- 13 - W h a t i s g o i n g o n ?

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Le porte della camera si chiusero alle loro spalle,mentre Warren ancora tremava. Pensai che il nostro rapporto non sarebbe stato più lo stesso da quel momento.

Phoenix, con un paio di bracciate, riuscì a chiudere quel portale davanti a se e lo rese ancora più sicuro girando l'enorme chiave dorata,penzolante dalla parete. I nostri sospiri di sollievo e stanchezza si unificarono, in un unico boato,quasi. Lei spalle contro l'unica entrata di quella stanza, quasi a proteggerla,e io sprofondata nel divano.

<<Che situazione.>> enunciai, neutrale. Nessun tipo di stupore o paura trapelava dalla mie parole,rigide come da copione. <<Immagino tu sappia che questa notte la passeremo insonne.>> lasciai sottintendere che lei sapesse,di già, avendomi letto nella mente più di una volta, quante domande le avrei posto durante quella notte.

<<Ogni tuo desiderio è un ordine.>> accettò lei, sorridendo e iniziando a pescare dei libri dalle mensole che teneva perfino in camera da letto,stavolta di legno scuro come quello dell'entrata. Il suo appartamento era un mix di stili che facevano a pugni tra di loro e di elementi contrastanti. Mensole di vetro in una stanza e di ciliegio, pensai, in un'altra . Forse ogni angolo di quell'appartamento infinito pullulava di libri, collezionati , probabilmente, nel corso della sua vita pluricentenaria. Il suo letto, a baldacchino, era quello che immaginavo, da bambina, avesse una principessa,drappeggiato di stoffe di colori caldi penzolanti in più punti. Lo stesso letto stonava con quel divano su cui stavo facendo la fossa, più moderno, forse del 2000, di velluto sintetico e soffocante. Ogni cosa in quel luogo, sapevo, o forse immaginavo, aveva il suo perché e la sua storia. In pochi secondi mi persi nei pensieri, riguardanti quel posto che apparteneva ad una,a detta sua, strega, ma che nonostante questo era caloroso e accogliente. Nessun tipo di croce al rovescio, stella satanica o barattoli pieni di organi e capelli facevano da decorazione. Forse il potere ''magico'' che possedeva era l'unica cosa certa e stereotipata che aveva da strega, quale si appellava,per il resto i personaggi delle favole non avevano nulla che fare con lei. Chiunque le avrebbe dato dell'accumulatrice, o forse lo era un po',infondo.

<<Sì, lo so. Ho un sacco di cose,ma la casa è grande. Ho anche una stanza per te, se insomma...>> ecco,l'aveva fatto di nuovo.

<<Non potrò nasconderti nessun segreto,vero? >> le chiesi.

<<Penso proprio di no.>>

Mi sarebbe piaciuto vivere lì, pensai, era un posto sicuro.

<<Perfetto! Appena ci sbrighiamo qui ti accompagnerò nella tua stanza! Non ospito qualcuno da secoli.>> non scherzava, se diceva da secoli.<<Da cosa iniziamo? Preciso: le cose riguardanti come e quando-sei diventata così- e perché,spettano di diritto ai tuoi genitori. Io potrò parlarti del nostro mondo in maniera generale.>>

<<Ho afferrato,anche se un po' mi turba dover tornare da loro per il resto. >> le confessai, sarebbe stato inutile tenermelo per me.

<<Lo so... okay, qui ho un po' di cose interessanti.>> disse, mostrandomi una decina di libri che aveva trovato nel mentre, con le pagine gialle tenute tra loro grazie a dello spago e con le copertine di cuoio. <<Cosa ti interessa di più?>>

Vermell - Rossa Come Il Sangue *IN REVISIONE *Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora