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-JIMINIEE-
Sento una voce familiare alle mie spalle e delle braccia che mi stringono da dietro io, riconoscendolo, sorrido e ricambio l'abbraccio del mio piccolino.
-Ciao piccolo-
-Finalmente Hyung sono così felice è tutto pronto-
-Sì piccolo e quando saremo fuori non dovremo più nasconderci- gli accarezzo i capelli confortandolo e lui mi sorride con quei dentini da coniglietto che mi piacciono tanto.
In questa settimana abbiamo trovato un posto,lontano da tutti, una specie di vecchio ripostiglio dove noi ci nascondiamo nelle ore di aria e siamo semplicemente noi stessi.

-A tutti i prigionieri. Recarsi immediatamente alle celle assegnate nel tempo massimo di 10 minuti.-

-Uff dobbiamo andare oppa..- fa il labbruccio.
Tutte le volte che fa il labbruccio così  sento di poter morire di infarto..
Lo abbraccio e scompigliandogli i capelli, gli prendo la mano per poi avvicinarmi alla porta,tenendolo stretto a me, fino ad arrivare all'uscita, dove ci separiamo.
Tornati alle nostre celle, iniziamo a prepare il tutto per la nostra evasione.
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La sera arrivò in un baleno, come sempre, per la nostra cella c'era una guardia che controllava i corridoi perennemente, ma mai girandosi verso di noi e questa era la volta buona per me e Jungkook di evadere.
Jungkook prese l'oggetto lungo e sottile, che avevamo costruito apposta con qualche oggetto trovato nel ripostiglio, e lo fece passare attraverso le sbarre, per poi arrivare perfettamente alle chiavi, agganciandole e portandole verso di sé.
Io esultai mentalmente, per poi prenderle tra le mani senza fare rumore.
Il poliziotto non si girò neanche una volta e così,io aprì la serratura e lì si girò di scatto, colto di sorpresa.
Mettemmo subito in atto il nostro piano, come sospettavamo il poliziotto aveva preso in mano la pistola e, come da programma, Jungkook la prese dalle sue mani  puntandogliela alla testa,  il poliziotto indietreggiò un pò spaventato per poi tornare all'attacco.
Questa cosa non era programmata...
Mi ritrovai colto di sorpresa.
Quell'uomo grande e forte, mi prese per il colletto della maglietta, facendomi sbattere la testa al muro ripetutamente.
Gemetti dal dolore chiudendo gli occhi,sentendo dolore d'appertutto, sopratutto alla testa. Non mi accorsi neanche, che l'uomo non mi teneva più, che io ero in ginocchio, con ai miei piedi il mio aggressore, immobile.
Ritornato un pò più lucido, vidi quell'uomo perfettamente: era immobile e perdeva sangue; era morto.
Ma come era possibile?
Alzai lo sguardo e vidi solo una cosa:
Jungkook, con in mano una pistola puntanta ancora verso l'uomo steso qui vicino a me.
Il ricordo di uno sparo tornò alla mia mente e lì capì.
Jungkook aveva sparato a quell'uomo.
Ma quello non era lo stesso Jungkook.
Sul volto aveva impresso un sorriso sadico ed un espressione soddisfatta che accompagnava il tutto.
Quello non era il volto di Jungkook, quello era il volto di un assassino psicopatico.

Dope 《Jikook》 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora