25. UN RESPIRO

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e Irama's pov

M:<<Irama, scendi?>>

tocca a me. ma tanto non avrò l'unanimità. e quando mai. non la ha avuta biondo. figuriamoci io.

M:<<Canti un respiro?>>

annuisco e mi sistemo gli auricolari. mi giro un attimo, Nicole mi sorride e mi alza un pollice in su. è bella, è bellissima.

attacca la base e il cuore mi si stringe. come al solito. spesso mi chiedo come ho fatto a sputare tutte queste parole di getto. questa canzone è tutto. riassume il mio ultimo anno, riassume le mie emozioni. dovrebbe essere una cosa passata. e allora perchè fa così male cantarla?

non appena la musica finisce sbatto gli occhi un sacco di volte, nel tentativo di ricacciare indietro le lacrime. tentativo che fallisce miseramente. sento un "pss". mi volto. Einar sorride e mi strizza l'occhio.

lui c'è. non sono da solo. forse no. 

Maria applaude. stanno applaudendo tutti. urlano qualcosa. urlano "Mamma?" no, urlano "Irama." e mi fa sentire bene, questa cosa. non succedeva da un po', da san remo, credo.

le lacrime pian piano lasciano spazio ad un grande sorriso. il più grande che potessi fare. 

per una volta mi rendo conto che tutto è okay. che sono follemente innamorato di una ragazza, e lo sono da lucido. che ho un migliore amico assurdo, che nemmeno fra quattro vite, riuscirò mai a trovare. e poi ce lei. la musica. ci sono le mie canzoni. che mi fanno stare bene e male allo stesso tempo. ma è un male buono, che fa spazio piano piano a emozioni nuove e bellissime. e poi c'è il pubblico. dio. il pubblico. è la mia famiglia. sentire cantare le mie canzoni è okay. ma vedere gente piangere per i testi è qualcosa di unico. 

vuol dire che forse, qualcosa di bello lo ho fatto anche io.


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