Capitolo 7

28 0 0
                                    

La sveglia suonò prima del previsto. Così mi preparai più lentamente.
Quella notte non avevo fatto altro che rimuginare sul biglietto trovato ed ero arrivata alla conclusione che era stato solo uno scherzo di pessimo gusto.

Giulia si svegliò quando stavo finendo il mio caffè.

"Già sveglia?" domandò sbadigliando.

Alzai le spalle e continuai a bere.

Solo quindici minuti dopo eravamo entrambe pronte per uscire. Raggiungemmo la scuola parlando del più e del meno.
Mi avviai subito al mio armadietto e presi i libri. Giulia, avendo la mia stessa materia, fece lo stesso. Mentre stavamo per entrare mi sentì chiamare.

"Cindy. Dimmi tutto." aveva il fiatone, doveva aver corso. Di fianco a lei, Alan si passava una mano sul viso.

"Ale mi dispiace tanto per ieri. " si scusò mortificato.

"Oh, quello. Non fa nulla tranquillo. "

Sorrise sollevato e si volse verso Cindy che aveva preso la parola.

"Ti va di uscire stasera con me e Brianna? "

"Ehm.. " guardai Giulia, che alzò le spalle.

"Può venire anche lei ovviamente. "Mi interruppe la bionda. "Cindy. "

Giulia le strinse la mano e si presentò.

"Va bene. Ci facciamo trovare pronte per le otto. "

"Okay. Ci vediamo a pranzo. " e sparirono entrambi, mentre io e Giulia ci dirigemmo in classe.

***

Le lezioni mattutine erano finite presto. Era stata una giornata abbastanza leggera ma a pranzo l'imbarazzo si vide parecchio. Avevo evitato per tutto il tempo Tyler e mio fratello e con una scusa avevo trascinato via Giulia prima dell'inizio delle lezioni pomeridiane.

"Vado un attimo in bagno. Ci vediamo in classe. "Avvisai la mia amica e mi allontanai.

"Alessia. "

"Tyler. "Risposi.
"Questo è il bagno delle ragazze. Lo sai no?

"Si, lo so. Ti cercavo. "

"Ah, si? "

Mi avvicinai allo specchio e mi sciolsi  i capelli. Presi dallo zaino la spazzola e iniziai a pettinarli. Avevo sempre avuto il vizio di portarmi dietro il pettine. Avevo sempre odiato chi aveva i capelli in disordine e io per prima facevo di tutti pur di averli perlomeno decenti.

"Ho parlato con la tua amica."

"Giulia? "Chiesi indifferente.
Non avevo voglia di parlare, con lui poi..

"Si. Mi parlava di una ragazza dal cuore di ghiaccio che non si lascia mai andare. "

Alzai la testa di scatto furente.
"Dove vuoi andare a parare, Miller? "

Ero stanca di quei giri di parole. Sapevo che prima o poi mi avrebbe chiesto spiegazioni per quella sera.

"Voglio solo sapere la causa del tuo sfogo dell'altra sera."
Incrociai il suo sguardo e vidi curiosità e determinazione.

Vacillai un momento ma ripresi velocemente il controllo di me.

Non voglio.
Neanche io.

Era straziante quando qualcuno voleva ficcare il naso nei tuoi affari.
Mi era capitato nella vecchia scuola. Io, prima di tutti, ero sempre stata una ragazza curiosa. Volevo sapere e questo,  inconsciamente, mi portava ad essere invadente. Osservavo l'espressione disperata degli altri ma me ne fregavo. In quel momento pensavo a me e alla mia voglia di sapere.
Solo dopo ho capito quant'era frustante dover essere assillati per qualcosa che non vuoi ricordare nemmeno tu.
Dopo tutto quello che era successo mi ero chiusa a riccio e facevo meno domande possibili.
Mia madre, Scott, Jack. Continuavo a non voler sfogarmi con gli altri, a tenerli fuori come se solo io potessi capire tutto ciò che provavo.
Ma dopo tanti anni ero riuscita a tirar fuori tutto quel dolore che mi aveva caratterizzato per tanto tempo. Eppure lo avevo fatto in una strada sconosciuta, in una città straniera e tra le braccia di qualcuno che di me non sapeva assolutamente nulla.

A way to live (SOSPESA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora