Capitolo 9

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Aprii la porta della mia camera, uscii fuori e la chiusi alle mie spalle. Due tic e mi avviai verso la tromba delle scale.
Elis, non è tardi, puoi dire al fratello di Kevin che tuo fratello può anche restare lì, puoi non mentire ai tuoi genitori ed evitare qualsiasi tipo di problema. Pensai fra me e me... però, dovevo farlo. Non potevo permettere che il nome di Cris si ritrovasse su un registro poliziesco. Fallo Elis fallo.
Attraversai il salotto e poi la cucina. Fu allora che decisi che sarebbe stato meglio uscire dal retro.
No! I miei avevano chiuso la porta a chiave. Dove potrebbero aver alla poggiata! Cavolo! 
Ma certo! Sotto il tappeto! Quello era il luogo in cui posavano le chiavi. Sotto il tappeto d'entrata. Presi la chiave e aprii la porta con estrema lentezza per non creare alcun tipo di rumore. Brava Elisabet!
Richiusi la porta e posai la chiave nella mia borsa.
C'era un macchina. Doveva essere quella del fratello di Kevin.
Ci siamo quasi.
Bussai al finestrino, e lui scese dalla macchina.
Mi cadde la borsa e forse anche la mia mascella.
Cioè...DA QUANDO KEVIN HA UN FRATELLO COSÌ FIGO!!!
Era la perfezione.
Aveva dei dolci boccoli che cadevano delicatamente sulla sua fronte. Erano color castano chiaro, ipnotizzante. Degli occhi verdi, credo. Non era molto luminoso, quindi non riuscivo a comprendere bene il suo aspetto. Però sicuramente non somigliava per nulla al mondo a Kevin. Indossava una camicia sottile che mostrava il suo incredibile aspetto divino, e siccome era ripiegata sui gomiti mostrava i suoi avambracci.
Credo indossasse Jeans è un paio di converse con i lacci non fatti.
Perfetto.
Fu lui ad interrompere l'imbarazzante silenzio.
<<Ti devo aprire la portiera, oppure riesci a farlo senza aiuto?>>
E con questa frase rovinò le mie aspettative sul suo carattere. Era sicuramente uno stronzo. Perfetto!
<<No grazie, non ho mai avuto bisogno di aiuto, e sicuramente non comincerò oggi>>
<<Meglio per me!>>
Calma Elis. Calma Elis.
Caspita, con tutti questi avvenimenti non ho pensato se dovessi sedermi ai posti di dietro o al posto d'avanti.
Agii senza pensare, e mi sedetti al posto anteriore.

Fu imbarazzante. Non sapevo che dire o che fare, come sedermi, come pormi, se fare la raffinata oppure la ragazza alla mano... poi riflettendoci, che senso avevano i miei dubbi?? Dovevo essere semplicemente me stessa. Senza vincoli. Forza Elis!
<<Tuo fratello è davvero un coglione>> disse lui
<<Tu credi?>>
... cioè bello di zia tu supponi che mio fratello sia un coglione e tu quindi dovresti essere il dritto??
Tu che non sei neanche in grado di presentarti??
Cristian è anche superficiale, ma è educato!
Trattieniti! Ripetevo a me stessa.
<<Si, tu come definiresti??>>
<<superficiale?>>
<<Elis è la stessa identica cosa>>
<<No, non è la stessa cosa, genio>>
<<Me lo dicono in tante>>
<<Evidentemente il loro quoziente intellettivo è pari al tuo>>
<<Guarda che anche tu fai parte di quel gruppo>>
<<Se tu usassi il 10% del tuo cervello, potresti comprendere che ero ironica>>
<<Vabbè>>
<<E poi, perdonami, ma come conosci il mio nome?>>
<<Tu non conosci il mio??>>
<<No>>
<<Ah, strano! Allora io sono Raul>>
<<Piacere Raul>>
<<Sicuramente è un piacere conoscermi>>

... poco sicuro di sè, a quanto pare.

<<Bene, Raul,  puoi chiamarmi Elisabet. Elis è per le persone di fiducia>>
<<Non ti fidi?>>
<<No>>
<<Questione di tempo, quando vuoi possiamo farci un giro>>
disse
assumendo un ghigno strano.
Certo che è molto convinto, io, un giro con questo tizio iper sicuro:anche NO...

Fortunatamente dopo quella conversazione/diverbio non aprii bocca.
Arrivammo alla stazione di polizia.
<<Elisabet devi darmi i soldi>>
<<Tieni>>
<<Grazie piccola>> e mi strizzò l'occhio sorridendomi. Blah!
Vidi Cris uscire da una stanza e Raul dire al poliziotto:
<<Grazie per la disponibilità, sei un amico>>
<<sempre a disposizione, potete andare>>
Ero ferma sulla porta di ingresso, imbalsamata.
Cristian disse:
<<Grazie Kevin>>
<<Sta' tranquillo>> rispose,
<<Ci vediamo>>
<<A domani Cristian>>
Kevin salii in macchina con Raul e se ne andarono.

Cristian era piazzato difronte a me.
<<Scusa per il mio comportamento>> gli dissi con voce dolce,
<<mi dispiace, ti prometto che non accadrà mai più>>
aggiunsi e, lo abbracciai.

Salimmo in macchina e cominciammo a vagare per il paese.

<<Hai ragione Cris...è la tua vita.
Ma io sono tua sorella e ti voglio bene ed è per questo che non voglio che tu, durante la tua relazione mi ignori, come è già successo...>>
<<Hai ragione, perdonami per le altre volte.
Sei mia sorella, le fidanzate cambiano le sorelle no. Ti voglio bene piccolina>>
<<Grazie tante Cris.. anche io ti voglio bene>>
<<Non so come potrei ringraziarti per questa sera>>
<<Ricordi il patto??>>
<<Certo:
1 uniti per sempre
2 niente segreti
3 preferire il fratello o la sorella a tutto il resto del mondo...>>
<<Promosso! Ahah>>
<<Ahaha>>
<<comunque, mi basta che tu non infranga questo patto>>
<<Non lo farei mai>>
E girammo fino alle cinque del mattino, quando lui mi riaccompagnò a casa, per la città.



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