Prologo

146 5 0
                                    

Il cupo grigio aveva preso posto del limpido azzurro. Le nuvole si erano accumulate ad una velocità sorprendente e l'aria, prima fresca e giocosa, aveva una tensione malinconica e tetra. Gli alberi presero ad oscillare al leggero vento e le ultime foglie autunnali si staccarono dai rami per poi poggiarsi dolcemente al suolo, al di sopra di quelle che potevano essere le loro sorelle.
Il parco di quella piccola città italiana iniziò a svuotarsi non appena qualche goccia di pioggia iniziò a cadere. Le panchine mano a mano prendevano a scurirsi sotto l'effetto dell'acqua. Gli ultimi bambini si allontanavano lamentandosi con i loro genitori. Solo una di loro rimase ferma dov'era. Lo sguardo perso verso l'alto, la maglietta leggermente bagnata, sembrava non curarsi del fatto che le gocce si scontravano col suo viso, anzi sembrava addirittura che lo scontro fosse piacevole. La bambina rivolse un ultimo sguardo al cielo prima di voltarsi e correre verso la madre. Quest'ultima finì di raccogliere le sue cose e, sistemandosi la borsa in spalla, gridò alla figlia di muoversi.
"Presto ci sarà un temporale. "

Si affrettarono entrambe per il marciapiede. Le gocce presero a cadere più insistenti al suolo. Il primo lampo lacerò il cielo e pochi secondi dopo si sentì il tuono, assordante.

"Dobbiamo muoverci. Papà e i tuoi fratelli ci stanno aspettando." mormorò Anna, guardando la figlia.

Dal canto suo, lei rimase tranquilla. Le era sempre piaciuta la pioggia. Il battere scrosciante in contatto col terreno, le luci abbaglianti dei pochi pub rimasti aperti.

Le due svoltarono presto sulla stradina di casa mentre il vento prendeva a soffiare più insistente. La bambina alzò i suoi occhi verdi verso la porta in legno. Le luci accese indicavano la presenza di qualcuno nella casa.

Mentre la madre apriva la porta, lei si preparò ad incontrare lo sguardo dolce del padre. Affrettarsi ad abbracciarlo stretto per poi correre in salotto dove i suoi fratelli guardavano la televisione, ridere quando Jack rubava le patatine al più piccolo, Scott. Si preparò ad assistere ad uno dei più grandi momenti di famiglia. Magari, quelli in cui tutti e quattro mangiavano sul divano, guardando un film, mentre i bambini e il padre sorridevano alle lamentele della mamma sulle briciole sul divano.

Ma quando la porta si spalancò, Alessia vide tutt'altro.

Però non sapeva ancora che quello era solo l'inizio.

A way to live (SOSPESA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora