«Cage» Jaehyun (NCT)

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"Diceva che dovevo controllarmi quando l'artefice di questa mia pazzia era lei."

Mr. Strach

T/n P.O.V.

Mi svegliai lentamente. Avevo ancora la vista intorpidita, e il corpo pesante da non riuscire a muovere un singolo arto. Cercai con tutte le mie forze di mettere a fuoco la stanza dove mi trovavo, ma inutile.
Un po' di pazienza e forse sarei riuscita a riprendermi. Tuttavia, sentivo i polsi a contatto con qualcosa di duro e freddo.
Li per li non capì, lo compresi solo dopo esser riuscita ad agitare il polso: avevo delle... catene? Deglutii rumorosamente percependo sempre più ansia, e non solo quella.

Ero in prigione? Non era possibile, non avevo commesso nulla, oltretutto non si sentivano cattivi odori.

Anzi.

Riuscivo chiaramente a sentire dei profumi a dir poco paradisiaci: fiori profumati, erbe.. E un profumo particolare. Finalmente riacquistai la vista ma.. solo ora mi resi conto di tutto.
Ero dentro a una gabbia, che in altre circostanze avrei trovato molto bella: era bianca e piena di fiori, simile a una gabbietta per uccellini, solo più grande... Solo... a dimensione d'uomo.
Ai polsi avevo delle catene e sentì qualcosa cingermi il collo, sembrava fosse un... collare? Perché mai dovevo avere al collo un collare? Perché ero in una gabbia?
Ma la vera domanda:








Io come ero finita in una situazione del genere?
-ah ti sei svegliata finalmente.. avrai fame, angelo.- disse una voce dolce e apparentemente amichevole. Alzai lo sguardo e incrociai quello del mio interlocutore: era Jaehyun.
-che succede, e soprattutto cosa diavolo mi hai fatto!?- chiesi spaventata al cospetto della causa della mia assurda prigionia.
-perché sono qui?- insistetti e lui tiro' la catena, forzandomi ad avvicinarmi alle sbarre profumate, ma soprattutto a lui.
-allora non ricordi? Perdonami t/n, devo averti colpito troppo forte.. -
Aspetta... colpito? Mi aveva colpita? Ed era vero: iniziai a sentire il dolore alla testa e strinsi la presa sui suoi avambracci. Non solo la testa mi faceva male, sentivo ancora il mio corpo completamente stordito!


E subito dopo ricordai. Ora che ricordavo ero ancora più terrorizzata di prima. Cercai di allontanarmi da lui ma mi trattenne con forza attraverso le mie catene.
-non così in fretta, angelo. Ora che sei qui, non c'è nulla da preoccuparsi.-
No, io dovevo scappare da lì. Non sarei dovuta entrare.

! Flashback!

Era passata circa una settimana da quando Jaehyun e Taeyong avevano litigato. La ragione mi era sconosciuta, o meglio, si erano rifiutati di dirmela. Vabbè saranno affari loro, ho pensato..."cose da maschi" insomma. Tra l'altro avevo sentito dire da Haechan che erano persino arrivati a picchiarsi, il che lo trovavo assurdo... insomma, come era possibile che due due amici come loro erano arrivati a tanto? Non lo capivo..

Prima di tutto, ho pensato di chiamare Taeyong al telefono.

Non rispondeva. Sospirai. "A questo punto mi tocca andare da Jaehyun" pensai tra me e me.
E fu così: presi le chiavi, il cellulare e uscì di casa, dirigendomi a casa dell'amico.
La strada non era molta anzi.. ci misi 5 minuti e una volta che arrivai a casa  di Jaehyun notai qualcosa di strano: la porta era socchiusa.

-ma che fa con la porta aperta??-  dissi confusa. Beh almeno spero che sia in casa.. - con permesso! - dissi ad alta voce sperando che lui mi sentisse.
Ma nessuna reazione. È se gli fosse successo qualcosa?!
Corsi immediatamente al piano di sopra e spalancai quella che era la porta della sua stanza.

E subito dopo quello che vidi mi fece rabbrividire in una maniera a dir poco orribile.

Lo conoscevo da parecchio, e a pensarci bene non ero mai stata in camera sua. Cioè... a casa sua sì ma qui dentro... no. Una lacrima mi rigò il viso. Credevo di conoscerlo invece.. non lo conoscevo affatto!

La sua camera era piena di... foto.
E non foto con amici, familiari o altro.


Foto mie. Persino una era incorniciata al centro della stanza. Entrai nella camera e trovai sulla sua scrivania diverse lettere; erano tutte indirizzate a me ma non le aveva mai spedite. Nel cestino notai che c'è ne erano altre stracciate. Vidi diversi computer sulla scrivania, erano 4 e tutti riprendevano casa mia. Non sapevo che fare. Da chissà quanto tempo mi spiava! La cosa mi stava mettendo sempre più agitazione... e se quel litigio fosse stato proprio a causa di questa sua perversione? Si spiegherebbe il fatto che non me ne hanno parlato.

Cosa dovevo fare? Chiamare la polizia? Forse era la cosa migliore da fare. Presi il cellulare dalla tasca ma venni colpita alla testa con non poca forza da qualcuno. Cadi a terra e con la vista soffusa sentì appena un pizzico al collo e qualcosa di fresco e liquido entrare nel mio organismo. Mi sentivo sempre più debole fino a quando la mia testa non battè a terra.

! Fine flashback!

-allora sei stato tu... Perché mi sento debole? Cosa mi hai fatto?- chiesi debolmente.
-sappi che tutto quello che hai fatto lo avevo pianificato. Lascia che ti illumini, piccola principessa. La porta l'ho lasciata socchiusa intenzionalmente, perché sapevo che saresti venuta; vedendola socchiusa c'era la possibilità che tu ti saresti preoccupata, e ti saresti messa di sicuro a cercarmi. La mia camera beh.. Non mi aspettavo che la vedessi ma va bene così. Dopotutto hai consacrato quel luogo solo respirando e camminandoci dentro.. Come fai ad essere così... così... così perfetta?-

-mi spaventi. Dovresti costituirti, e lasciarmi in pace! Credevo di conoscerti ma alla fine sei solo uno sconosciuto come tanti alt- immediatamente lui entrò e mi buttò a terra, mettendosi a cavalcioni su di me. Tirava leggermente la catena del mio collare, i suoi occhi erano neri e il suo sguardo era rabbioso e possesivo.

-t/n, ti amo. Ti amo. Ti amo tanto. Ti amo anche troppo. Sono arrivato a un punto in cui non me ne frega un cazzo se la mia vita va a rotoli.. se perdo i miei amici, se faccio cose orribili. Se è per te va bene tutto. Anche sterminare una intera città se per questo. Quando ti ho vista in camera ero eccitato, elettrizzato all'idea che tu, la cosa più perfetta e meravigliosa che mi fosse mai capitata, stessi vedendo tutti i piccoli segni del mio amore per te. Fu proprio lì che decisi di volerti ingabbiare. Ti voglio proteggere, ma se mi fai incazzare come stai facendo adesso mi costringi a farti capire che non puoi disobbedirmi. Quelli come me hanno qualcosa che dentro li divora. Solo Dio sa cosa.-

Ero scioccata. Io non lo riconoscevo più. Volevo fosse solo un incubo, volevo svegliarmi e credere fosse tutta finzione.

-non potrò mai amare qualcuno come te.- dissi piangendo.
Lui sorrise, intenerito. Si abbassò al mio orecchio sinistro e sussurrò con malizia:
- non preoccuparti, mia cara. Ti insegnerò io ad amarmi. E sai perché? Perché noi due siamo indubbiamente fatti l'uno per l'altra."

×××
Salve! Ultimamente ho un po' di ispirazione per scrivere queste yandere, e ne sono felice! Spero possa piacere.. Fatemelo sapere nei commenti!
Bye!

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