- 16 - T h e y a r e c o m i n g

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Un ''Buongiorno!'' sonoro riecheggiò tra i corridoi, accompagnato da un fischiettio allegro. Le porte enormi della mia camera si spalancarono, mostrandomi Phoenix a braccia aperte e sorridente. Ero già sveglia da ore,avevo creato tra me e me vari monologhi,ma non pensavo fosse così tardi. Non l'avevo ancora vista così e dato che la luce dalla porta illuminò tutto, potei notare meglio quanto fosse solare. Solo in quel momento mi accorsi che, effettivamente,i nostri discorsi erano stati svolti tutti in un complesso scuro e accecante e quasi non si vedeva ad un palmo del naso. Prima,quando ero arrivata da lei, il cielo annunciava la pioggia e Phoenix non aveva aperto quasi nessuna finestra. Ora ,invece,sembrava il sole di mezzogiorno in una giornata in pieno agosto. La luce mi diede fastidio agli occhi,ma non mi polverizzai. Speravo che non sarebbe mai successo,sinceramente. Posai solo una mano davanti al viso guardando quello che potevo fra le dita. Phoenix era particolarmente ''carica'' quella mattina, ogni segno di stanchezza o di negatività era scomparso e perfino la casa aveva un altro aspetto: sembrava quasi che con quella bella giornata avesse ricaricato le batterie.

<<Buongiorno! Hai dormito bene, vero?>> mi chiese soffocando una risata , mentre a sua volta posava delicatamente e graziosamente la mano sulla bocca per non mostrare i denti. Ovviamente già conosceva la risposta.

Quel giorno indossava un vestito rosa cipria e quasi non aveva trucco in viso. I boccoli neri le scendevano morbidi sulle spalle e particolarmente strategici non facevano notare il rosso fuoco che nascondevano. Mi soffermai su quanto fosse bella anche per troppo tempo: tutto di lei era meraviglioso e raro. La pelle senza imperfezioni,gli occhi leggermente allungati,il viso di una forma perfetta e simmetrica,il fisico che faceva invidia a qualsiasi modella. Era uscita da un'altra epoca,alla fine, e più che guardare una donna,si assisteva alla materializzazione di un angelo nato e ritratto dalla fantasia di un pittore. Poi la mia espressione divenne interrogativa, pensavo di essermi svegliata presto come sempre e che,data la mia natura, le ore di sonno necessarie fossero anche diminuite:

<<Bene...? Perché me lo chiedi?>> chiesi,togliendomi di dosso le coperte e sedendomi sul letto.

<<Hai dormito tutto il weekend! Oggi è lunedì,sei arrivata venerdì mattina.>> Per fortuna non sembrava scocciata dal mio comportamento,anzi ne era felice. Scoppiammo entrambe in una risata quasi isterica , io non sapevo spiegarmi come fosse possibile dopo tutto quello che avevo capito di poter fare e lei mi stava , evidentemente, prendendo in giro.

<<Mi sono permessa di mettere un ''po'''...>> fece le virgolette con le dita- erano un ''po''' tante-<< di erbe sonnifere nell'antidoto che ti ho fatto bere. Prendilo come un regalo, non dormirai mai più...così.>> e rise ancora.<<Spero ti piaccia la vestaglia da notte che ho comprato per te. Mi sono divertita come ho potuto mentre dormivi,eri la mia piccola bambola di porcellana!>> disse,portando gli occhi al cielo con una smorfia di compiacimento.

Quando mi guardai attorno, alla mia sinistra vidi un armadio che non avevo notato la sera che mi ero addormentata in quella stanza. Aveva le ante a specchio aperte e dentro, appesi e piegati, centinaia di vestiti organizzati per sfumatura di colore.

<<Ah si, per quello è un mio piccolissimo problema.>> Si riferiva all'attentissima organizzazione dei capi. <<Quando ho sentito che eri sveglia sono esplosa di felicità! Non vedo l'ora che li provi tutti! Ho comprato tutto ciò che mi è stato possibile in questi giorni. >> Si avvicinò all'armadio e osservò indecisa i vari indumenti che io vedevo come tanti pezzi di stoffa colorati. Poi si girò verso di me:<<Ah e mi sono sforzata tantissimo! Di non ascoltare i tuoi pensieri, quindi sta tranquilla. Ho sentito solo quando hai capito di non essere a casa tua!>> non stava incrociando le dita, o l'avrei vista dalle decine di specchi che riflettevano la sua schiena.

Io sorrisi, ero felice. Non mi faceva pesare tanto lo smarrimento di cui ero vittima, sembrava più una simpatica vacanza con un'amica, dove la mattina sceglievamo gli abiti da indossare per quel nuovo giorno. Iniziò a mettere le mani nell'armadio-io ero ancora a letto a cercar di capire- ed elencò tutti i possibili abbinamenti che potevo indossare,iniziando dal colore rosa, cosi da coordinarmi a lei. Alla fine cedetti e indossai un vestito simile al suo, ma di un colore azzurro pastello-a lei stava meglio- e poi ci dedicammo alla colazione. In realtà già potevo sentire che il mio appetito stava svanendo,ma Phoenix aveva preparato qualsiasi cosa potesse stuzzicare la mia gola:dalle brioches, alle uova e perfino alle torte, mi piaceva tutto. Il tavolo era bandito a festa e avrebbe potuto tranquillamente sostituire un buffet da matrimonio. La ringraziai ed iniziammo ad abbuffarci . Vero, non avevo appetito, ma ancora nulla mi faceva ribrezzo ed io ne approfittai forse più del dovuto.

<<Dove hai trovato tutto il tempo...?>> e poi mi ricordai che avevo dormito per un weekend intero.

<<La mia vita non è solo dedita al soccorso di persone come te.>> e rise. <<Sai, da tanto non facevo da madrina ad un vampiro. >> Il suo sguardo si spense, c'avevo preso a dire che era rimasta sola da tempo. <<Oramai mi sto annullando nella mia identità da umana e avvolte faccio anche fatica a fare i più semplici incantesimi. Invece con un vampiro c'è sempre da divertirsi,togliendolo dai guai. Siete delle calamite in fatto di disgrazie. >> disse sorridendo e sorseggiando la sua tazza di te. << ma proprio perché sto diventando più umana del previsto,mi sto anche dedicando a hobby come la cucina-anche se certe volte dimentico che potrei benissimo non sporcarmi le mani!>>.

<<Spero di non essere così combina guai,non vorrei mai che ti succedesse qualcosa per colpa mia. >> Sotto il tavolo tamburellavo nervosamente le dita sulla coscia.

<<Basterebbe gettarmi lì dentro e mi sentirei meglio.>> ed indicò il camino ancora colmo di ceneri ardenti, <<non che mi trasformi in un uccello infuocato od altro,basta solo che mi ricolleghi con il mio elemento. Se invece dovessi morire, dal mio stesso corpo in cenere rinascerò.>> sembrava convinta delle cose che diceva: se aveva vissuto 400 anni, doveva esserle successo più di una volta.

<<È meglio che io lo sappia, vero? Per sicurezza,intendo,perché c'è il rischio ... >> dovevo essere pronta a tutto e un po' mi esaltava il fatto che avremmo intrapreso delle avventure insieme.

<<Ovviamente, sì. Per ora stiamo vivendo più che bene,anche se è solo un giorno. Però il rischio per noi è sempre molto alto... Ma cerchiamo di non essere negative. >> e mi accarezzò i capelli per rassicurarmi.

Non fece neanche in tempo a finire quella frase che il suo telefono squillò. Si alzò dalla sedia, ondeggiando fino al telefono. Ne guardò il monitor,lanciandomi subito dopo un'occhiata carica di preoccupazione. Se lo portò all'orecchio e si schiarì la voce. Dall'altra parte si sentiva una donna anziana , ma poche furono le parole che riuscii a cogliere,tra cui ''stanno arrivando''. Un brivido mi corse per tutta la schiena ed anche lei quasi si pietrificò. Ero spaventata perché non sapevo chi o cosa stava arrivando, chi glielo aveva riferito e cosa c'entrasse con noi. Io e Phoenix eravamo già diventate una cosa sola e probabilmente molti altri sapevano del mio soggiorno a casa sua. Perciò l'avevano chiamata e le avevano riferito che ''stavano arrivando'' e che l'arrivo di ''quelli ''avrebbe coinvolto anche noi due. Ma quando lei riagganciò e io chiesi,ottenni solo uno sviamento al discorso con la proposta di andare a fare una passeggiata.


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