Mai avrei immaginato che la felicità potesse avere un nome, un volto o addirittura un profumo. Eppure è proprio quello che ho scoperto di recente. Per ognuno di noi si chiama in un modo diverso, la mia, ad esempio è nota come Greta Hoffmann.
Son trascorsi già nove mesi dal giorno in cui ci siamo incontrati a quella cena di lavoro e abbiamo deciso di camminare per le strade di Berlino fino a tarda notte, come due adolescenti sconsiderati. E da quel giorno tutto nella mia vita è nuovamente cambiato. Questa volta in modo positivo.
Abbiamo cominciato a frequentarci, a tenerci in contatto, il tutto solo per mantenere vivo un rapporto di amicizia. Nessuno dei due puntava ad altro, non c'era malizia. Ma poi è subentrata l'attrazione, i sentimenti si sono confusi e abbiamo capito che, in verità, entrambi stavamo provando qualcosa di molto più profondo che cercavamo di tenere a bada a causa delle troppe paure.
L'amore, in età adulta, è completamente diverso rispetto a quello che si vive da adolescenti, si hanno molti più dubbi, si ha meno voglia di lanciarsi in qualcosa di ignoto perché, arrivati a un certo punto, si sente la necessità di trovare qualcosa di stabile. Da ragazzino ti butti a capofitto nelle nuove storie, non ti fai troppe domande e vivi l'amore con molta più leggerezza. Dopo i trent'anni, invece, ci vai con i piedi di piombo, ci ragioni innumerevoli volte, ti fai mille domande ma, alla fine, le emozioni sono le medesime ed è sempre lui, l'amore, a vincere su tutto.
Ciò che mi frenava dal dichiarare i miei sentimenti a Greta era il ricordo di Veronika. So che sembra sciocco, ma mi sembrava di tradirla, di farle un torto. In fondo era a lei che avevo giurato amore e fedeltà eterna. Era lei l'amore della mia vita e mai nessuno avrebbe potuto sostituirla. Ma poi mi sono detto che molte persone si risposano anche a sessant'anni, dopo aver passato molti più anni di quelli che sono stati concessi a me e Veronika con il proprio partner e che, per tale ragione, non dovevo sentirmi in colpa nei confronti di nessuno. In fondo sono ancora giovane ed era impensabile credere che sarei rimasto solo a vita, nemmeno Veronika vorrebbe questo per me, ne sono sicuro. E, anzi, mi piace pensare che sia stata proprio lei a parlare con il marito di Greta per organizzare il nostro incontro.
«A cosa stai pensando?», mi domanda Greta notando il mio silenzio. Stiamo passeggiando mano nella mano a due passi dalla Porta di Brandeburgo, ma mi sono distratto ancora una volta.
«A noi», rispondo. Le sue guance si colorano di rosso. Si emoziona facilmente, si imbarazza con poco e io l'adoro anche per questo. È una donna tosta, che sa il fatto suo, si è costruita una grandissima corazza per resistere ai colpi della vita che, tocca ammetterlo, ha superato con grinta, ma nasconde un lato debole, fragile e forse un po' solitario.
E io mi sono innamorato di entrambi gli aspetti della sua personalità.
Sì, avete capito bene, mi sono innamorato.
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Un nuovo amore
RomanceFerdinand Schäfer è uno stimato cardiochirurgo di Berlino. La sua bravura è nota a tutti, ma c'è un cuore che non riesce a curare: il suo. Rimasto vedovo da ormai un anno, ha perso la gioia di vivere e nulla sembra essere in grado di alleviare il...