Adele parcheggiò in garage senza degnarmi di uno sguardo. Mi trascinò davanti alla porta di casa , ma non riuscì a trovare le chiavi. Le consigliai di calmarsi , ma le mani , frenetiche, vagavano inutilmente nelle tasche e poi nella borsa. Mani ovunque.
<< Mamma , calmati!>>. Urlai .
Dopo gli ennesimi inviti a farlo, in tono calmo e gentile, non riuscii a contenere la rabbia. Io dovevo sapere ; e non meritavo di vedere loro ansiosi per me , quando nemmeno io sapevo per cosa lo fossero. Avrebbero dovuto darmi delle spiegazioni il prima possibile , o avrei fatto qualcosa di , a dir poco , terribile. Non sapevo ancora bene cosa, ma erano al corrente del fatto che i segreti non mi erano mai piaciuti. Chiamarmi ''Segreto''( Rune in tedesco , o una lingua più antica, significa ''segreto'', appunto) era stato azzardato da parte loro , se avessero dovuto nascondermi un qualcosa per tutta la mia esistenza; o potevano anche immaginare che , crescendo , avrei odiato qualsiasi cosa nascosta alla sottoscritta.
Non erano mai riusciti a farmi una sorpresa,una festa, un regalo. Niente.
Sapevo di sembrare particolarmente incoerente , in quanto io stessa mentii sul mio incubo e la mia follia omicida , ma quello era per non far del male a chi mi stava a torno.
<<E se anche loro mi mentissero a fin di bene?>> chiesi a me stessa. Ma al punto di domanda , già non me ne importava più nulla. Rimasi della mia opinione iniziale. Forse mi spaventava il fatto che anche gli altri potessero ritenermi pazza, in particolar modo la mia famiglia che non sapevo se fosse capace o meno di farmi chiudere in un manicomio.
Si fece pomeriggio , ancora in cerca delle chiavi. Eravamo sul punto di impazzire quando arrivò Klaus, il salvatore. Il sole mi diede alla testa , più di quanto già ammaccata fosse, punzecchiandomi con i suoi fastidiosissimi raggi. Ovunque mi spostassi,era lì,luminoso. Sentivo il viso in fiamme,dal caldo e dell'agitazione, che non potei sfogare in nessun modo, ma la pelle mi restava fredda come il marmo.
Sarebbe mai finito quell'altro incubo pomeridiano? Speravo proprio di si .
Barcollavo , evidentemente nel bel mezzo di un'insolazione.
<< Maledetto sole di Marzo !>> . Bofonchiai.
Entrai in casa e feci per salire nella mia camera. Klaus e Adele si sedettero al tavolo in cucina. Lei era con la testa tra le mani e lui le cingeva le spalle con un braccio, accarezzandole la schiena. Ancora non conoscevo il labiale, parlavano troppo piano per scorgere qualcosa o,semplicemente,non stavano parlando.
In pratica mancava solo Warren all'appello e il quartetto sarebbe stato al completo.
Erano disperati, ovviamente,da quella preoccupazione che,se non fosse stata pari ad una delle mie ipotesi, non ero ancora a conoscenza di cosa fosse. Non sapevo cosa ci potesse essere di peggio di quelle che avevo elencato nella mia testa. Se nessuna fosse stata esatta, non sapevo come avrei reagito, in quanto mi ero già preparata emotivamente e psicologicamente a sentirmi dire ''sei malata''.
Sentii Adele piangere e urlare e per un attimo esitai a salire in camera , per ritornare al piano di sotto e chiedere spiegazioni sin da subito. Ma varcai la porta della stanza, tuffandomi sul letto. Respirai profondamente e allungo , fin quando non sentii la mamma calmarsi,probabilmente zittita da Klaus. Mi feci forza,ma la tensione che avevo accumulato nell'arco della giornata non era ancora evaporata. Appoggiai con delicatezza un cuscino sul viso e urlai. Urlai a pieni polmoni,tanto forte da poter squarciare il cuscino. Urlai dalla rabbia, dalla confusione, dalla tristezza. Urlai per quel malessere ,che stava impossessandosi del mio corpo, e urlai per le centinaia di bugie. Urlai per l'ipocrita che ero stata la mattina e per quella che sarei stata il giorno dopo, se fossi sopravvissuta al mio istinto. E mi calmai completamente dopo aver fatto quella manovra di salvataggio, quasi. Non era mai capitato fino a quel momento .
Scesi la piccola rampa di scale come facevo ogni mattina,più claustrofobica e cupa del solito, ma non c'era la colazione o la mia allegra famiglia ad aspettarmi di sotto. Ovvero,si , loro c'erano, ma li accompagnavano verità che , per quanto sapessi sarebbero state dolorose , stavano per essere svelate. Avevo grandi aspettative da quella conversazione all'esordio , anche perché avevo già in mente un piano se avessero voluto mentirmi ancora: sarei scappata di casa , lontana da tutti. Magari alla ricerca dei due boia che mi avevano mandata all'inferno nel mio incubo, se non fossero stati solo frutto della mia immaginazione . Sarei scappata il più lontano possibile, fino quando il tempo non mi avrebbe consumata e sarei stata dimenticata da tutti. Ma mentii a me stessa anche in quella situazione perché, se la verità fosse stata altrettanto straziante , non l'avrei mai superata. Anche in quel caso sarei scappata,ma fino a morire.
Bentornati! Grazie per aver letto questo nuovo capitolo! Spero tanto che vi stia piacendo!
Beh, come commenti non ho molti da farne...semplicemente è un capitolo di mezzo che si incentra molto sullo stato d'animo della nostra protagonista. Mi piace lavorare sui suoi sentimenti, contnuamente in contrasto fra di loro ewe.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima,
-NICK
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Vermell - Rossa Come Il Sangue *IN REVISIONE *
Vampir« Ogni leggenda si basa su un fondo di verità . Tutto è possibile e ci circonda. » °Phoenix Chicago,anno 20xx. La città è stranamente invasa da una nebbia ricca di terrore. Rune è una ragazza di quasi 17 anni alla quale viene nascosto un segreto che...