Capitolo 3

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Rimasi lì, immobile, incapace di muovermi.

All'improvviso tutto si era come silenziato: non si sentivano più le urla e le risate degli altri studenti. In quel frangente di tempo esistevamo solo noi due.

Sentii chiaramente il battito impazzito del mio cuore contrastare l'insolito ritmo tranquillo del suo. Sentivo il suo respiro sulla nuca e sentivo le sue calde mani sfiorarmi i fianchi.

In quel momento non mi sarebbero mai uscite le parole, tanto meno il mio corpo non avrebbe mai risposto ai miei comandi. Ma in fondo... mi andava bene così.

Quella sensazione duró fino a quando alcuni professori entrarono nella mensa e, notando il caos creatosi, decisero di andare a chiamare il preside.

Alla loro entrata tutti si zittirono e si fermarono, Drake invece si limitó a staccarsi da me e raggiungere i suoi amici.

*****

<<Quindi siete stati voi a dare inizio alla "battaglia di cibo">> fu la prima domanda posta dal preside.

Ancora oggi pensare a quella situazione mi fa sorridere: io e Daisy eravamo sedute su delle sedie proprio di fronte alla cattedra del direttore, mentre Drake e il suo amico erano in piedi, poco più dietro di noi.

Ai lati della stanza il nostro professore di matematica e una professoressa che non conoscevo, probabilmente insegnava nei corsi pomeridiani.

Tre di noi non si permettevano nemmeno a fiatare per la paura. Uno non lo fece per pigrizia e si limitava a guardare tutti dritto negli occhi, come al suo solito.

<<SIETE STATI VOI, SI O NO?>> Urló il preside più infuriato che mai.

Daisy si limitó a fare cenno di si con la testa. Non osava nemmeno guardarlo in faccia per la troppa vergogna, preferendo invece concentrarsi sulla targhetta con su scritto signor Brown.

Dopo essersi calmato quest'ultimo continuó mettendosi una mano in fronte:<< Avete idea del disastro che avete combinato? E di quanto tempo ci sarà bisogno per ripulire tutta la mensa?>>

Silenzio.

<< Signorina Murphy sono davvero colpito dal suo comportamento, pensavo fosse una persona educata e rispettosa delle regole>>

In quel momento Daisy esplose e non fu capace di trattenere le lacrime lanciandosi in un disperato pianto silenzioso.

<<Anche tu Garcia, sei un bravo giocatore e hai delle splendide medie, perché dare inizio a una cosa del genere!>>

Il ragazzo chinó la testa in segno di sottomissione.

Poi il preside sospiró e, mantenendo la schiena dritta, disse <<Ma proprio per la vostra indole tranquilla e per il fatto che questo sia il vostro primo richiamo in tre anni, stavolta non vi puniró severamente...>>

Delle luci di speranza si accesero negli occhi dei due ragazzi.

<<Tuttavia dovrete aiutare i collaboratori nella pulizia della mensa oggi pomeriggio>>

Detto questo i professori gli riaccompagnarono nelle loro aule.

Poi lo sguardo di tutti si rivolse su di me.

<< Kate Gray... Sei arrivata da nemmeno una settimana e hai già combinato un guaio degno di sospensione!>>

Era strano, quella volta non mi ero minimamente pentita di quello che avevo fatto.

Di solito mi sarei comportata come Daisy e l'altro ragazzo o mi sarei messa a piangere, ma quella volta mi sentivo sicura di poter fare ogni cosa.

Era Drake, lui mi trasmetteva sicurezza. Ma non lo capii subito...

<< Lo sapevo che una proveninte dall' istituto d'arte non avrebbe combinato niente di buono!>> sussuró la professoressa ma nemmeno tanto piano da far si che non potessi sentirlo.

Il preside guardó loro con diffidenza e aggiunse:<< Anche per te peró é la prima volta quindi ti limiterai a preparare la palestra per le selezioni di domani>>

"Selezioni? Che selezioni?" pensai, ma non ebbi nemmeno il tempo di chiederlo che mi fecero uscire dall'ufficio e rispedirmi in classe.

                  *****

<<Bene, lascio tutto nelle vostre mani>> disse la prof di educazione fisica mentre lasciava la palestra.

<< Bene, finalmente se n'é andata! Non la sopporto proprio a quella p... bagascia!>> esclamó Alex

<<E cercate di non fare troppo rumore>> aggiunse dal corridoio.

<<Ops...>>

Alex si era offerta di aiutarmi per la punizione rimanendo a scuola con me il pomeriggio. Penso che nessun altro l'avrebbe mai fatto. Anche se dovevo considerarmi fortunata dato che pulire la palestra era meglio di una sospensione alla prima settimana.

Mentre toglievamo i vari palloni dal pavimento e gli sistemavamo nelle rispettive casse ( pallavolo, basket, football, ecc...) io e lei iniziammo a parlare per distrarci.

- Allora, che punizione ha avuto Drake?

-Non ne ho idea, sono uscita prima di lui

-Ah, spero non sia qualcosa di grave...

-Perché?

-Perché con tutto quello che ha fatto rischia di perdere l'anno!

-Ma é appena iniziato!

-Non conosci Drake Anderson, Kate.

"Non conosci Drake Anderson... aveva ragione, non lo conoscevo...allora perché sono così preoccupata per lui"

Quando finimmo con i palloni io iniziai a riordinare lo sgabuzzino degli attrezzi, mentre Alex passava la cera sul pavimento.

Non mi ci volle molto sforzo e, mentre pulivo, riuscivo a sentire le imprecazioni di Alex sull'inutilità dei bidelli e sul fatto di quanto sia inutile lavare i pavimenti se loro  vengono pagati proprio per questo. Inutile dire che ero pienamente d'accordo.

Dopo aver ripulito il "grosso" dovevamo abbellire l'intera stanza.

Alex, grazie all'aiuto di una scaletta, riempì le pareti con festoni e coccarde dai colori giallo, blu e bianchi (ovvero quelli della squadra di football) mentre io decoravo la grande scrivania in legno, nonché posti della giuria, di fasce dai medesimi colori e da una grande coccarda con una tigre, la mascotte della scuola.

Dopo appena un ora dall'inizio delle pulizie io e la mia amica ammirammo soddisfatte i risultati del nostro lavoro dall'uscio della porta a vetri.

Orgogliose ma stanche ci dirigemmo verso l'uscita.

Tuttavia ero molto silenziosa e avevo lo sguardo perso nel vuoto e assorto nei miei pensieri.

<<Stai pensando a Drake e?>> esclamó facendo una faccia maliziosa, poi aggiunse<< Ti piace, non è così?>>

<<N-no é s-solo che...non so se mi piace, mi interessa tutto quì...>> balbettai imbarazzata, poi continuai <<Mi piacerebbe davvero conoscerlo, ma lui frequenta l'ultimo anno e non potremmo vederci spesso. Poi sono anche nuova quindi...>>

<<Beh, se vuoi passare del tempo con lui puoi partecipare alle selezioni per diventare cheerleader! Sai loro si incontrano spesso con i giocatori di football>>

In fondo non era una cattiva idea.

Alex prese un volantino dalla bacheca e me lo porse: ero ancora in tempo.

<<E poi é un classico: il capitano della squadra deve stare per forza con una cheerleader!>> disse facendomi l'occhiolino.

Continuammo il tragitto in silenzio fino al cancello dove prendemmo strade opposte e ci salutammo.

Infine tornai a casa esausta con ancora il volantino in mano.

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