1. Guerriero

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“E non lotterò mai per un compenso.
Lotto per amore, lotterò per questo.”

Indosso la prima felpa con il cappuccio che trovo nell'armadio e metto i miei jeans neri preferiti. Prendo la borsa, non potrei mai uscire senza, metto le cuffie, faccio partire Guerriero di Marco Mengoni, tiro su il cappuccio e alzo il volume al massimo sperando di sovrastare i pensieri, ma sono troppo rumorosi, come sempre. Vado in cucina sperando che il caffè sia pronto altrimenti lo prenderò per strada, non mi va di aspettare, e con grande stupore ecco che sul ripiano trovo la mia bella tazza di Pisolo colma di caffè. Lo bevo con calma e finalmente ora sono pronta per uscire di casa. È una bella giornata fuori e questo mi mette un po' di buon umore, odio le giornate cupe e buie perché mi mettono tristezza. Attraverso la strada distrattamente, oggi è una giornata abbastanza no e da come è iniziata non penso possa andare peggio di così. Neanche finisco di pensarlo di colpo sento un dolore atroce che mi spezza il respiro in tutto il corpo, sento i suoni farsi sempre più lontani. Non capisco cosa mi stia succedendo, poi di colpo il buio.
Indosso la prima felpa con il cappuccio che trovo nell'armadio e metto i miei jeans neri preferiti. Prendo la borsa, non potrei mai uscire senza, metto le cuffie, faccio partire Guerriero di Marco Mengoni, tiro su il cappuccio e alzo il volume al massimo sperando di sovrastare i pensieri, ma sono troppo rumorosi, come sempre. Vado in cucina sperando che il caffè sia pronto altrimenti lo prenderò per strada, non mi va di aspettare, e con grande stupore ecco che sul ripiano trovo la mia bella tazza di Pisolo colma di caffè. Lo bevo con calma e finalmente ora sono pronta per uscire di casa. È una bella giornata fuori e questo mi mette un po' di buon umore, odio le giornate cupe e buie perché mi mettono tristezza. Attraverso la strada distrattamente, oggi è una giornata abbastanza no e da come è iniziata non penso possa andare peggio di così. Neanche finisco di pensarlo di colpo sento un dolore atroce che mi spezza il respiro in tutto il corpo, sento i suoni farsi sempre più lontani. Non capisco cosa mi stia succedendo, poi di colpo il buio.

La prima persona che riesce a rintracciare l’ospedale è Sky, che si precipita immediatamente lì con Jace

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La prima persona che riesce a rintracciare l’ospedale è Sky, che si precipita immediatamente lì con Jace. In macchina Sky non faceva altro che pensare alla conversazione ricevuta poche ore prima dall'ospedale.
     “Pronto?”
    “La signora Sky?”
    “Chi parla?”
   “La chiamiamo per informarla che la signorina Arya ha subito un grave incidente stradale ed è stata ricoverata qui da noi.”
Successivamente le mille chiamate fatte a Jace per farsi venire a prendere e andare.
             Dottore: “ È entrata in coma nel tragitto in ambulanza , non sapremo nulla fino al suo risveglio.” Breve pausa di silenzio.
                             “Signor Jace non voglio darle false speranze ma ci sono alte probabilità che non si risvegli, ha subito un grave
                              trauma cerebrale.”

Teneva la mano di Arya come se fosse un'ancora di salvezza, come se così non sarebbe potuta sfuggirle.
“Ti prego Arya svegliati, non farci brutti scherzi, non puoi lasciarci, non anche tu ti prego. Se non vuoi farlo per te stessa fallo almeno per me e Jace, non possiamo farcela senza di te, ti prego.”
Niente, il mondo sembrava essersi fermato per loro, anche se fuori da quella stanza tutto procedeva come se nulla fosse successo. In lacrime: “Arya, ti prego! Se riesci a sentirmi stringimi la mano o dammi qualche segno.”
Niente. Mentre Sky aspettava notizie e il risveglio di Arya in cuor suo sperava in un segno o in una piccola e leggera stretta di mano che le facesse capire che c'era e che stava lottando per loro.

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