Kaminari deglutì al pensiero che gli Ibridi avessero trovato un modo per entrare all'interno del castello dei Puri, ma la realtà non era che peggiore di quanto potesse aspettarsi.
"non dovresti trovarti quaggiù" proferì in un sussurro, una voce conosciuta, delicata quanto letale.
"sono giunto sin qui, per proteggere te" osò, Denki, riconoscendo ella, riconoscendo il suo timbro, la sua esitazione.
"non dovrai che proteggere te stesso ora" informò di una temibile realtà, Kyoka.
Il soldato si rimise in piedi, ancora di spalle ad ella, non volendo che la situazione degenerasse, non desiderando sapere cosa sarebbe accaduto una volta fatto.
"perché tradisci la tua patria?" le pose tale domanda "perché tradire ciò che siamo?" strinse le mani in due pugni, Denki, nel devastante malore che alla base del petto lo opprimeva.
"questa non è la mia gente, Kaminari" confessò "non l'é mai stata, e mai lo sarà" fece pressione con la lama, scalfendo con la punta di essa l'epidermide di Denki.
Kaminari sgranò le palpebre, comprendendo le sue parole, venuto a conoscenza solo in quell'istante che ella era leale al nemico, rimpiangendo i sentimenti che per lei albergava.
"intendi porre fine alla mia vita, Kyoka?" abbassò lo sguardo, Denki, osservando la cella, come sua ultima memoria prima di perire.
"quale altra scelta credi abbia?" la voce le tremò, in quel sentimento di tentennamento e esitazione.
E fu la volta per Denki di affrontarla, voltandosi lesto verso ella, afferrando con la mano nuda la lama che lo minacciava con prepotenza, non mostrando alcun lamento per la ferita che essa gli procurò al palmo.
"dunque fallo" la spinse a compiere il suo dovere "ma se il tuo lord perde questa guerra" procedette "nei tuoi ultimi istanti di vita" incrociò il suo cupo e liquido sguardo "pensa alla mia morte" strinse maggiormente la presa sull'arma tagliente "pensa a come mi hai guardato negli occhi" socchiuse le labbra "e a come pensavi fosse giusto privarmi del respiro" terminò.
Kyoka strinse i denti, mentre le iridi le bruciavano di un prossimo pianto, ma per alcuna ragione avrebbe disobbedito, per alcuna ragione, avrebbe tradito.
Sfilò la lama dai palmi di Denki, tagliandoli, alzando l'arma, pronta a trafiggerlo.
Denki vide le ciocche scure di lei galleggiare per un ultima volta nell'aria satura delle segrete, il sudore imperlarle le tempie e le iridi di ella non abbandonare le proprie.
E quando il filo della lama stava per incontrare l'epidermide del suo collo, quando della sua vita non sarebbe rimasto che l'assoluto vuoto, egli si permise.
"sei meravigliosa" e i movimenti tacquero, come la lama prossima a sfiorare la sua pelle, mentre ella sgranava le palpebre a quella confessione "attendi finché non imparerò a odiarti" procedette Kaminari "attendi finché non sarò capace di tradirti" la supplicò.
Le labbra di Kyoka tremarono di un sentimento ignoto, uno sbocciare improvviso, devastante, piacevole, e prima che potesse cadere sulla propria ginocchia, resasi conto delle azioni che aveva in mente di attuare, Denki la resse.
"mi dispiace" le sussurrò "non avrei mai dovuto metterti in posizione tale da compiere tale scelta" le accarezzò il viso "perdonami" e la avvolse tra le proprie braccia, prima che ella versasse lacrime disperate.
"muoviti" lo trascinò, Bakugo, stringendo nella propria ruvida mano le catene che lo legavano ancora una volta.
Kirishima non ebbe che la forza di obbedire, con sguardo vitreo e spezzato, nella consapevolezza che in egli, di speciale, non vi era nulla, non più.
"svestiti" ancora un ordine, ancora obbedienza, non si era che ridotto a ciò, un servo privo di dignità e vita.
Eijiro lo fece, ormai spoglio di alcuna forza, mettendosi a nudo di fronte a quel giovane che con occhi rubini lo scrutava "entra" procedette, l'altro, e solo a quel punto, l'Ibrido si accorse della gentilezza delle sue parole.
Percepì l'acqua tiepida baciare la sua pelle, pulirla e privarla di polvere e sangue.
Bakugo rimase fuori dalla vasca, sedendosi accanto ad essa, allungandosi verso Kirishima, osservandolo nelle iridi distrutte, mentre lo privava delle catene, afferrando poco dopo un pezzo di stoffa.
"non temi possa fuggire?" chiese, lieve, Eijiro, osservando Katsuki immergere il panno nell'acqua.
"vuoi fuggire?" rispose con un'altrettanta domanda, Bakugo, portando la stoffa umida sulla ferita di egli.
Kirishima si allontanò, improvvisamente, smuovendo l'acqua, temendo le gesta insolite di quel burbero umano.
"cosa pensi altro potrei farti?" posò lo sguardo rubino sul petto lacerato di Kirishima, Katsuki "per temermi in questa maniera?" attese una risposta.
"per quale motivo mi hai tenuto in vita?" si avvicinò, permettendo a Bakugo di pulire la ferita.
Compresero entrambi che le domande poste non avrebbero mai ricevuto alcuna risposta, per il semplice motivo che essi non ne conoscevano.
Katsuki con movimenti pacati del polso ripuliva quel solco che lui medesimo aveva procurato al rosso, e per un secondo, un moto di dispiacere lo scosse.
Kirishima osservava il viso dell'umano, colui che non era che il suo boia e il suo salvatore, definendo con lo sguardo i lineamenti della mascella, le folte ciglia, le labbra rosee e piene.
"comprendi il motivo per cui non ti sei trasformato?" non osava alzare lo sguardo, Katsuki.
"ad alcuno era mai accaduto" confessò, Eijiro, portando il proprio palmo sul dorso della mano dell'altro, la quale era posata sul proprio petto.
"con il metallo la tua gente perirà" informò, Bakugo, sviando il discorso precedente "se avessi avuto buon senso non avresti cercato di fuggire" sospirò.
"vorrei credere tu voglia proteggermi" forzò un sorriso "probabilmente ti stai concentrando a prenderti cura della ferita per il solo e unico scopo di guadagnarti la mia fiducia" distolse lo sguardo, Kirishima, mentre il corpo di Katsuki si irrigidiva "in modo che possa darti informazioni e tradire la mia gente" espose il proprio pensiero.
Con un gesto secco del braccio Bakugo si liberò della mano dell'altro, colmo di di disprezzo e ira a causa delle parole di egli, lanciandogli contro il pezzo di stoffa sporco di sangue "l'unico motivo per cui sei ancora vivo è grazie alla mia condiscendenza nei tuoi confronti, a quella pietà che tu non avresti mai mostrato" confessò, dirigendosi fuori dai bagni.
E solo in quell'istante Eijiro si accorse delle reali e pure intenzioni del biondo.
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spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo
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Ardens caedis // KIRIBAKU
Fiksi PenggemarNessuno si sarebbe mai aspettato che l'avvenimento più bramato, l'estinzione di quelle mostruose creature che avevano mutato il mondo in un cumulo di macerie e cenere, avrebbe rappresentato una delle più grandi sciagure per il genere umano, facendol...