Capitolo 2

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Graffiava nel piacere la sua pelle, ne bramava ogni singolo angolo, perlacea e limpida come quella di un reale Lord e, deturpata da cicatrici incurabili, lacerata da graffi e solchi.

Più affondava in quel corpo, più il proprio temperamento lo destabilizzava, l'odio e la tensione con il rude e coinvolgente sesso sarebbero dovute divenire solo un vago ricordo, ma non fu così, non quel giorno.

Uscì da ella, uno dei soldati più promettenti di tutta la propria legione, alzandosi rapido, indossando le vesti che da Lord lo contraddistinguevano.

"cosa le accade?" chiese, lei, coprendosi con le lenzuola, mentre i propri zigomi non erano che temprati di un tenue rossore.

"non deve più ripetersi" si affrettò ad abbandonare la giovane Yaoyorozu.

Non credeva che la propria irritazione lo avrebbe indotto a consumare un rapporto intimo non desiderato, non era sua intenzione usare una donna, privarla del proprio orgoglio e dignità.

"Lord Todoroki" lo chiamò un soldato.

"dimmi" fu conciso, avvicinandosi ad egli, portandosi all'indietro le ciocche che fastidiose cadevano sulle proprie palpebre.

"vostro padre è a conoscenza del metallo" informò, temendo, nel profondo, le azioni che successivamente alla dichiarazione il Lord Todoroki Shoto avrebbe compiuto.

"voglio il traditore decapitato" sentenziò, "sellate il mio cavallo, non possiamo permetterci ulteriori perdite" terminò.

Un improvviso frastuono, il metallo delle sbarre che batté violentemente contro il muro della propria cella, lo riscosse dalla propria momentanea quiete.

Appeso dalle braccia, in ginocchio, Kirishima osservava svariati soldati avvicinarsi alla propria indifesa persona.

Ringhiò, come una bestia era solita fare, mentre digrignava i denti e la propria espressione mutava in quella che un lupo emetteva alle strette, minacciato da ulteriori presenze.

"ti conviene stare al tuo posto" rise di gusto, un soldato, "animale" e rapido avvolse alla propria mascella metallo e stringhe di cuoio.

Una museruola, come se potesse essa comprimere la natura di un Ibrido.

Rinchiusero il proprio collo in un metallo circolare, dal quale pendeva una catena del medesimo materiale, mentre i polsi uniti vennero rilegati da un ulteriore precauzione.

"i ribelli non hanno che diritto a questo" si fece beffe di Eijiro, un soldato alla sue spalle che stringeva con tremore la catena collegata al proprio collo.

Kirishima scrutò il soldato con il filo dell'occhio, dichiarando che egli sarebbe stato il primo a implorare pietà alle proprie fauci, una volta libero.

Fu condotto all'esterno della propria prigione, dove si estendeva la capitale dei Puri, un imponente fortezza patinata di pietra limpida e chiara.

Attraversarono un ampio ponte di legna e comune pietra, il quale si sopraelevava a quello che doveva essere uno spazio aperto per l'addestramento dei soldati.

Gettandoci una rapida occhiata, Kirishima riconobbe il soldato che al campo di battaglia lo aveva sopraffatto in maniera spietata e crudele, non esitando neppure per un singolo istante.

Quel giovane si batteva con ferocia assieme a dei pivelli, sbraitando loro insegnamenti che intimorivano i futuri guerrieri attorno.

Bakugo afferrò con il proprio palmo la nuca del soldato che avrebbe combattuto sotto il proprio comando, battendogli il capo al suolo, premendogli il volto su questo "che soldato sei?" chiese, colmo di rabbia e ardore "le hai le palle?" sbraitò.

"sì comandante" disperato il giovane rispose.

"allora tirale fuori e combatti da uomo" strinse i capelli di questo, provocandogli dolore, percependo alle sue spalle uno sguardo colmo di disapprovazione.

Le iridi rubine di Katsuki incontrarono l'oscurità di quelle di Kirishima, rivolgendogli un ghigno che rammendava la propria vittoria.

In malo modo Eijiro venne fatto inginocchiare di fronte al trono di colui che era il Lord dei Puri, colui che avrebbe distrutto le ossa e il corpo del proprio figlio, colui che dal proprio sguardo di pietà non vi era.

"morbosamente mio figlio protegge la propria debolezza" alzò lo sguardo, in un atteggiamento superiore, Enji Todoroki "tu mi dirai di cosa si tratta" spiegò la ragione della propria convocazione.

Kirishima sputò sul pavimento lucido della corte, dove attorno si ergevano i più influenti finanziatori dell'esercito dei Puri "suo figlio banchetterà con le proprie carni, Imperatore" sorrise, osando alzare lo sguardo su di egli "a quel punto le museruole non vi proteggeranno" sgranò leggermente le palpebre, divertito dalla debolezza umana, mentre la propria voce, soffocata dall'impedimento che gli avvolgeva le labbra, minacciava il sovrano.

"diglielo" accanto al proprio volto apparve il comandante dell'esercito, Bakugo, "o il tuo amico crepa" sussurrò pacato.

Brutalmente un proprio compagno venne scaraventato al suolo, mentre graffi e sangue dipingevano in un quadro di sofferenza e atroce dolore il suo volto.

"Sero" chiamò, colto dal panico, Kirishima, mentre tentava di raggiungerlo in vano, facendo tintinnare il metallo delle proprie catene.

"chi di voi due parlerà?" prepotente giunse la voce di Enji al loro udito "il primo che confessa" sorrise, riacquistando la propria autorità sui prigionieri "sopravvive" determinò.

"mi dispiace Eijiro" si scusò, anticipatamente, Sero, mentre calde lacrime solcavano il proprio volto "non ci riesco".

"Sero, non farlo-"

"un metallo, ai piedi del vulcano che desta alle spalle della vostra capitale" confessò "temprato dalla lava esso riesce a indebolire il sangue di Drago che circola in noi" informò, Sero.

"ti ringrazio" fece un debole cenno, Enji "Bakugo" chiamò il soldato, sicuro avesse compreso.

"mi assumo la responsabilità per questo Ibrido" rinfoderò la spada, riferendosi a Eijiro "pretendo egli come mio scudiero e servo" mentre non rivolgeva che lo sguardo al proprio Lord "la vita di egli dipende da me, sin da quando l'ho condotto alle segrete" dichiarò.

"che sia il dono delle tue innumerevoli vittorie, Bakugo" acconsentì, Todoroki "Kyoka" chiamò, di conseguenza, un ulteriore soldato "giustizia il traditore della propria patria" sentenziò, osservando come Sero venne trascinato di forza alle segrete, mentre urla che richiedevano pietà avvolgevano la corte.

"come ci si sente a essere rilegati al suolo, Eijiro?" soffiò parole, Bakugo "ciò che nutre noi Puri, Ibrido, non è che l'invidia di voi che potete solcare nuvole e venti" procedette "dovessi strapparvi le ali uno ad uno" lo afferrò per le ardenti ciocche "non avrete mai ciò che io non possiedo".

spero vi sia piaciuto ♡ al prossimo capitolo di anchenot

Ardens caedis // KIRIBAKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora