"Credo di non aver capito bene." dissi con il mio solito tono di voce acido.
"Hai capito meglio di me, tesoro." disse Louis leccandosi le labbra. "Sta tranquilla, ci divertiremo."
Mi fece salire in auto e in un silenzio tombale partimmo. Ma mi accorsi presto che non stavamo andando verso casa mia.
"Louis, non so a che gioco tu stia giocando, ma non è divertente."
"Facciamo così, per due mesi farai tutto ciò che dirò oppure verrai a letto con me."
Cosa avrebbe potuto farmi fare?
Ci stavo.
"Okay..." alzai le mani in segno di tregua. "ma dove andiamo?"
"In ospedale, da mia nonna. Sarai la mia ragazza per un serata." sorrise malefico.
Non mi sono mai piaciuti gli ospedali, sono così grigi e... tristi.
Arrivati davanti al St. Jude Hospital, Louis mi prese la mano. "Ti prego non fare passi falsi, manca così poco a mia nonna.." disse stringendo la mano e portandomi dentro.
Rettifico, odio gli ospedali.
Louis mi lasciò un attimo la mano per avvicinarsi ad un infermiera "Dovrei vedere la signora Tomlinson." la donna ci portò subito nella stanza 202.
Era tutto così triste lì dentro. C'erano due letti, del quale uno vuoto. I muri grigi, i letti e le lenzuola bianche, flebo ovunque. Ma c'era un mazzo di rose stupendo sul comodino della nonna di Louis.
"Salve..." sorrisi imbarazzata. Louis mi fulminò con uno sguardò, mi strinse a sé lasciandomi un bacio sulla testa.
"Nonna ti ricordi di Alison? La migliore amica di Jennifer, beh, vedi," si grattò la nuca "ora stiamo insieme" ridacchiò in panico. Idiota.
"Oh, e così anche il mio Louis si è sistemato, finalmente!" disse la donna, all'incirca sugli ottant'anni, sorridendo felice. Era così felice che la mia rabbia era volatilizzata. Mi sedetti accanto a lei.
"Raccontatemi voi!" disse entusiasta la donna.
Visto che l'egocentrico idiota accanto a me non aprì bocca, inventare tutta la cazzata toccò a me.
"Ci conosciamo da una vita, ma..qualche tempo fa Jennifer ci.. fece conoscere meglio, ecco." deglutii. "Una sera si presento sotto casa mia e... mi cantò una canzone d'amore. Così capii che lui era l'unico che volevo."
Una un teatrino piuttosto pensono, ma se quella donna era felice così: e che teatrino sia.
Uscimmo dall'ospedale ancora tenendoci per mano. "Ora puo lasciarmi" ride Tomlinson. Dire che ero rossa era riduttivo, quindi lasciai subito la sua mano con un gesto secco e mi avviai in auto velocemente.
"Portami a casa."
"Non così velocemente, piccola."
"Prima cosa, mi chiamo Alison. Secondo, portami a casa."
Louis avvicinò la sua mano verso la mia accarezzandola leggermente "devi fare quello che voglio, ricordi?"
Sbuffai "e dove andiamo?"
"In un posto magico, piccola" non replicai, tanto non avevo scelta. Verso le dieci arrivammo ai piedi di una collinetta.
"Dobbiamo attraversare il boschetto, quindi andiamo."
"Sei idiota? Nemmeno sotto tortura!"
L'idiota rise, "ma fai davvero? Giochi tanto a fare la dura e ti spaventi per un boschetto!"
Afferrai il suo cellulare, attivai la torcia e mi incamminai. "Che fai, non vieni?"
Un sorriso sghembo apparì sul suo viso. "E' così che ti voglio."
Dopo un'ora e mezza di camminata avevo i piedi a pezzi.
"Non siamo ancora arrivati?"
"Emh.. ci siamo quasi." rispose il moro. Non obiettai, volevo soltanto fermarmi.
"Louis, dimmi una cosa."
"Spara."
"Ci siamo persi, non è vero?"
"Eh già, ci siamo persi cara Alison."
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The Proposal. || Louis Tomlinson.
Fanfic"Questo è un ricatto bello e buono, Tomlinson." Sputai in preda alla rabbia. "Il tuo è un tradimento bello e buono, Johnson." "Cosa vuoi in cambio?" "Dovrai fare tutto ciò che voglio, per un solo mese, e giuro che non parlerò." "Va bene, ci sto."