonero, non so se ho tutte le qualità, non mi conosco abbastanza, ma sinceramente, non è solo una questione di discendenza.
in corvonero c'è una persona che vorrei davvero conoscere, una persona che conoscono un po' tutti, famosa, certo per il suo cognome, ma credo che vada oltre questo dettaglio.
in corvonero c'è albus severus potter, figlio di harry e ginny potter, due persone che sono state tormentate e che hanno lottato contro l'oscurità per anni, vincendo.
almeno, questo è ciò che mia mamma mi ha raccontato, i libri non dicono molto al riguardo. solo, il signore oscuro era tornato, il male e la morte con lui e i suoi seguaci, e harry potter, il prescelto, il ragazzo che ha vissuto, che è sopravvissuto all'attacco di tom riddle, o voldemort, è riuscito a distruggerlo, una volta per tutte. in breve, senza di lui, non si sa che fine avrebbe fatto il nostro mondo.
tenebrosa e senza luce, ovviamente.
ma forse altro che non riusciamo neanche ad immaginare.
"posso sedermi qui?" una calda voce femminile ferma i miei pensieri, e voltandomi di scatto vedo una ragazza, molto probabilmente anche lei del primo anno, sull'uscio della porta a scorrere in attesa di una mia risposta.
"certo!"  le affermo con sguardo felice, per fortuna non sono sola.
"primo anno?" mi domanda.
"già, anche tu?" ricambio, lei annuisce sorridente.
ha dei lunghi capelli biondi, un poco mossi, tantissime lentiggini, due occhi sul blu, e devo ammetterlo, un bellissimo sorriso.
"adoro i tuoi capelli!" afferma guardando la mia chioma incontrollabile.
già, i miei tantissimi capelli neri, il più delle volte ingestibili, sono per tutti affascinanti. e aggiungendo gli occhi verde chiaro, sembro quasi un angioletto innocuo. inizio a pensare che potrei finire in serpeverde.
"grazie, anche i tuoi sono bellissimi"
rispondo così, in modo un po' impacciato.
d'un tratto sentiamo la porta aprirsi e chiudersi sbattendo di nuovo, è un ragazzo.
sembra più grande di noi, con se oltre il bagaglio, ha anche una gabbietta con un gatto, sembra nero, ma non riesco a vederlo bene.
si siede senza dire niente per poi far caso della nostra presenza.
"oh, scusate, piacere, sono denny stumprong!" esclama porgendoci la mano sorridente.
capelli castano scuro, occhi scuri, ma nonostante la semplicità sembra intrigante e ha qualcosa che lo rende, interessante.
"piacere, cat laives!" risponde la ragazza davanti a me afferrando la sua mano e stringendola.
"ehm, io sono alma, alma deston!"
"piacere alma!" esclamano loro.
il ragazzo ha una divisa color ocra, dev'essere un tassorosso.
"primo anno?" ci domanda. notando un cenno positivo come risposta.
"beh, allora speriamo il cappello parlante vi smisti in tassorosso!"
"io speravo in corvonero!" affermo.
"assolutamente no! grifondoro fino alla fine!" dice con tono forte cat.
"bah, come volete voi, forse vi ascolterà!"
"forse?" domanda cat.
"beh, il cappello tiene conto delle vostre preferenze, ma non può smistarvi in una casa che non è vostra, che non vi rappresenta." conclude denny.
in effetti ha ragione, nonostante i nostri desideri e le nostre preferenze, non possiamo far parte di una casa nella quale non centriamo niente. il timore di essere una serpeverde dopo le sue parole cresce sempre di più.
diciamo che in certe caratteristiche mi ci rispecchio molto.
e osservando fuori dalla finestra, noto che ci troviamo in mezzo a colline e fiumi sperduti.
"quanto manca?" domando interrompendo una loro conversazione.
"siamo a metà viaggio circa, tecnicamente non tanto..." dice denny con tono tranquillizzante.
provo a tornare ai miei pensieri quando la mia attenzione viene attratta da una frase di cat.
"io sono mezzosangue. mamma babbana e papà mago."
so che ormai la parola "mezzosangue" è di uso comune, e che non si fanno più molte differenze tra i puro sangue e le streghe e i maghi con genitori babbani; ma, non so perché, la cosa mi irrita leggermente.
"mezzosangue?" domando incuriosita.
"sì, io...qualcosa non va?" mi chiede lei pensando che io abbia qualcosa in contrario.
non che non sia vero, ma non voglio essere classificata come la purosangue razzista che mette il naso nella vita degli altri creando disguidi.
"no io, niente." le rispondo sorridendo.
lei ricambia, e così provo a inserirmi nella loro conversazione.
"di cosa stavate parlando?" chiedo quindi in seguito.
"famiglia..."
"oh, beh, io ho poco da dire al riguardo." rispondo dopo aver sentito l'argomento.
"in che senso? se non sono troppo indiscreta?" mi domanda cat incuriosita.
"no tranquilla. semplicemente, non ho mai conosciuto mio padre, è morto quando mia mamma era incinta di tre mesi di me. l'avevano da poco scoperto, lui lavorava ad azkaban come guardia notturna, e una sera, si è ritrovato in conflitto con un prigioniero, un mangiamorte...è stato ucciso dalla sua stessa bacchetta." le rispondo tranquillamente, certo, con tono un po' triste.
"oddio, alma mi, mi dispiace tanto" dice lei, mentre denny mi guarda triste e con occhi spenti.
"tranquilli, non ci ho sofferto poi così tanto. certo, ci penso, ci penso spesso, ma, davvero, tutto bene."
loro sorridono, e io ricambio.
"ecco, siamo quasi arrivati." afferma in seguito denny buttando uno sguardo fuori dal finestrino.
io sorrido, avvicinandomi al panorama.
d'un tratto, una sensazione di serenità e felicità mi invade. ed è vero, ormai è tutto vero, sta per succedere, sta davvero per succedere. adesso sì che sembra reale. adesso sembra quasi più della magia, sembra quasi, un sogno.

how i met albus potter - sveva mazzarriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora