My Savior | Vkook

Capitolo 17

Appena arrivammo ci dirigemmo verso il primo poliziotto che c'era, nonostante stesse parlando con un uomo e una donna. Mi fermai all'improvviso, facendo fermare di conseguenza anche Tae, che cercò di chiedermi, inutilmente, spiegazioni. «Kookie che cos-», «Shh! Zitto! Quell'uomo.. Penso che sia quello che mi ha picchiato.» lo zittii, facendolo ribollire subito di rabbia verso quell'uomo.

Aveva la stessa felpa, la stessa mascherina e aveva per giunta le nocche delle mani spaccate. Mi avvicinai un po' per sentirlo parlare, ma appena lo feci, mi gelai sul posto.
Era la voce dell'uomo che mi aveva aggredito. Era la voce di mio padre. E la donna con lui era mia madre. Come avevo fatto a non riconoscerlo?

«Agente, mi scusi.» dissi avvicinandomi, cercando di rimanere calmo mentre Tae era dietro di me. Era insolito che un figlio denunciasse il proprio genitore, ma a me non me ne fregava un cazzo. Quindi cercai di tirar fuori il linguaggio più colloquiale che potessi avere e mi rivolsi all'agente di polizia, sotto lo sguardo furente e beffardo di mio padre.

«Vorrei sporgere denuncia contro l'uomo qui presente, nonché mio padre, per stalking, minacce e aggressione domestica. Il mio amico, -mi girai per chiedere con lo sguardo l'approvazione di Tae, che mi arrivò subito- qualche giorno fa è venuto e mi ha portato via di casa sotto mia esplicita richiesta, salvandomi così da mio padre, che era tornato a casa ubriaco, come quasi tutte le sere, con l'intenzione di picchiarmi. Le ferite che ho sul volto mi sono state provocate da lui, dopo le minacce di farci fare una brutta fine, all'incirca un'ora fa in mezzo alla strada.», avevo il tono fermo nonostante tremassi, infatti Taehyung lo notò e si avvicinò a me prendendomi per mano senza farsi notare dagli altri.

L'agente annuì e andò a consultarsi con altri colleghi di lavoro, per poi tornare e chiedermi di lasciare una deposizione su tutto quello che ho subito in casa e le minacce.