~ 70 • Best choice ever •

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• Sophie pov •

Dopo aver riattivato il mio profilo Instagram e dopo aver pubblicato quella foto, il telefono non ha smesso un attimo di vibrare. Tanti messaggi da parte dei tifosi di Marco; congratulazioni, complimenti per il fagiolino in arrivo e tanti messaggi di supporto.

Provo a chiamare Marco, ma il telefono è staccato. Strano, di solito risponde. Finisco di vestirmi e mi dirigo verso il soggiorno dove Javi e Gracia mi stanno aspettando.

<<Chi è la futura mamma più bella che c'è qui dentro?>> esclama Javi alzandosi dal divano e avvicinando a me. Si china e da un bacino alla pancia mentre io e Gracia ci guardiamo e scoppiamo a ridere.

<<Ho provato a chiamare Marco, ma non mi risponde>> li informo.

<<Magari ha allenamento>> mi tranquillizza Javi. <<Vedrai che appena finisce, vede la tua chiamata e ti richiama>>

<<Andiamo a pranzo?>> chiede Gracia.

Sinceramente non ho molta fame, però credo che uscire di casa mi farà bene.

Arriviamo al ristorante, un posto carino sulla spiaggia dove andavamo spesso con Marco e gli altri. Ci sediamo e aspettiamo di ordinare.

Il mio telefono vibra di nuovo, spero sia Marco. Lo guardo e, rimango delusa quando non vedo apparire il suo nome. <<Speravi fosse Marco, vero?>> domanda Gracia mentre Javi è impegnato a mandare un messaggio.

<<Speravo.. come ogni volta che sento vibrare il telefono. Ma non è mai lui>>. Blocco il telefono e lo appoggio sul tavolo.

Finiamo di pranzare, Javi paga e ci propone di fare una passeggiata lungo la spiaggia. È un pomeriggio di metà novembre, non fa neanche troppo freddo. Mentre camminiamo chiacchieriamo del più e del meno, ma ogni motivo è buono per ritornare sull'argomento preferito dei due: Marco.

Cerco di distogliere il pensiero da lui, ma non ci riesco. È costantemente nella mia testa. Gracia mi chiede qualcosa, ma sono talmente sovrappensiero che non ho nemmeno capito la domanda.

Ci fermiamo a guardare il mare, una cosa che mi ha sempre rilassato. Il mare nel periodo autunnale è qualcosa di magnifico. Così calmo in contrasto con il casino che ho in testa.

D'improvviso mi sento avvolgere da due braccia forti e due mani si appoggiano alla mia pancia. Quelle braccia che saprei riconoscere, quelle braccia che mi danno sicurezza. Già mi sento più rilassata. Sento il profumo di Marco che si appoggia sulla mia spalla, il suo respiro a pochi centrimetri dal mio orecchio. Quel respiro tranquillo che ti mette serenità.

Mi giro per guardarlo in faccia, le nostre labbra si sfiorano e le mie braccia si avvolgono attorno al suo corpo. Appoggio la testa al suo petto, sento il battito del suo cuore. Mi stringe forte a lui mentre mi bacia la testa. Sa che, facendo così, mi rilasso. L'ha sempre fatto quando eravamo piccoli e non ha mai smesso di farlo.

<<Ve la rubo per un po', andate a fare i piccioncini>> esclama Marco facendoci scappare un sorriso.

Javi e Gracia si allontanano mano nella mano e ci lasciano lì soli. Dobbiamo parlare di molte cose.

<<Andiamo a farci un giro o preferisci rimanere qua?>> mi chiede. Cerco di staccarmi dalla sua presa, ma mi tiene stretta a lui. <<Andiamo al solito posto?>> gli propongo. Annuisce e ci avviamo.

Il solito posto, o comunque, quello che negli anni è diventato il nostro posto, non è altro che una panchina lungo la spiaggia. Quella panchina che ci ha visti crescere, che ha visto lacrime e sorrisi, che ha sentito i nostri discorsi. Sembra una banalità, ma quella panchina ha un significato particolare. Non è molto distante da dove ci troviamo. Camminiamo con calma, mano nella mano. Non parliamo molto, forse perché nessuno dei due vuole cominciare il discorso. Parlano i nostri occhi. Lo guardo ma distolgo subito lo sguardo quando incrocio i suoi occhi, lui fa lo stesso con me. Con la coda dell'occhio vedo un accenno di sorriso sul volto. Cerco di non farmi vedere, ma mi ritrovo a sorridere anche io.

Marco Asensio - InstagramDove le storie prendono vita. Scoprilo ora