III

205 9 2
                                    

Elen era stanca. Non era riuscita a dormire dopo essersi messa a letto.
<<Buongiorno! Stai bene?>>, le domandò Cristian notando gli occhi blu dell'amica avvolti dalle tenebre.
<<Sì.>>, rispose Elen cercando di sembrare convincente.
In quel preciso momento ad interrompere il loro silenzio fu i genitori di lei e lui.
<<Venite nel salotto!>>, esclamò il padre di Elen.
I due amici si guardarono in cerca di qualche risposta a quella riunione improvvisa.
<<Sedetivi!>>, disse la mamma di Elen.
<<Che succede?>>, domandò Cristian senza giri di parole.
<<Sapete che entrambi vi dovette sposare. Per questo...>>, spiegò il padre di Elen.
<<Padre io non ...>>, iniziò Elen ma viene interrotta.
<<Per questo voi due vi sposerete.>>, esclamò il padre di Elen finendo il suo discorso.
<<Padre io non mi voglio sposare!>>. Elen cercò di rimanere calma ma le costava molto.
<<Forse non avete capito voi due diventerete marito e moglie.>>, spiegò il padre di Cristian.
Non appena Elen capì il significato di quella frase si voltò nella direzione di Cristian. Il quale era una statua di marmo. Senza nessun espressione.
<<Cristian!>>, lo chiamò Elen nella speranza di aiutarla, ma non fu così.
<<Quando ci sarà il matrimonio?>>, domandò Cristian ai presenti, cercando di ignorare Elen.
<<Oggi iniziamo i preparativi perciò tra tre giorni.>>, spiegò la madre di Elen. La quale assitiva a quella conversazione sentendosi come un fantasma agli occhi dei presenti.
Voleva capire come avrebbe mantenuto la sua promessa di dimenticare se la situazione era quella.
Si alzò dal divano e uscì di corsa da quel salone, da quella casa e da loro. Ma soprattutto da lui che però la stava inseguendo.
<<Elen! Elen!>>, la chiamò Cristian prima di bloccarla per un polso costringendola a fermarsi.
<<Perché? Perché non mi hai aiutata? Perché?>>, gli urlava contro Elen quasi tra le lacrime, <<Pensavo che fossi mio amico.>>.
Elen accecata dalla rabbia e delusione non capì che quelle parole usate aveva ferito il suo amico.
<<Sono ancora tuo amico e non smetterò mai di esserlo. Pensi che io mi voglia sposare? Beh! Ti sbagli. Però preferisco sposare te che un'altra per la quale non proverei niente. E preferisco così perché così non dovrai sposare Thomas. Sì. Se io mi sarei rifiutato, Thomas sarebbe diventato tuo marito. Elen ti voglio bene. Non ti voglio fare del male. Sei la mia migliore amica.>>, esclamò Cristian cercando di fare capire a Elen la situazione, ma non si era reso conto che alcune parole avevano ferito la sua amica.
Elen abbassò il capo capendo che non c'era una via di fuga semplice o felice.
Se si sarebbe sposata con Thomas avrebbe passato tutta la sua vita in una prigione. Non voleva. Perché sapeva che Thomas non le voleva veramente bene.
Invece il suo amico e futuro marito la stava per sposare per non lasciarla tra le braccia di Thomas. Quindi il suo amico rinunciava a sposare la ragazza che gli piaceva veramente.
"Sta rinunciando alla sua felicità per colpa mia!", pensò Elen in lacrime.
<<Scusami!>>, disse a Cristian.
<<Non ti devi scusare.>>, disse lui asciugando le lacrime di Elen, <<Non piangere. Andrà bene te lo prometto.>>.
Entrambi avevano paura. Paura di ferirsi. Paura di perdersi. Paura di loro stessi. Stavo cercando di non pensare ma ad entrambi costava molto.

Nei giorni a seguire alla notizia del matrimonio Cristian guardava silenziosamente e furtivamente la sua amica. A sua volta veniva osservato dall'amica. Entrambi stavano cercando di comportarsi come sempre ma gli sguardi parlavano per loro. Quei sguardi timidi e pieni di paure valevano più di mille parole.

Eravamo amici e adesso....? [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora