Capitolo 24

94 11 2
                                    

*DRINNNNNNNNNN*

Spensi immediatamente la sveglia, erano le otto.
I miei genitori mi avevano proposto di non presentarmi a scuola, ma non volevo fare "assenze inutili".
Mi precipitai in cucina, il papà non c'era e neanche la mamma, invece Cristian e Gabriella erano appena usciti.
Versai in un bicchiere succo d'arancia.
Mi misi ai fornelli e cucinai alcune fette di bacon.
Successivamente mi diressi davanti l'armadio. Decisi di indossare dei jeans a vita alta, una maglietta corta color rosa antico, converse nere e un giubbotto abbastanza pesante con una sciarpa.
Fuori non faceva molto freddo, ma c'era una fitta nebbia.

Scesi le scale di casa e mi diressi verso la scuola.
Aprii l'armadietto e prelevai il libro e il quaderno di biologia.

Corsi in classe e la campanella squillò.
Il professore salutò noi alunni e cominciò a spiegare, ed io ovviamente prendevo appunti.
La campanella che segnava il termine della lezione, e quindi della giornata, finalmente suonò e prima che la classe del corso se ne andasse, il prof chiese informazioni su Logan.
Desiderava sapere se lo avessimo incontrato.
Io ovviamente risposi di "sì" e il docente mi chiese di fargli una cortesia.
A breve avremmo fatto un test e lui mi domandò di aiutare nello studio Logan, e io fui costretta ad accettare.

Uscii dalla scuola, infilai le cuffie nelle orecchie e mi avviai verso casa.
Qualche strada prima della mia abitazione, intravidi qualcuno uscire dal portone principale.
Era il ragazzo troppo impegnato.
Di pancia, impulsivamente, decisi di seguirlo.
Non so perché io lo abbia mai fatto, ma... ero curiosa. Avrei voluto sapere che cosa lui faceva quando non varcava l'entrata della scuola, quindi misi le cuffie nella tasca del mio giubbotto e "lo pedinai".

Camminai per un bel po' di tempo, e mentre ero intenta a seguirlo, mi accorsi che mi trovavo in una zona della città che non conoscevo.
Le case non sembravano molto accoglienti esternamente.
Non passava nessuna macchina per la strada.
Mi fermai qualche secondo registrando sulle note del mio iphone la via, per ricordarla.
Alzai lo sguardo e, avevo perso di vista Logan.
La nebbia fitta non mi faceva vedere nulla.
Poi, delle mani sulla schiena mi spinsero verso il terreno.
Caddi di ginocchia e di mani sul cemento.
Delle voci di un gruppetto di 5 o 6 ragazzi parlavano alle mie spalle. Non riuscivo a riconoscere i loro volti, l'unica cosa che riuscivo ad intravedere erano i loro abiti scuri.
<<Che cosa ci fa una ragazza in questo quartiere>> disse uno
<<Forse è nei guai?>> aggiunse un altro ironicamente.
<<Indossa qualcosa di prezioso?>>
<<Non ha neanche la borsa!>> rispose nuovamente un altro ragazzo ridacchiando.
<<Forse qualcosa di prezioso lo ha>>
<<Che cos'hai?!>> aggiunse uno con un tono sospettoso.
Mi presero la mano cercando di prendersi il mio telefonino.
Io tirai verso di me e cominciarono a darmi calci nello stomaco.
Mollai la presa, esasperata, e quelli corsero via.
Ero ancora sul cemento.
Sanguinavo dalle mani.
Le lacrime cominciarono a bagnarmi il viso, non avrei voluto piangere...ma fu più forte di me.
Dopo qualche minuto mi alzai barcollando.
La testa mi sembrava un mattone, e la nebbia non aiutava. Restai immobile sulle mie gambe deboli, poi, realizzai quel che era appena accaduto.
Cominciai a correre freneticamente verso casa.
Caddi due, tre volte...ma finalmente raggiunsi l'ascensore.








[Lasciate una stella ⭐️ o un commento. Accetto tutte le critiche e le possibili variazioni del testo.
Grazie per la vostra attenzione, continua a leggere.❤️]

Contro tutti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora