Capitolo 13

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E intorno non vi erano che strazianti e disperate grida, soffocate dalle macerie, avvolte da un tanto sottile quanto persistente velo di polvere.

Ma solo quando azzardò a sollevare le iridi, diventate cupe, oscure, poté constatare quanto la loro rivalsa, infondo, non era altro che uno sfocato miraggio.

Un profondo squarcio, spalancava in due il soffitto della vasta sala, mentre i versi di quelle mostruose creature da esso penetravano, sovrastando ogni qualsivoglia presenza umana, tanto imponenti da far tremare la medesima terra.

Un solo ed unico sentimento pompava colmo di irruenza nel petto del re Enji, familiare, straziante, quella assoluta sensazione di debolezza, lo riduceva ad un corpo rigido e immobile, pietrificandolo sul suo stesso trono.

Le labbra, divenute schiuse, nel tentativo di far giungere maggiore ossigeno ai propri polmoni, in un attimo si serrarono di colpo.

Difatti, solo alla vista di una prorompente chioma riccioluta, un brivido riuscì a scuoterlo, facendogli riacquisire il controllo sul proprio fiato.

Deglutì, il sovrano, mentre scrutava l'altro correre incontro a quelle orridi bestie, senza che alcun danno gli venisse inflitto, alcun capello torto.

"È lui" sgranò le palpebre, mentre i bulbi non erano che contornati da sottili venature rossastre, "il traditore" realizzò in un sussurro, mentre lesto si affrettava a scendere da quel piedistallo in pietre preziose che tanto ardentemente difendeva, precipitandosi ad un angolo dell'atrio, strappando dalle mani di una millenaria armatura una spada in argento.

Una donna con profonde lesioni alle gambe si prostrò ai suoi piedi, tremando lievemente, tanto il dolore agli arti fosse divenuto pungente, avvolgendo le sottili dita alla sua caviglia.

"La prego mio Re, ci salvi" supplicò, con le lacrime a rigarle il volto, il terrore ad incrinarle la voce, la disperazione a rendere la presa ad egli più stretta.

Alcuna pietà sfiorò la mente di Enji, il quale fece una smorfia, storcendo colmo di ribrezzo il naso, disgustato da quel tocco.

Nonostante si trattasse della sua stessa gente, pensò che vi fosse altro di molto più importante da tutelare: il proprio orgoglio.

"Levati di torno, plebea" ringhiò, colpendola con un calcio in pieno viso, scostandosi brusco, riprendendo rapido la propria marcia, diretto verso quel giovane che aveva osato mancargli tanto di rispetto.

Con abilità, sorpassò la scia di morte e caos che attorno a sé si era propagata, allontanando dal proprio cammino cadaveri e feriti, riuscendo ben presto a porsi dietro di egli, con un ghigno da cui pura vendetta trapelava.

Volse la spada al cielo, cogliendo l'opportunità di spegnere tale vita al volo, impugnandola con entrambi i palmi, scattando in un grido, pronto ad infilzarlo con quella punta, impiegandoci tutta la forza posseduta.

Nell'atto, d'istinto si ritrovò costretto a serrare le palpebre, quasi stringerle, mentre una goccia di sudore percorse la sua fronte, scivolando via da essa, infrangendosi sull'arma, nel frattempo conficcata in profondità.

Con il fiato corto, schiuse un secondo dopo gli occhi, mentre le immagini di una vasta muraglia di ghiaccio, innalzatasi improvvisa di fronte a sé, giunsero alla propria mente.

Percepì un'impetuosa rabbia attraversarlo da capo a piedi, solleticarlo sino al termine delle proprie ciocche di capelli, rendendosi conto a suo malgrado, di non essersi mai scontrato con la pelle dell'altro.

"Shoto" sibilò roco, contraendo la mandibola, mentre una vena andava visibilmente a gonfiarsi lungo il suo collo, incontrando in quell'attimo, le iridi bicolore di un maestoso Ibrido dal manto perlaceo, tanto chiaro da potervi riflettere quella poca luce diffusa.

La creatura emise un leggero ringhio, artigliandosi al pavimento, graffiandolo, scoprendo le affilate ed enormi zanne, mentre sulla difensiva, attendeva che Izuku salisse sulla propria groppa, abbassandosi appena per agevolarlo nel gesto, pronto a trascinarlo via da quel bagno di liquido cremisi.

Si guardò rapido attorno, Denki, voltandosi su sé stesso, in totale confusione, incapace di ragionare lucidamente in una situazione tanto letale, impotente di fronte alla morte che sembrava voler avanzare da ogni angolo.

Potè distinguere nella confusione, nelle grida incessanti di coloro che bramavano solo di perire nelle fauci di quelle creature, nel loro fuoco rovente, un viso familiare.

Altro non era che un compagno di Kaminari, un soldato del sovrano pronto a perdere la vita per la propria gente e per la fazione di cui era cittadino.

Denki, riconoscendo in egli un barlume di sollievo, si fece spazio tra la folla in preda alla disperazione, avvicinandosi rapido.

Posò dunque le dita sulla sua spalla, portandolo a voltarsi, mentre l'altro era intento a soccorrere i feriti, allontanandoli a fatica dalla cieca furia degli Ibridi.

Ma solo nel momento in cui schiuse le labbra per proferire parole all'amico, chiedergli se avesse bisogno d'aiuto, perché combattere pareva essere solo un inevitabile suicidio, che si immobilizzò sul posto, sbiancando in viso.

Un drago si erse di fronte a loro, imponente, e in un nano secondo, fulmineo, spalancò le proprie fauci, dando libera visione degli affilati canini, tranciando il capo del soldato in un solo morso, ingerendolo con gusto.

Il volto di Denki si macchiò degli schizzi del liquido color scarlatto che dal corpo dell'amico, poco dopo disteso al suolo, fuoriuscì.

E scioccato, senza emettere alcun suono, non poté che crollare sulle ginocchia, cedendo al terrore, fissando il vuoto, non riuscendo a capacitarsi dell'agghiacciante e crudo avvenimento poco prima scrutato.

"È la fine" riuscì solo a sussurrare, flebile, la voce spezzata, non potendo che accettare la propria imminente morte, privo di alcuna via d'uscita.

"Non possiamo nulla contro di loro" e serrò le palpebre, pregando perdono per i propri peccati, mentre la bestia, dopo aver spento altre innocenti vite, schiacciate come insetti, si sporse famelica verso la sua figura.


Scusateci per l'infiniiiita assenza :(

Spero vi sia piaciuto, alla prossima ♡

- anchenot

Ardens caedis // KIRIBAKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora